La Pac rianima il settore, in arrivo 35 miliardi

La maggior parte dei fondi come supporto al reddito dei produttori

La Pac rianima il settore, in arrivo 35 miliardi

Arriva una vera e propria boccata di aria fresca per i produttori agricoli italiani. Stanno per arrivare anche nel nostro Paese i fondi previsti dalla riforma della Pac (politica agricola comunitaria) che durerà cinque anni, fino al 2027.

Come riporta un articolo de IlSole24Ore, si parla di un totale di 35 miliardi di euro di fondi disponibili, di cui 26,6 miliardi dal bilancio dell’Unione e 8,5miliardi dal cofinanziamento nazionale.  I fondi per lo più aumenteranno la liquidità dei produttori, considerato che la maggior parte sarà dedicata al supporto diretto al reddito degli agricoltori (17,6 miliardi). 

Ma la vera novità di questa Pac sarà la modalità di distribuzione dei fondi. Come ha spiegato Paolo de Castro, vicepresidente della commissione agricoltura del Parlamento europeo al Sole24Ore: “E’ dal 2023 che Bruxelles ha sganciato gli aiuti Pac dalla produzione, tutti gli agricoltori già li prendono sulla base della sostenibilità dei loro comportamenti, mancava solo l’Italia”.

Fondi europei per l’Italia (in miliardi):
0,672 miliardi ai giovani agricoltori
2,862 miliardi agli obiettivi climatici e ambientali
4,401 miliardi agli ecoschemi
3 miliardi come contributo per le assicurazioni contro le calamità
2,64 miliardi per i settori strategici
2,2 miliardi per innovazione e digitalizzazione
2 miliardi per biologico 

Fondi, verso un riallineamento nazionale
Secondo quanto definito dalla Ue, entro il 2027 ogni agricoltore dovrà percepire aiuti non inferiori all’80% della media nazionale per una vera e propria redistribuzione delle somme.
Un obiettivo non facile da raggiungere considerato che oggi le differenze sono ancora alte: la Lombardia ha una media di 600 euro di contributi ad ettaro mentre in Sardegna scendono a 120.
La nuova Pac punta ad un riallineamento dei fondi: significa che chi prendeva di più, vedrà calare i suoi aiuti europei. Tra questi si possono citare i coltivatori di alcune aree ex tabacchicole del Veneto e dell’Umbria che avevano circa 7mila euro di contributo ad ettaro, oppure gli olivicoltori pugliesi (5mila euro ad ettaro). Ne guadagneranno invece le zone più povere come le aree di montagna e le aziende agricole della Sardegna o della Sicilia, dove il contributo arrivava a 150 euro ad ettaro.

Ecoschemi, l’impegno per l’ambiente ripaga
La nuova Pac obbliga ogni Stato membro a dotarsi di Ecoschemi, che generano un pagamento aggiuntivo per ettaro agli agricoltori che si impegneranno in pratiche agricole benefiche per clima e ambiente. L’Italia per ora ne ha presentati 5, mentre altri Paesi ne hanno presentati anche 14.

Non solo Pac
La riforma della Pac non è l’unica normativa europea in arrivo nel 2023. Entro giugno arriverà infatti il regolamento promozione, che fissa le nuove regole per l’utilizzo delle risorse per spingere i marchi collettivi sui mercati internazionali. Entro l’autunno è atteso anche il regolamento di riforma degli alimenti ad Indicazione geografica con l’obiettivo di aumentare le tutele per le denominazioni protette ed accorciare i tempi per le modifiche ai disciplinari delle Dop. Se fino ad oggi servivano anni per far riconoscere un prodotto tra quelli Dop, ora le tempistiche si riducono fino ad un massimo di sette mesi.

Etichette, emissioni e fitofarmaci: le normative in attesa 
Ci sono altri tre regolamenti europei in programma per il 2023 ma non è detto che questi vedranno la luce: sono la normativa sulle etichette, la direttiva sulle emissioni ed il regolamento sui pesticidi.
Per quanto riguarda la normativa sulle etichette (nutrizionali, di origine e gli health warning), ancora non c’è traccia nell’agenda della Commissione europea fino a giugno e gli stessi addetti al lavoro scommettono che non se ne parlerà neanche nella seconda metà dell’anno.
Sulle emissioni si vorrebbe approvare una direttiva che equipara l’inquinamento prodotto dagli allevamenti bovini a quello delle fabbriche: “Alla Commissione agricoltura dell’europarlamento la maggioranza è contraria all’equiparazione e lo stesso pensa il consiglio dei ministri”, ha specificato De Castro. Si prevede dunque un iter ancora lungo.
Sui fitofarmaci, il Consiglio dei ministri dell’agricoltura europea ha rimandato la proposta della Commissione al mittente per un supplemento di indagine ed è molto difficile che una nuova bozza possa essere approvata entro la fine della legislatura. “Non si può chiedere una diminuzione dei pesticidi senza fornire alternative agli agricoltori” ha commentato De Castro.