Nuove tecniche genomiche, è ora di ingranare la marcia

Genome editing e cisgenesi migliorano competitività e sostenibilità

Nuove tecniche genomiche, è ora di ingranare la marcia

“Non c’è agricoltura senza genetica, il clima cambia e dobbiamo cambiare le piante, non rivolgerci alle piante antiche, ma selezionare piante nuove per il clima nuovo e per fare ciò, la genomica (e quindi le TEA, ovvero le Tecnologie di Evoluzione Assistita) gioca un ruolo fondamentale.” L’intervento introduttivo di Luigi Cattivelli, Direttore del centro di ricerca Genomica e Bioinformatica del Crea, durante la presentazione del Position Paper “Nuove tecniche genomiche, genome editing e cisgenesi” elimina ogni dubbio, se mai ci fossero stati, sull’importanza strategica delle TEA per l’agricoltura italiana. 
“I campi di applicazione sono innumerevoli – ha continuato Cattivelli - e vi elenco i quattro principali: piante resistenti alle malattie, il miglioramento della qualità nutritiva e qualitative delle produzioni - come ad esempio il pomodoro che accumula vitamina D (che finora si trova solo in alimenti di origine animale) - migliorare la capacità produttiva di una pianta e sviluppare la resilienza al cambiamento climatico.”

“Questo è fattibile grazie a delle tecniche che intervengono in maniera mirata sul genoma della pianta – ha precisato il ricercatore - Con il Genome Editing interveniamo sul singolo gene in siti specifici e questo sistema è molto utile per ‘silenziare’ quei geni che provocano malattie. Al contrario, con la cisgenesi si trasferiscono uno o più geni di un individuo di una determinata specie nel genoma di un individuo della stessa specie, come accade con l’incrocio tradizionale, senza lo svantaggio di introdurre quei geni indesiderati che rallentano notevolmente il procedimento”. “Quindi – aggiunge - parliamo di tecniche che non introducono in nessun modo geni fra specie diverse, come accadeva con la transgenesi. Difatti, a livello legislativo, in tutto il mondo le varietà ottenute tramite TEA non sono equiparabili a OGM, a parte l’UE, dove sono normate dalle Direttiva 18/2001, che di fatto ne proibisce l’utilizzo in agricoltura.”
“Come Crea – prosegue Cattivelli – dal 2017 abbiamo ricevuto dei fondi statali per sviluppare le TEA in laboratorio (con la partecipazione del CNR e Università) che ha già prodotto diverse piante pronte per la sperimentazione in campo. Oltretutto si è venuto a creare un know-how diffuso (circa 25 laboratori e 15 specie coinvolte) che deve essere valorizzato da programmi di ricerca sostenuti da risorse pubbliche e private. Non possiamo aprire alle TEA senza investire, ma prima occorre innanzitutto cambiare la normativa italiana: dobbiamo iniziare a sperimentare in pieno campo e poi a livello europeo dove è fondamentale sottrarre le TEA all’equiparazione con gli OGM come avviene in tutto il mondo”.   

Il Position Paper in dettaglio
Il Position Paper è stato elaborato dal Cluster Agrofood Nazionale (l’associazione riconosciuta dal Ministero dell’Università e della Ricerca che aggrega Imprese, Associazioni di categoria, Università, Organismi di ricerca, Enti di Formazione e Rappresentanze territoriali che operano nel settore Agrifood) e da Assobiotec (l’Associazione Nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica). Nel documento sono illustrate le potenzialità delle TEA all’interno di un contesto agricolo italiano e come queste possano accrescere la sostenibilità della nostra agricoltura, oltre a produrre alimenti più salutari. 
Su queste basi vengono suggerite agli attori della politica tre azioni: consentire la sperimentazione in campo delle TEA in tempi brevi, rilanciare un programma di ricerca sulle biotecnologie pulite per l’agricoltura di domani e predisporre strumenti di trasferimento tecnologico dei risultati dalla ricerca al mondo produttivo, coinvolgendo anche le industrie private, in modo da rinnovare il panorama varietale e renderlo idoneo al nuovo scenario climatico. 

