Le parole d'ordine dell'ortofrutta del futuro

Bartolomei (Conad): distintività, più formazione, nuovi rapporti di filiera

Le parole d'ordine dell'ortofrutta del futuro
Caratterizzazione dell'offerta, distintività, specializzazione, professionalità e, per le strutture commerciali di grande dimensione, riposizionamento:  queste le parole d'ordine scandite da Daniele Bartolomei, responsabile acquisti ortofrutta di Conad Nord Ovest in occasione del Think Fresh Webinar Preview, l'anteprima digitale del nostro evento dedicato all'analisi dei consumi ortofrutticoli e alle ultime ricerche del Monitor Ortofrutta di AgroTer che, lo scorso 27 maggio, ha fatto il punto su trend e abitudini di consumo pre e post Covid.  

In uno scenario fortemente competitivo in cui i discount stanno avendo la meglio sugli altri player della Gdo, le insegne debbono "mettere il cliente al centro e tirare fuori un'anima, senza fare i tuttologi". 


Un momento del Think Fresh webinar preview

"Con il Covid sono emerse chiaramente alcune tendenze - ha aggiunto Bartolomei - Le vendite dell'ortofrutta con il primo lockdown, quello del 2020, sono decollate, il prodotto confezionato ha preso il largo mentre è esploso il negozio di vicinato. Oggi che, fortunatamente, stiamo uscendo dall'emergenza sanitaria le cose sono cambiate ma alcuni trend sono rimasti, come la preferenza per l'ortofrutta con packaging". 

Le prospettive sono incerte, la polarizzazione dei consumi cambierà le carte in tavola: per il buyer, nel breve periodo la situazione sarà complicata; migliorerà nel medio periodo, "ma per restare competitivi serve essere dinamici e propositivi""La competizione - ha aggiunto durante il nostro webinar - va fatta tra format e insegne analoghe, noi di Conad abbiamo riposizionato molti dei nostri punti vendita e monitoreremo costantemente la concorrenza".



Formazione, innovazione e valorizzazione, anche in termini di spazi, dell'ortofrutta: queste altre parole chiave care a Bartolomei, che sul tema della distintività, ha citato il Progetto Ori.  Lanciato nel 2010 e gradualmente declinato in varie aree, dalla Valle D'Aosta alla Toscana, dal Lazio alla Sardegna, mira a valorizzare le produzioni ortofrutticole regionali con una sorta di marchio ombrello che coinvolge anche chi opera a monte della filiera: "E' nato per testimoniare la presenza di Conad sul territorio e presidiarlo e finora è andato oltre ogni più rosea previsione". 

Il progetto Ori vede il socio imprenditore farsi ambasciatore della distintività valoriale del localismo, garantendo al proprio cliente qualità certificata e convenienza; vi è un coinvolgimento nella selezione dei prodotti e nella condivisione del progetto. "Il socio imprenditore commerciale sta cercando di portare la sua logica al produttore titolare di piccole aziende agricole, anche per garantirgli reddito", ha aggiunto Bartolomei. "E stiamo iniziando questo percorso anche nel Nord del Paese". 



Perché, anche e soprattutto per l'ortofrutta, la partita non si gioca sui volantini, sulle offerte cartacee, ma sullo scaffale, che deve essere chiaro, attrattivo, completo. E in grado di competere con l'e-commerce, "destinato a crescere, anche per i freschissimi, ma senza soffocare i punti vendita fisici".

Il reparto dei prodotti servizio intanto sta risalendo la china dopo l'annua horribilis 2020: "Non siamo però ancora tornati ai livelli pre-Covid, soprattutto per la V gamma", ha detto Bartolomei durante il webinar Think Fresh Preview. Il buyer di Conad Nord Ovest, soprattutto per questa categoria, ritiene che "servirebbe portare la cultura del Largo consumo confezionato nel reparto ortofrutta".

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