Acquisizione di Suba Seed, il possibile veto di Mario Draghi

Coldiretti dà la cosa per fatta: il premier avrebbe esercitato il Golden Power

Acquisizione di Suba Seed, il possibile veto di Mario Draghi
L'acquisizione di Suba Seed - ditta sementiera romagnola fino all'estate scorsa in mano al gruppo americano Verisem - da parte di Syngenta pareva cosa fatta: ma tre mesi dopo essersi aggiudicata per circa 200 milioni di euro l'impresa fondata nel 1974 da Augusto Suzzi, ora la società controllata da Chem China vede rimescolarsi le carte. Il governo Draghi, infatti, potrebbe metterci il veto, il cosiddetto Golden Power, vale a dire l’esercizio dei poteri speciali con riguardo a tutte le società che svolgono attività di rilevanza strategica.

Di ufficiale, al momento, non c'è ancora nulla. Ma negli ultimi giorni più fonti hanno parlato di questa possibilità, con il presidente nazionale di Coldiretti ha dato la cosa per fatta. E’ “un bene” che il Governo Draghi abbia usato per la prima volta nell’alimentare Made in Italy il Golden Power “per difendere un settore strategico come la produzione delle sementi che rischiavano di finire in mani cinesi”. Ha detto il presidente Ettore Prandini all’apertura dello spazio Coldiretti a Tuttofood. “La Coldiretti, insieme a Filiera Italia, è stata la prima a richiedere un intervento dell'esecutivo per impedire il passaggio in mani cinesi di una realtà strategica per la sovranità alimentare nazionale”.



Suba Seed non era già di proprietà italiana da diversi anni, ma l’acquisizione di Verisem – evidenzia Coldiretti – avrebbe spostato in Asia gli equilibri strategici mondiali sul controllo delle sementi per la produzione di ortaggi ed erbe aromatiche aggravando una situazione in cui già 2 semi su 3 (66%) sono in mano a quattro multinazionali straniere.

Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia, sulla vicenda ha ricordato che "tutta la filiera agroalimentare nazionale dev'essere strategica e va salvaguardata dalle acquisizioni". E l'inaspettata piega che potrebbe prendere questa storia è finita sulla stampa generalista italiana, da La Repubblica a La Stampa, passando per Il Resto del Carlino.



Mentre il deputato Marco Di Maio ha aggiunto che "quando abbiamo rafforzato il golden power, cioè quell'istituto di legge che consente alla Presidenza del consiglio di bloccare operazioni tra imprese tali da mettere a rischio l'interesse nazionale in ambiti ritenuti strategici per la vita del Paese (tipicamente difesa e sicurezza nazionale, energia, trasporti e comunicazioni, per citare i principali, ma non solo), abbiamo pensato proprio a casi analoghi a questo. Certo non ci si poteva immaginare che l'uso dei poteri speciali sarebbe stato richiesto per difendere un'azienda in Romagna, ma il caso è emblematico. Per la prima volta il Governo, sotto la sapiente guida di Mario Draghi che di economia e finanza può vantare "qualche" esperienza, usa il golden power per fermare l'acquisizione di un'impresa nel settore agroalimentare".

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