L'ortofrutta mette radici

Cosa ci insegnano carote, rape e ravanelli

L'ortofrutta mette radici

Vengono proposte tra le verdure, ma non appartengono a una categoria definita. Eppure i consumi le stanno premiando e il loro ruolo – sia nell'alimentazione che negli acquisti – sta via via crescendo: parliamo delle radici. Un gruppo di prodotti che vede le carote in primo piano, ma che si arricchisce anche di rape rosse e bianche, sedano rapa, rafano, daikon, ravanelli, per poi arrivare a curcuma e zenzero.

Si dice spesso che l'occhio vuole la sua parte negli acquisti, beh, per queste referenze l'aspetto visivo non è certo un tratto distintivo: a parte le carote, che possono sfruttare colore e ciuffo, le altre radici devono il loro successo più ai benefici che apportano all'organismo che all'attrattività nel punto vendita.

Le carote sono conosciute da tutti e proposte nelle diverse modalità di vendita: sfuse e confezionate, crude, cotte al vapore, grigliate... e poi finiscono anche in altri reparti, dai surgelati alla gastronomia. La loro presenza è costante durante l'anno e nei dodici mese mantengono mediamente prezzi mediamente bassi a fronte di buoni standard qualitativi. Ma il mondo produttivo sta cercando di alzare ancor di più l'asticella della qualità, provando a segmentare l'offerta verso l'alto, anche attraverso operazioni di branding che, al momento, ancora non decollano. Questi ortaggi possono essere facilmente segmentati anche grazie alla presenza o meno del ciuffo, oppure alle diverse colorazioni (viola, bianche), ma per ora queste sono proposte di nicchia. Il ciuffo è materia delicata: belle da vedere le carote che lo conservano, ma dopo poche ore di esposizione nei banchi possono evidenziare segni di avvizzimento delle foglie tali da precludere la loro vendita. Se le rotazioni non sono sufficienti, meglio allora proporle confezionate, così non perdono di appeal e si può costruire una esposizione efficace nel punto vendita, anche con l'aiuto del packaging.

Per le altre radici più povere, invece, la strada verso il successo è stata più lunga e difficile, molte di queste fanno parte delle antiche tradizioni culinarie di diverse regioni italiane e proprio per questo erano sconosciute fuori dal loro territorio. Stili di consumo più salutistici e chef che nei programmi tv le utilizzano spesso e volentieri, però, hanno contribuito alla loro diffusione.

Il vantaggio, anche per questi prodotti, è di avere prezzi medi annui bassi, un fattore che ne ha spinto ulteriormente l'utilizzo in cucina. Ovviamente con qualche eccezione tipo lo zenzero, rafano e la curcuma che invece hanno valori medio-alti.

Se le radici della tradizione fanno dell'italianità la propria bandiera, per lo zenzero fino a pochi anni fa la produzione arrivava tutta dall'estero, dalla Cina e dal Perù in particolare. Ma proprio l'interesse che si è creato attorno a questo prodotto, e il conseguente aumento dei volumi venduti, ha stimolato l'avvio della produzione italiana: un fenomeno di cui si stanno raccogliendo i primi interessanti risultati. Si ha una buona remunerazione in tutta la filiera, con proposte di prodotto fresco e italiano che in reparto è accompagnato da colorati ed accattivanti pack parlanti.

Ad oggi i vari tipi di rapa, proprio per non aggiungere costi, nella maggior parte dei casi vengono proposti sfusi, ma proprio per il loro aspetto privo di appeal sarebbe meglio vestire questi ortaggi, anche con un pack leggero, sufficiente a catturare l'attenzione del consumatore e trasmettere qualche informazione utile.

Anche i ravanelli, se proposti con la foglia, scontano lo stesso problema delle carote con ciuffo: nella gestione a negozio devono evitare l'avvizzimento delle foglie. Il prodotto confezionato aiuta a salvaguardare freschezza ed allungare la shelf-life.

Parlare delle radici non è un aspetto banale, perché a volte nel nostro settore ci sono prodotti che, anche se fanno da contorno alle categorie più importanti e blasonate, rappresentano la vera forza dell'ortofrutta, fatta di qualità intrinseche e benefici nutrizionali. Le radici possono quindi giocare un ruolo importante nei consumi giornalieri ed essere in un qualche modo da traino alle performance di reparto, se non altro perché arricchiscono di specificità la produzione italiana e riportano al centro l'attenzione al contenuto.