Piccoli frutti, ma mercato sempre più grande

La produzione italiana acquisisce un'importanza strategica: le prossime sfide

Piccoli frutti, ma mercato sempre più grande
Piccoli frutti, ma mercato sempre più grande. Il segmento continua a mostrare importanti segnali di crescita: dal 2016 al 2020 i consumi sono passati da 5.900 a 9.700 tonnellate (+64%) e nel primo semestre 2021 si è registrata un'ulteriore crescita, con un aumento del 40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
L’interesse del mercato retail viene confermato anche valutando la crescita delle importazioni negli anni. Nel 2020 sono entrate nel nostro Paese circa 17.400 tonnellate di piccoli frutti, soprattutto mirtilli e lamponi da Spagna e Cile, a fronte di circa 13mila tonnellate del 2016.

A fare una panoramica del contesto produttivo in termini di superfici e investimenti strategici dedicati, è intervenuto nell’ambito dell'Italian Berry Day - svoltosi ieri al Macfrut - Tomas Bosi di CSO Italy. Mentre Marco Pellizzoni, direttore commerciale – Consumer Panel & Services di GFK Italia, ha tracciato una panoramica sui comportamenti di acquisto nella categoria piccoli frutti, spiegando che il numero di famiglie italiane consumatrici è passato da 19 a 20,1 milioni.

“L’aggiornamento della stima degli areali al 2021 conferma il trend di ampliamento in atto da diversi anni in più Regioni. A livello complessivo, si parla di poco meno di 2.200 ettari, con una cresciuta del 10% in un solo anno, e appena tre anni fa tali superfici erano meno di 1.700 ettari. Dunque la tendenza all’incremento in atto è molto evidente”, ha affermato Bosi.



Tra tutte le specie di piccoli frutti, i mirtilli - come ha precisato l’esponente di CSO Italy - sono quelli più diffusi e si attestano su quasi 1.400 ettari (+9% sul 2020); seguono i lamponi che sono saliti a circa 400 ettari (+12%) e, più distanziate ma in ascesa, le more con poco più di 200 ettari dedicati. Infine ci sono i ribes con circa 180 ettari.

“Per fare fronte alle richieste dei consumatori italiani che richiedono un prodotto qualitativamente superiore è necessario lavorare sull’innovazione varietale”, sostiene Andrea Pergher, supporto tecnico e vendita Sud-Est Europa e Regno Unito di Fall Creek Farm & Nursery che ha illustrato nello specifico i trend del mercato globale del mirtillo: sapore e croccantezza sono fattori differenzianti per il consumatore. Un altro trend da considerare è anche la domanda di prodotto locale a cui si deve prestare attenzione per far crescere la categoria.

Thomas Drahorad, presidente di NCX Drahorad, ha presentato uno scenario su costi e marginalità nel comparto dei piccoli frutti, concludendo con un appello alla collaborazione: “Con prezzi costanti e con una programmazione agevolata che migliori la qualità, si va incontro a un aumento dei margini per tutta la filiera del +25% annuo”.

La selezione della qualità rimane un tema centrale, come ha ricordato Nour Abdrabbo, direttore commerciale di Unitec: “Per ottenere la fiducia del mercato e aumentare i consumi si deve puntare su una corretta selezione di calibro, colore e qualità dei singoli frutti a 360 gradi. La selezione oggi deve affidarsi alla tecnologia”.

Luigi Garavaglia, R&D manager di Ilip ha presentato la nuova soluzione di pack che permette di estendere la shelf-life dei berries fino a 48 ore in più rispetto ad un pack non attivo. Matteo Molari, managing partner di Molari Berries & Breeding ha invece presentato una case history sui lamponi: “E' necessario far riconoscere al consumatore la varietà e fargli comprare un prodotto non per il marchio ma per la qualità del prodotto stesso”.

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