L'Italia perde terreno

Sau ridotta a 12,5 milioni di ettari

L'Italia perde terreno

Negli ultimi dieci anni l’Italia ha perso 400 milioni di chili di prodotti agricoli per l’alimentazione dell’uomo e degli animali a causa dell’abbandono e della cementificazione di terreni fertili, aumentando il deficit produttivo del Paese e la dipendenza dall’estero. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti su dati Ispra diffusa in occasione della Giornata mondiale del suolo che si celebra il 5 dicembre. In Italia la superficie agricola utilizzabile si è ridotta ad appena 12,5 milioni di ettari aumentando la necessità di importare prodotto straniero – sottolinea Coldiretti - in un momento storico segnato dai pesanti effetti della guerra in Ucraina sulle forniture alimentari con l’impennata dei prezzi. 
Il risultato è che oggi il nostro Paese è costretto ad acquistare all’estero i 3/4 (73%) della soia, il 64% della carne di pecora, il 62% del grano tenero, il 53% della carne bovina, il 46% del mais, il 38% della carne di maiale e i salumi, il 36% dell’orzo, il 35% del grano duro per la pasta e il 34% dei semi di girasole, mentre per latte e formaggi ci si ferma al 16%, secondo l’analisi del Centro Studi Divulga. 

“Noi agricoltori abbiamo bisogno di operare in terreni fertili e non può esserci una contrapposizione tra agricoltura e ambiente – sottolinea il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti -. Suoli in salute sono essenziali per realizzare un’economia pulita e circolare, garantire la biodiversità, arrestare il degrado, salvaguardando la salute umana attraverso la stretta connessione tra suolo sano e sicurezza alimentare”.
Il suolo infatti è indispensabile nella produzione alimentare ed elemento imprescindibile per l'equilibrio ecologico. 
La sparizione di terra fertile non pesa peraltro solo sugli approvvigionamenti alimentari – sottolinea Coldiretti – poiché dal 2012 ad oggi il suolo sepolto sotto asfalto e cemento non ha potuto garantire l’assorbimento di oltre 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che ora scorrono in superficie aumentando la pericolosità idraulica dei territori con danni e vittime.

“Per proteggere la terra e i cittadini che vi vivono, l’Italia deve difendere il patrimonio agricolo e la disponibilità di terra fertile puntando a una forma di sovranità alimentare con i progetti del Pnrr” afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “occorre anche accelerare sull’approvazione della legge sul consumo di suolo che potrebbe dotare l’Italia di uno strumento all’avanguardia per la protezione del suo territorio”. 

“E’ il momento di fare scelte consapevoli, aiutare la filiera con strumenti adeguati, potenziare la ricerca, l’innovazione, gli studi scientifici e il monitoraggio sui suoli, nonché aumentare nella società civile la consapevolezza dell'importanza di questa risorsa e destinando allo scopo le necessarie risorse finanziarie – conclude Giansanti -. C’è ancora un discreto gap tra promesse e azioni concrete”.