La sostenibilità inizia dal campo, ecco come

I vantaggi della pacciamatura biodegradabile raccontati da produttori ed esperti del settore

La sostenibilità inizia dal campo, ecco come
La sostenibilità è un valore aggiunto che il consumatore cerca sempre di più. Ma dove inizia il percorso di sostenibilità? Sicuramente dal campo, dove i protagonisti sono i produttori, con le scelte che quotidianamente attuano tramite l'impiego di mezzi tecnici innovativi come la pacciamatura biodegradabile. Ne abbiamo parlato ieri mattina nella nostra diretta Facebook realizzata in collaborazione con Novamont, azienda protagonista dell’innovazione in campo, che da oltre 20 anni propone un’ampia gamma di teli per pacciamatura in Mater Bi biodegradabile per diverse colture.



Sui vantaggi dell’utilizzo della pacciamatura biodegradabile ha parlato l'esperto Luciano Trentini: “Se l’agricoltura sostenibile rappresenta una vera e propria sfida per i giovani agronomi, nel settore ci sono già ottime strategie di lavoro - ha detto - come i teli da pacciamatura biodegradabile che rappresentano notevoli vantaggi. Per esempio, contribuiscono ad aumentare la produttività dei terreni, oltre a ridurre i consumi di acqua e di sostanze chimiche. Si tratta insomma di mezzi tecnici in grado di rispondere agli obiettivi fissati dalle misure europee del Farm to Fork”.



Le promesse dei teli in Mater-Bi hanno trovato un riscontro positivo anche nella testimonianza del produttore Giovanni Pasquariello (in foto sopra), dell’omonima azienda agricola di Foggia. “Abbiamo introdotto i teli biodegradabili sei anni fa su zucchino, asparago e pomodoro e non abbiamo più utilizzato i diserbanti – ha spiegato – inoltre risparmiamo il 40% di acqua e il 30% dei fertilizzanti. Basta concimare per vedere crescere le piante in salute”. E ha aggiunto: “Nonostante il costo iniziale, con questi risparmi i teli ci stanno davvero ripagando. E i costi dello smaltimento dei vecchi teli in plastica sono solo un ricordo”.



Alla diretta è intervenuto anche il produttore ferrarese Sandro Colombi (in foto sopra), che utilizza i teli in Mater-Bi su diverse colture in regime biologico come cocomero, melone, peperone, melanzana, cipolla e porro in fase di sperimentazione. “Ora che li abbiamo testati, non torneremo più indietro – ha sottolineato – Non si può più pensare di far ricorso nuovamente alle plastiche tradizionali. Più che una questione economica, si tratta di una migliore gestione della manodopera: per noi è stata una scelta fondamentale, anche per fare sperimentazione. Secondo me la pacciamatura biodegradabile rappresenta il futuro dell’agricoltura”.



Se da una parte ci sono produttori entusiasti, non mancano nemmeno le aziende pronte ad investire in sostenibilità. Come Pati, tra le prime realtà a livello mondiale ad aver introdotto i film biodegradabili per l’utilizzo agricolo che ha oggi ottenuto la certificazione EN 17033 per il suo film da pacciamatura biodegradabile Ecopac. “Già venti anni fa abbiamo iniziato a lavorare per lo sviluppo di questi teli nell’ottica di un’agricoltura che potesse offrire benefici tanto ai consumatori quanto all’ambiente – è intervenuto Massimo Villano (in foto sotto), direttore generale della divisione Pati – oggigiorno i teli da pacciamatura in polietilene presentano svantaggi che non si conciliano con l’agricoltura sostenibile. Devono infatti essere smaltiti al fine vita delle colture, con notevoli costi di recupero senza parlare della questione dei residui delle microplastiche”.
“I teli in Mater-Bi ci sembrano l’unica soluzione percorribile per sviluppare un’agricoltura sostenibile – ha sottolineato – per tutti i vantaggi agronomici, oltre che ambientali ed economici che comportano. In particolare la nostra certificazione fa chiarezza in termini di materiali, ecotossicità e tutte quelle caratteristiche necessarie per ottime performance in campo. Il suolo rappresenta una risorsa rinnovabile da salvaguardare: ecco perché dobbiamo sviluppare al meglio una cultura sostenibile”.



Tra le aziende impegnate da anni nello sviluppo della pacciamatura biodegradabile c’è anche Forigo Roter Italia. “Dalle prime macchine per pacciamatura sviluppate nel 2014, oggi proponiamo una vasta gamma di soluzioni che lavorano con teli biodegradabili – ha spiegato Alberto Forigo (in foto sopra) – per dare la possibilità di eseguire la stesura del telo nello stesso momento della semina. I nostri macchinari di punta son Modula e Modula Jet”. Sono entrambe macchine dal motore elettrico, che si adattano a qualsiasi terreno e dotate di sensori 3D per riconoscere i semi. “Le utilizziamo per oltre 30 colture diverse – ha aggiunto - come melone, zucchino, lattuga, pomodoro, mais. E i nostri produttori partner ci chiedono sempre nuove colture, noi da parte nostra non ci fermiamo e continuiamo ad innovare”.



La sostenibilità garantita da questi mezzi tecnici e macchinari non è solo economica ed ambientale. Come ha sottolineato Trentini, “si tratta anche di una sostenibilità sociale dato che si va ad agire sulle condizioni dei lavoratori della campagna, oggi presenti in numero sempre minore”.
Nello scenario attuale, le industrie dei mezzi tecnici sono pronte e i produttori stanno imparando ad investire. Ma che cosa manca? “Dobbiamo imparare a sfruttare meglio i nostri vantaggi competitivi – ha concluso Trentini - e, soprattutto, a comunicare come questi si riflettono sul prodotto finale”.

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