Biologico, in Val di Noto ci sono i «Briganti etici»

Biologico, in Val di Noto ci sono i «Briganti etici»
Quella tra i Briganti Etici è un’alleanza. Stretta, nel segno del biologico certificato, per difendere i coltivatori diretti dei terreni agricoli in Val di Noto e il valore della tradizione contadina. All’origine di questa storia ci sono passione per la terra e richiamo alle radici. Quelle lasciate in Sicilia da Pino Lops, appena adolescente, per emigrare prima all’estero con la famiglia e poi nel Nord Italia, a Brescia. Con un sogno nel cuore: "Comprare un’antica masseria nella zona più bella della Sicilia e coltivare la terra per iniziare una produzione agricola di frutta e verdura bio".

Pino oggi ha 67 anni e quel sogno lo ha realizzato con sua moglie, per poi trasmetterlo al figlio Anthony, 23 anni, laurea in Economia, nato a Brescia e cresciuto lontano da quella Sicilia che ha imparato davvero a conoscere trascorrendo il primo lockdown nella masseria di famiglia, a Palazzolo Acreide, tra i campi di "Passo Ladro" dove si concentra l’attività imprenditoriale dei Briganti Etici. 
"Questo tempo trascorso a contatto con loro - racconta Anthony Lops - mi ha dato la spinta a diventare parte del progetto". Con "Passo Ladro", che prende il nome dall’antica contrada “Passu Latru” o Passo del ladrone, tra Siracusa e Noto, così chiamata perché nell’Ottocento vessata dalle razzie dei briganti nei feudi della zona, adesso diventata "etica come i Briganti", che nel marzo 2020 hanno dato il via al progetto.

Fatto di coltivazione e raccolta di frutta e verdura bio, trasformati poi in un laboratorio artigianale "alla maniera di una volta", coordinato da chef, agronomi e tecnici, che mettono a punto anche prodotti gourmet venduti in e-commerce in tutta Italia. Dai 27 ettari iniziali, quelli della famiglia Lops, gli ettari sono già diventati 250 divisi tra sei produttori. E probabilmente aumenteranno ancora. "All’inizio abbiamo bonificato la nostra terra, che era stata abbandonata ai rifiuti e non veniva lavorata da 80 anni", spiega Pino Lops.

E prosegue: "Poi ho iniziato a incontrare i vicini, contadini ultraottantenni con la cultura del rifiuto dei prodotti chimici, e li ho convinti a certificarsi con il marchio bio, a coinvolgere figli e nipoti"

È così che i Briganti Etici hanno invertito la rotta e riportato a casa anche i loro figli e nipoti.
I Briganti Etici sfruttano anche le nuove tecnologie, per esempio software e rete wireless per il sistema di irrigazione e sensori dell’umidità, in modo da evitare lo spreco di acqua. 

Fonte: Corriere.it