UNAPera, la strategia per non soccombere

Il piano dei 25 soci dell'Aop: «Alzeremo e standardizzeremo la qualità»

UNAPera, la strategia per non soccombere
La pera dell’Emilia-Romagna fa quadrato e si unisce per il bene di tutti, per guardare al futuro con maggiore speranza. E’ nata ufficialmente UNAPera, la nuova società del comparto pericolo che ad oggi riunisce 25 imprese (13 Op e 12 non Op), le quali rappresentano il 70% delle pere commercializzate sul mercato italiano nell'ultimo triennio.

La neonata compagine nasce in una fase molto delicata per la filiera di produzione che, negli ultimi anni, è stata messa in ginocchio da maculatura bruna, cimice asiatica e gelate. La marginalità delle aziende agricole di pere è a picco, ma i problemi vengono da lontano e riguardano anche il commercio. Così è successo che le superfici pericole dell'Emilia-Romagna siano scese di oltre il 20% nell'ultimo ventennio. Malgrado ciò, questo frutto rappresenta ancora oggi il 35% della Plv frutticola regionale. Un comparto che, fra attività dirette ed indirette, dà occupazione a oltre 15mila addetti. Perdere tutto questo patrimonio tangibile, ma anche sociale ed umano, sarebbe un vero peccato per l'intera regione. Un disastro per tutti.

"Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare", ha detto  Paolo Bruni, presidente di Cso Italy durante la presentazione della nuova società fondata da Afe, Unacoa, Apoconerpo, Apofruit Italia, Alegra, Bergonzoni, Biop, Cico, Mazzoni, Cipof, Consorzio Il Frutteto, Ceor, Europfruit, Gobbi Dino, Granfrutta Zani, La Buona Frutta, Minguzzi, Op Costea, Coferasta, Op Kiwi Sole, Spreafico, Opera, Natura Italia, Origine Group e Orogel. 


Dall’estate scorsa tutte queste 25 importanti realtà del settore, mosse dalla consapevolezza che bisognava assolutamente reagire in modo netto, hanno messo da parte i campanilismi e hanno lavorato intensamente per valutare le possibili strategie per non soccombere. Il risultato è la creazione di UNAPera. Che, nelle prossime settimane, sarà formalmente riconosciuta come la prima Aop d’Europa “aperta” anche a non Op, una evoluzione dell’Aop classica resa possibile dal Regolamento Omnibus dell'Ue. “L'8 luglio 2020 ci ritrovammo al Cso con il presidente Stefano Bonaccini e l'assessore Alessio Mammi per dibattere, assieme al mondo produttivo, dei gravi problemi che attanagliavano il comparto pere: cimice asiatica, maculatura bruna, gelate... Ma anziché parlare delle sole problematiche, abbiamo cercato di progettare un grande percorso di valorizzazione della Pera Igp dell'Emilia-Romagna. Ed oggi siamo qui a presentare UNAPera, nata grazie al grande impegno di tutti gli attori: senza enfasi e senza retorica, è davvero una notizia che non ha precedenti nella storia del settore ortofrutticolo", ha sottolineato Paolo Bruni prima di dare la parola ad Adriano Aldrovanti, presidente della neonata UNAPera che ha indicato come lo scopo più importante del progetto sia quello di “garantire il futuro della pericoltura pensando all'intera filiera, dalla produzione alla commercializzazione, a tutto l'indotto. L’obiettivo è quello di alzare la qualità al consumo delle pere, accompagnandolo con un nuovo approccio al mercato capace di qualificare e segmentare l'offerta”.

Aldrovanti ha poi indicato i numeri chiave che esprime la nuova Aop: "I 25 soci, guardando ai dati dell’ultimo triennio, realizzano oltre il 55% dell’export nazionale di pere e più del 70% delle produzioni commercializzate sul mercato italiano. Dietro a loro ci sono 400 imprese agricole aderenti al Consorzio di tutela della Pera dell'Emilia-Romagna Igp, di cui UNAPera rappresenta oltre il 70% delle superfici”.

“Il progetto rimane aperto comunque a qualunque impresa interessata, in quanto vogliamo raccogliere in UNAPera tutte le aziende che condizionano questo frutto, ma anche rappresentare le pere italiane nel mondo”, ha aggiunto Aldrovandi. Anche il vicepresidente Mauro Grossi ha precisato che anche le realtà societarie operanti nelle regioni limitrofe di Veneto, Lombardia e Toscana potranno avere la possibilità di aderire all’Aop: “I tentativi precedenti di aggregazione sono stati lodevoli ma insufficienti, cerchiamo la massima coesione e il massimo coinvolgimento. Non abbiamo la presunzione di voler fare tutto da soli – ha chiosato – Anzi, noi crediamo che sia fondamentale coinvolgere istituzioni, sindacati degli agricoltori, sindacati dei lavoratori e Gdo in questo percorso”.