La ricerca sulle TEA in Italia 
Negli ultimi anni il mondo scientifico italiano, sia attraverso il progetto Biotech, finanziato dal Ministero dell’Agricoltura e coordinato dal Crea, sia mediante altre iniziative, ha sviluppato conoscenze avanzate nell’ambito delle TEA relativamente alle più importanti specie agricole italiane (pomodoro, vite, melo, agrumi, ecc.). Questo lavoro, che ha portato alla selezione di piante di volta in volta resistenti alle malattie, agli stress abiotici e/o con migliori caratteristiche qualitative e con potenzialità produttiva più elevata, è rimasto fino a oggi confinato nei laboratori. Le piante già selezionate con le TEA - e quelle che saranno selezionate nei prossimi anni - costituiscono una grande opportunità per l’agricoltura italiana – basti solo pensare alle perdite causate dalla siccità - purché però ci sia la possibilità di testarle in campo, una opzione al momento preclusa. 

La ricerca Crea sulle TEA  
Il Crea ha coordinato Biotech, il più importante progetto di ricerca pubblica per lo sviluppo delle TEA in agricoltura, giunto a termine lo scorso 28 febbraio 2023, portando ad importanti risultati che possono essere raggruppati in due grandi categorie: 
1. Piante editate o cisgeniche capaci di accrescere la sostenibilità delle colture attraverso la riduzione dei trattamenti fitosanitari, come ad esempio piante di pomodoro resistenti alle piante parassite (ma anche allo stress salino e idrico), basilico resistente alla peronospora, melo resistente alla ticchiolatura. Piante con migliorate caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali come orzo e frumento editati per aumentare la resa potenziale, agrumi arricchiti di composti antiossidanti e senza semi; melanzane e viti senza semi, pomodori a più alto valore nutrizionale.
2. Conoscenze avanzate e competenze specialistiche in un settore innovativo ed emergente nel panorama della ricerca in agricoltura, che pone l’Italia al passo degli altri Paesi europei più avanzati. Le attività di Biotech hanno permesso un balzo in avanti sulla conoscenza delle basi molecolari dei caratteri alla base del miglioramento genetico, aprendo l’orizzonte alla selezione di piante più sostenibili e più adatte ai nuovi scenari climatici.

Ettore Prandini

Prandini (Coldiretti): Bene la ricerca genomica per combattere i cambiamenti climatici
“Per vincere la sfida dell’innovazione – ha affermato il presidente di Coldiretti Ettore Prandini - è necessario investire nella ricerca con le nuove tecniche di cisgenetica che contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici. Per questo, come associazione, abbiamo siglato una convenzione con il Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura) per favorire la ricerca pubblica nelle Tea (Tecnologie di Evoluzione Assistita) ed estendere i risultati anche a favore delle piccole medie imprese”.

Massimiliano Giansanti

Giansanti  (Confagricoltura): Non ci tiriamo indietro sulla scienza applicata all’agricoltura
“Vogliamo che le nuove tecnologie applicate all’agricoltura diventino realtà. Quando si parla di scienza e ricerca nel nostro settore, non ci tiriamo indietro, anzi – ha detto Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura – Anche nello statuto della nostra Organizzazione ho fatto inserire che Confagricoltura crede nella scienza e nella ricerca. Ciò significa che vogliamo che le nuove tecnologie vengano adottate per l’agricoltura. Altrimenti continueremo a rimanere nello status quo che stiamo vivendo. Per permettere a tutti gli agricoltori di utilizzare la sperimentazione in campo delle TeA, servono però entrambi i percorsi, nazionale e comunitario”. 

Eugenio Tassinari

Assosementi, bene il Position Paper sulle TEA della filiera agroalimentare
“Riteniamo che le TEA siano indispensabili per consentire all’agricoltura italiana di rimanere competitiva, assicurando qualità e sostenibilità delle produzioni in uno scenario di crescente incertezza” ha dichiarato Eugenio Tassinari, Presidente di Assosementi, nel corso dell’evento. 
“Il nostro auspicio è che presto venga introdotto un quadro normativo chiaro, che non preveda una diversa regolamentazione per varietà ottenute attraverso l’utilizzo delle TEA nei casi in cui queste risultino analoghe a quelle ottenute mediante metodi di breeding tradizionali o attraverso processi naturali” ha aggiunto Tassinari. 
E ha concluso: "La valutazione dei prodotti TEA va basata su elementi scientifici e non emozionali. Precludere le possibilità di sviluppo e di utilizzo alle TEA sarebbe un grave errore e a pagarne il prezzo sarebbero i produttori primari e le piccole e medie imprese sementiere, che da tempo hanno bloccato i loro programmi di ricerca a causa di questa incertezza normativa. Il nostro settore è pronto a raccogliere questa sfida, ma attende di poter sperimentare in campo questi strumenti, bloccati da una legislazione che li accomuna erroneamente agli OGM”.