Il gran ritorno dei voucher

Lavoro in agricoltura, ecco cosa cambia

Il gran ritorno dei voucher

Dal mondo produttivo, soprattutto le piccole imprese agricole, era una richiesta che si protraeva da anni, da quando nel 2017 sono stati cancellati. I voucher per il lavoro occasionale sono uno strumento ritenuto necessario per far fronte a picchi improvviso di lavoro in campagna, oppure per regolarizzare il lavoro occasionale di studenti e pensionati. E con la Legge di Bilancio licenziata dal Governo Meloni (clicca qui per leggere l'approfondimento) i buoni lavoro sono tornati.

"Introduciamo i buoni lavoro per agricoltura e cura alla persona e per i lavori domestici fino a 10 mila euro - ha detto il presidente del Consiglio - Una misura utile a regolarizzare il lavoro stagionale e occasionale. Naturalmente con controlli rigidi per evitare storture". 

Giorgia Meloni

Un aspetto nuovo è il tetto al loro utilizzo: salirà a diecimila euro per azienda e potranno essere richiesti da quelle imprese che hanno al massimo dieci dipendenti a tempo indeterminato. Con il Governo Monti era a cinquemila, mentre Renzi lo portò a settemila. Una mossa che, come ricorda il quotidiano La Repubblica, portò ad un incremento spinto dell'impiego di questo strumento: se nel 2008 i voucher erano 535 mila e solo per i lavoretti saltuari e occasionali, nel 2016 lievitarono a 134 milioni usati per pagare 1,8 milioni di lavoratori.

Come riporta il quotidiano economico ItaliaOggi, poi, per il settore agricolo "sparirà ogni limite rispetto alle categorie di prestatori a cui è possibile far ricorso". Nel settore primario c'è un limite al periodo di impego: al massimo 45 giorni lavorati pagati con il voucher ogni anno. Il buono lavoro, quindi, non sarà più riservato a pensionati, giovani sotto i 25 anni, cassaintegrati e disoccupati, ma potrà riguardare tutte le categorie. 

"L’arrivo dei buoni lavoro è importante nelle campagne dove occorre lavorare con la semplificazione burocratica per salvare i raccolti e garantire nuove opportunità di reddito in un momento particolarmente difficile per il Paese". E’ quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini in riferimento ai contenuti della manovra che prevede l’introduzione dei buoni lavoro a tempo determinato per un importo fino a 10mila euro. "Siamo grati al Governo per aver accolto le nostre sollecitazioni sul problema della manodopera agricola e – sottolinea Prandini - siamo pronti al confronto con le Istituzioni e i sindacati per individuare le formule più adeguate che garantiscano maggiore semplificazione per le imprese e le necessarie tutele per i lavoratori agricoli. Sovranità alimentare significa nei fatti – conclude il numero uno della Coldiretti - un impegno per investire nella crescita del settore con il lavoro, aumentare le produzioni, ridurre la dipendenza dall’estero, valorizzare la biodiversità del nostro territorio e garantire agli italiani la fornitura di prodotti alimentari nazionali di alta qualità.

Sonia Ricci ed Ettore Prandini

I sindacati dei lavoratori, però, non la vedono così. “È grave apprendere dai media che il governo abbia deciso di inserire nella legge di stabilità la modifica della normativa sul lavoro occasionale in agricoltura. Non solo troviamo, infatti, inaccettabile un metodo che non prevede alcun confronto con le parti sociali ma, dall’altro riteniamo ancor più grave apprendere che nella proposta di legge viene modificata la platea di riferimento attualmente prevista. Con questa scelta il governo rischia di destrutturare completamente il mercato del lavoro agricolo, cancellando diritti e tutele”. Così il segretario generale della Uila-Uil Stefano Mantegazza in merito alla reintroduzione dei buoni lavoro prevista nella Manovra. “Nel confermare la disponibilità della Uila ad avviare un confronto sul lavoro occasionale finalizzato ad agevolare l’ingresso di nuova occupazione nel settore, esprimiamo il nostro più totale dissenso verso proposte che non colgono questo obiettivo e aprono il varco ad ulteriori forme di irregolarità e sfruttamento”.