Totem contro la cimice asiatica

Il Veneto punta su strutture-trappola con feromoni e colla per ridurre i danni

Totem contro la cimice asiatica
Un'arma alternativa dal nome fortemente evocativo contro la cimice asiatica: il totem. Alla festa della mela di Zevio, celebrata nei giorni scorsi nel comune veronese, un convegno ha fatto il punto sui danno procurati dall'insetto: nel 2018 e 2019 le conseguenze sulla frutticoltura veronese sono stati particolarmente pesanti e il fatto che nel 2020 la presenza del fitofago sia risultata inferiore, provocando danni a macchia di leopardo, non ha fatto abbassare la guardia. Sulle coltivazioni di pere - è stato sottolineato - l'incidenza può raggiungere il 60-80%, sulle mele il 30-40% mentre chi produce bio e non ha reti antinsetto efficienti può perdere fino all'80% del prodotto.



E per questo, ora, si punta sui "totem": strutture costruite in campo formate da un telo di plastica steso in verticale, spalmato di colla, con al centro un richiamo costituito da feromoni femminili della cimice con, alla "base", una vasca contenente 15 centimetri d'acqua saponata in cui precipitano gli insetti scampati alla colla. 

Queste strutture - hanno spiegato al convegno il professor Alberto Pozzobon dell'Università di Padova e il perito agrario Raffaele Ferraro dell'Op Nordest - arrivano a catturare anche un migliaio di parassitoidi al giorno. Vanno posizionate tra i filari e, da metà settembre, vicino alle case, dove le cimici cercano rifugio per svernare, hanno consigliato i due esperti.



Nel corso del convegno Alberto Zannol, della direzione agroalimentare regionale del Veneto, aveva ricordato le azioni anti cimice asiatica messe in campo da Venezia: ricerca e sperimentazione, lotta bio, incontri di promozione fitosanitaria, supporto tecnico alle aziende, valutazione di un fondo mutualistico pro frutticoltura. Il tutto per dare sostegno a un settore sempre più in difficoltà.

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