Uva, i campioni per produzione ed export

Campagna 2020/21, chi sale e chi scende nel ranking mondiale. Italia in calo

Uva, i campioni per produzione ed export
Anche il commercio globale di uva da tavola ha affrontato molte sfide, lo scorso anno, a causa di Covid-19 e delle problematiche connesse alla pandemia, ma anche per colpa del clima avverso. A livello planetario, tuttavia, la produzione 2020/21 resterà stabile, attorno a 24,7 milioni di tonnellate, appena sotto il livello record stabilito nel 2017/18. L'import-export raggiungerà il dato record di oltre 3,4 milioni di tonnellate. E' quanto si legge nel report Usda aggiornato al mese di giugno.



La produzione di uva nei 9 principali Paesi e nell'Unione Europa dal 2016 in tonnellate

Si stima che la produzione della Cina, leader incontrastata, aumenterà di 400.000 tonnellate a 11 milioni tons grazie a migliori pratiche di gestione dei raccolti. Gli sforzi sono diretti a migliorare la qualità della frutta: un numero crescente di agricoltori investe in serre e protezioni contro la pioggia. L'aumento della produzione e il miglioramento della qualità dovrebbero far salire le esportazioni di 58.000 tonnellate a 420.000 tons, continuando la tendenza al rialzo, con maggiori spedizioni soprattutto verso i mercati chiave di Thailandia e Vietnam.

Stabile la produzione dell'India, seconda nel ranking, con un volume attorno ai 2,3 milioni di tonnellate: i produttori hanno sofferto  per il secondo anno consecutivo piogge dannose che hanno ridotti i volumi di 700 mila tonnellate circa. 

La produzione della Turchia, terza, dovrebbe diminuire di 50.000 tonnellate e attestarsi a quota 2 milioni di tons, parzialmente ridimensionata dalla grandine estiva nella regione dell'Egeo, la principale area di riferimento per l'uva senza semi. Le esportazioni tuttavia vedranno un modesto miglioramento, con un aumento di 10.000 tonnellate a 215.000 tons a fronte di  maggiori spedizioni in Ucraina e nel mercato principale, la Russia.


L'import export di uva nell'ultimo decennio

Dopo la Turchia, ci sono Brasile, Uzbekistan ed Egitto, ognuna delle quali produce all'incirca come l'Unione Europea, dove è atteso un calo di 170.000 tonnellate a 1,4 milioni: in calo la produzione in Italia, primo produttore continentale, a seguito - sottolinea il report Usda - delle dannose gelate primaverili e di piogge e grandinate autunnali.  Nonostante queste battute d'arresto, si prevede che le calde temperature estive garantiranno frutti di eccellente qualità, mantenendo le esportazioni continentali stabili a 80.000 tonnellate. Le importazioni Ue dovrebbero raggiungere un dato record di 725.000 tonnellate dopo due anni di declino.

La produzione degli Stati Uniti è prevista in calo di 34.000 tonnellate a 871.000 tons su una superficie coltivata ridotta e condizioni di crescita definite sfavorevoli. Le esportazioni sono scese di 11.000 tonnellate, a 314.000 tons, il livello più basso dal 2009/10, riflettendo una produzione ridotta e spedizioni più basse nella maggior parte dei mercati principali. Quasi invariate le importazioni, con un dato assoluto di 670.000 tonnellate.



Chiudono la top ten Perù e Cile: il primo Paese manterrà la sua costante tendenza al rialzo, salendo a 665.000 tonnellate grazie ai nuovi impianti derivanti dalla precedente espansione delle superfici. Le esportazioni dovrebbero toccare le 470.000 tonnellate, con spedizioni più elevate in particolare verso i mercati più importanti degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. La produzione cilena dovrebbe invece crollare di oltre il 20% scivolando a 620.000 tonnellate, per una minore superficie piantata e le piogge pesanti di gennaio che hanno colpito gli impianti.

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