Funghi di Borgotaro falsi spacciati per prodotto Igp

A denunciare la frode sui social un appassionato di funghi

Funghi di Borgotaro falsi spacciati per prodotto Igp

Spacciava normali porcini per i ben più famosi funghi di Borgotaro Igp. La vicenda – riportata dalla Gazzetta di Parma - vede protagonista un venditore milanese, che ben presto è stato notato da un borgotarese appassionato di funghi. 
All’occhio esperto non è sfuggita quella scritta sulla lavagnetta (Porcini Borgotaro) quando i funghi non si classificavano per nulla come il ben più conosciuto prodotto Igp. L’appassionato non ha tardato a denunciare la questione sui social, con tanto di foto e dettagli. 

A tal proposito è intervenuto anche il presidente del consorzio di tutela fungo di Borgotaro Igp Luciano Sabini: “Non solo manca la fascetta dell’Indicazione geografica protetta, ma anche l’apposita retina con cui si commercializzano i porcini tutelati dal disciplinare. E C’è di più: l’etichetta che si vede in foto ha rischiato di mettere nei guai un commerciante, che si è già ravveduto, essendo stato sanzionato in passato, e che è del tutto estraneo al prodotto in vendita in questi giorni a Milano”.
“In passato – continua Sabini – dopo i controlli del caso, infatti, le autorità gli avevano contestato l’illecito della scritta ‘Borgotaro’ non certificata dal consorzio, sequestrando tutte le etichette. Crediamo dunque che il venditore milanese ne abbia riciclata una vecchia, aggravando l’illecito con la scritta a gesso ‘Borgotaro’ sulla lavagnetta. Peccato non essere riusciti a risalire all’identità del venditore, al banco o al negozio in questione, perché gli avremmo certamente mandato i Nas, la Guardia di finanza o i Carabinieri forestali”.

L’accaduto va oltre ‘l’italian sounding’ e finisce per danneggiare i prodotti tipici degli areali italiani, in questo caso quello parmense.
Come ha ricordato il consorzio: “Il fungo di Borgotaro può essere commercializzato solo nella cassetta sigillata con la retina apposita, con il marchio ‘Fungo di Borgotaro’ e con la registrazione dell’unica ditta attualmente autorizzata cioè Borgo Lab, e la cui tracciabilità è certificata da Csqa, l’ente leader a livello nazionale nel settore dell’agroalimentare che riferisce anche al ministero dell’agricoltura. Tutto il resto è fasullo e dobbiamo combatterlo a tutela della nostra vallata e delle nostre eccellenze”.