Il progetto punta ad occuparsi dello sviluppo della qualità su tutte le pere dei soci attraverso la definizione di standard comuni e un controllo collettivo che consenta un'immissione sul mercato gestita da UNAPera, mentre la fatturazione resterà in capo alle singole imprese socie. “Oltre a gestire l’immissione sul mercato del prodotto – ha precisato da parte sua Roberto Della Casa, curatore del progetto – l'Aop sarà delegata a concludere accordi quadro per l'ambito commerciale e marketing con le insegne della distruzione e con le imprese commerciali all'ingrosso, sviluppando settimanalmente listini di riferimento. Ma l'aspetto più importante riguarderà la qualità: verrà definito un programma di miglioramento degli standard di qualità commerciale da sviluppare a livello comune e da verificare con un sistema di controllo qualità vincolante per i soci, gestito dall'Aop e delegato a una struttura terza, per verificare la rispondenza del prodotto agli obiettivi, governare ed eliminare le non conformità anche con l'ausilio di un regime sanzionatorio”.

Anche Alessandro Zampagna, coordinatore del comitato costituente dell’Aop, ha posto l’attenzione sull’importanza di elevare e standardizzare la qualità delle produzioni. “UNAPera intende favorire un coordinamento di attività per fare in modo che le caratteristiche qualitative dei frutti siano standardizzate e costanti durante la stagione. Nell'immediato andremo a creare una sorta di standard comune da seguire nei campi e nei magazzini di stoccaggio e confezionamento, al fine di superare il problema della disformità della qualità del prodotto che arriva sulle tavole dei consumatori. E' ovvio che anche le catene della Gdo giocheranno un ruolo fondamentale per il raggiungimento di tale obiettivo".

C’è bisogno di muoversi in questa direzione perché le pere italiane stanno continuando a perdere non solo superfici coltivate, ma anche quote di consumo. “Il frutto ha perso il 24% dei consumi a livello nazionale tra il 2016 e il 2020. Una diminuzione dovuta in buona parte all’incostanza della qualità dei frutti in commercio. Tanto che il 62% degli italiani, secondo le indagini del Monitor Ortofrutta di Agroter, lamenta una qualità troppo variabile, ma la buona notizia è che il 29% dei nostri connazionali ha nella pera il suo frutto preferito”, ha detto ancora Della Casa. 



La territorialità avrà un ruolo centrale con la produzione della Pera dell'Emilia-Romagna Igp che sarà sviluppata fino a raggiungere, nei prossimi tre anni, il 35% della superficie dell'area di riferimento. “L'Igp ha un grande potenziale di sviluppo ancora inespresso – ha detto Luigi Mazzoni, consigliere dell’Aop – UNAPera è solo un punto di partenza, da cui ora inizierà un grande lavoro specifico su questo frutto. Crediamo e confidiamo che lo strumento dell'Aop aperta anche a non Op possa essere un esempio positivo anche per altre filiere frutticole che si trovano in situazioni di difficoltà". 

Sulle relazioni con la grande distribuzione ha parlato invece Giampaolo Nasi, coordinatore del comitato commerciale dell’Aop: “Tanti operatori della distribuzione moderna, dopo aver saputo del progetto, ci hanno detto una parola: finalmente. Ritengo che vi siano tutte le possibilità di avviare operazioni di co-branding sull'Igp con le Mdd delle catene distributive, dato che la Gdo ha il nostro stesso obiettivo di valorizzare le produzioni con marchi di indicazione geografica”.

“L'Igp ha un ruolo fondamentale - ha concluso Roberto Della Casa - perchè è uno straordinario elemento di aggregazione tra sistema produttivo e distributivo; le catene cercano distintività e il prodotto a Indicazione geografica protetta può essere un'offerta premium nei confronti del consumatore. La pera è un frutto dai grandi benefici nutrizionali e dalle caratteristiche gustative uniche, tanto da poter essere annoverata tra le gourmandise. Con il piano di miglioramento degli standard di qualità commerciale ci sono tutti i presupposti per far crescere il mercato della pera verso nuovi successi”.



Il progetto ha trovato il pieno sostegno dalla Regione Emilia-Romagna. L'assessore all'Agricoltura e agroalimentare, Alessio Mammi ha voluto prendere parte di persona alla presentazione di UNAPera elogiando la capacità della filiera pericola di fare squadra. “Ci troviamo davanti a un'iniziativa storica capace di tenere assieme tutto il sistema della produzione pericola – ha affermato – Siamo consapevoli delle difficoltà che gravano sul comparto, da quelle di mercato alla marginalità delle imprese, passando per gli effetti devastanti dei cambiamenti climatici: ma partiamo da questa consapevolezza sapendo che è opportuno reagire e provare nuove strade".

"La pericoltura è un comparto imprescindibile per l'Emilia-Romagna e faremo di tutto per sostenerlo, ci sono ragioni economiche e sociali, posti di lavoro in ballo, ma anche motivazioni storiche, identitarie e culturali. Il progetto di UNAPera è la miglior risposta alle difficoltà, bisogna affrontare le emergenze e avere una visione strategica: la domanda di frutta e verdura crescerà a livello europeo e noi non possiamo certo permetterci di perdere la produzione di pere. Ecco perché è importante puntare sulla crescita della qualità e sull'aggregazione dell'offerta, con l'obiettivo di fare bene insieme”.

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