Materie prime, reagire nella tempesta

Dall'Agata (Bestack): «La priorità è smarcarsi dai rincari»

Materie prime, reagire nella tempesta
La crescente compressione dei margini collegata ai rincari delle materie prime pone tutte le filiere del packaging per ortofrutta in difficoltà. Non è il momento di stare fermi, ma di reagire per rispondere a una criticità strutturale che durerà sicuramente per altri mesi. 

“Il macero di qualità è cresciuto di più di 8 volte, da 17 euro/tons di gennaio 2020 a 140 euro/tons di giugno 2021. Nello stesso periodo, i nostri soci si ritrovano a dover pagare costi superiori delle materie prime oltre il 50% in più rispetto a settembre 2020, con punte nettamente più elevate per le carte da copertina, quelle per capirci necessarie per la stampa di qualità. E a settembre ci aspetta il rincaro dei costi energetici”, dice a Italiafruit News Claudio Dall'Agata, direttore di Bestack, consorzio dei produttori italiani di imballaggi in carta e cartone ondulato per ortofrutta. Una delle filiere del packaging più virtuose in assoluto dal punto di vista della riciclabilità dei materiali prodotti dato che si recuperano oltre 9 imballaggi su 10, primi in Europa e in Italia tra tutti i materiali con gli obiettivi Ue 2025 già raggiunti.


 Claudio Dall'Agata, direttore di Bestack

“Le condizioni del mercato internazionale stanno provocando la contrazione non solo della marginalità delle aziende del nostro comparto – aggiunge - ma anche dei volumi di carta e cartone lavorato poiché la merce è difficile da reperire, per esempio di importazioni dagli Usa non se ne parla”. E “nel breve si confermano gli aumenti delle carte vergini scandinave e del nord Europa fino al prossimo autunno”. 

Nella produzione del cartone, il costo della carta incide per oltre il 50% sul costo della scatola finale. Il comparto produttivo si trova quindi a vivere una situazione di grossa difficoltà: da una parte c’è l’incremento delle materie prime e dall’altra la difficoltà a ribaltare aumenti così considerevoli a valle anche perché al stessa filiera ortofrutticola vive lo stesso problema nei confronti del mercato, con l’effetto complessivo di azzerare le marginalità e minare lo stato di salute delle aziende che, oltre all’incremento delle materie prime, hanno già sostenuto costi di impianti stampa, fustelle, magazzino, audit preventivi e continuativi e che pertanto non si possono permettere di perdere i clienti. E questo dipende anche dalle politiche commerciali al consumo finale strette tra battaglie di prezzo all’ultimo centesimo su offerte al massimo ribasso.



Cosa bisognerebbe fare per smarcarsi da questa dinamica sfavorevole? “In questo scenario – risponde Dall’Agata – io credo che, certamente per la pancia del mercato, nel breve occorra lavorare sull’efficientamento possibile, serrare le fila e sperare che la tempesta passi in fretta. Così come allo stesso modo però deve essere anche lo stimolo e l’occasione per ripensare almeno in parte l’approccio. Una delle sfide principali non può più non essere quella di proporre soluzioni innovative, creative, al limite anche ludiche, ad alta componente di servizio. Il settore della carta e cartone sta rispondendo in questo senso garantendo con la certificazione Bestack le resistenze di trasporto e le ottimizzazioni logistiche grazie al proprio standard, così come nel mercato si stanno affermando vaschette in carta e cartone che garantiscono grande impatto cromatico e visivo al consumo in grado di valorizzare i brand. A mio parere queste sono le caratteristiche coerenti del packaging per costruire valore sull’offerta premium dei prodotti alimentari di alta gamma (buona e di gusto). Prendiamo spunto, solo per fare un esempio, da Apple che, per iPhone, creò le confezioni ergonomiche soft touch di grande successo”.


Confezioni ergonomiche soft touch 

“Mai come ora c’è spazio per segmentare in alto l’offerta a patto che ci sia coerenza con il prodotto. Se la promessa del servizio è chiara incrementi di pochi centesimi sono trascurabili per chi compra. Se invece è il contrario allora l’incremento di pochi centesimi forse mina alla base una promessa di qualità che chiara non è”.

“Anche per la produzione ortofrutticola – conclude il direttore di Bestack – potrebbe essere il momento per accelerare su segmentazioni di offerta chiare, precise e riconoscibili che non disorientino ma indirizzino verso una offerta specifica. La bontà dei prodotti non può più essere secondaria. Alle confezioni in cartone rinnovabile, riciclabile e sostenibile il compito di proteggerle, conservarle e ridurre lo spreco iconizzandole e rendendole riconoscibili. Queste sono le premesse per costruire valore e smarcarsi un po' dagli andamenti delle materie prime. Se sapremo farlo, come filiera avremo fatto il nostro mestiere, è quello che ci chiedono oggi i canali di vendita. Poi non potranno che riconoscercelo".

Copyright 2021 Italiafruit News