Dal campo
La stagione dei cachi promette bene, evitare dannosi esordi prematuri
Domenica Divano: «prodotto delicato che merita attenzione sia in produzione che in distribuzione»
La stagione dei cachi italiani si presenta bene e le previsioni della campagna sono positive. Il clima siccitosa non ha inficiato la produttività delle piante e i volumi sono regolari. Ne parliamo a IFN con Domenica Divano, amministratrice e direttrice vendite di Divano Srl, azienda di Sessa Aurunca (Caserta) che da generazioni è specializzata nella coltivazione di questo frutto. “Ci avviciniamo all’inizio della stagione e il sentiment è positivo: l’offerta sarà regolare e i frutti si presentano al meglio dal punto di vista organolettico e fitosanitario. In questa fase temiamo solo gli attacchi della mosca mediterranea. Invece, la siccità ha gravato sui costi di produzione, tanto che abbiamo dovuto investire il triplo negli interventi irrigui per sopperire al caldo estremo e al deficit idrico”.
“L’azienda produce cachi Vaniglia, Rojo Brillante e Tipo. Le superfici aziendali sono in costante crescita – afferma Divano - e la produzione si orienta sempre più verso il Rojo Brillante. Inizieremo con il Vaniglia e il Tipo ma il grande protagonista sarà proprio il Rojo. La stagione commerciale dovrebbe iniziare a ottobre e vogliamo rispettare il calendario senza nessun anticipo azzardato. I cachi sono frutti delicati che hanno bisogno del loro tempo senza forzare la mano: si deve eseguire un corretto e naturale processo di detannizzazione per poter consumare un frutto perfetto".
"Da sempre dico di diffidare della produzione eccessivamente in anticipo perché c’è il rischio di imbattersi in frutti trattati, con poco sapore, consistenza legnosa e minima durata. Offrire cachi inadeguati al mercato o non maturi è un autogol che il comparto non può permettersi “
“Referenza molto delicata che necessita delle accortezze di tutta la filiera. Anche nei reparti ortofrutta bisogna sapere gestire i cachi per evitare di alterarli. Essendo frutti con una stagione molto breve, i consumatori non ci danno una seconda opportunità e, quindi, dobbiamo offrire solo il meglio. Inoltre, se all’estero vogliamo vincere il confronto con competitor come la Spagna, occorre migliorare sempre di più, anche se sui costi di gestione c’è poco da fare: resta una coltura che comporta tanti oneri ma è la nostra grande passione”.