Ortofrutta, accelera ancora l’import

Tutti i dati del Monitor Ortofrutta di Agroter

Ortofrutta, accelera ancora l’import

L’import di ortofrutta prosegue inesorabile la sua corsa: i dati Istat aggiornati a ottobre certificano +6% a volume e ben + 16,1 % a valore, rispetto al 2021. In termini assoluti nei primi 10 mesi dell’anno da poco concluso, sono state importate quasi 3,5 milioni di tonnellate per un valore superiore ai 4 miliardi di euro, mentre l'export si ferma poco sopra i 3 milioni di tonnellate (-3%) e un controvalore di poco inferiore ai 4,5 miliardi di euro (-2,6%). 

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Ovviamente questi dati mantengono in negativo la bilancia commerciale a quantità, come lo scorso anno (- 340.381 ton), con un aumento di circa 6 volte, rispetto all’anno passato (- 55.267 ton), mentre a valore i dati sono ancora positivi, con + 240 milioni, ma il trend è preoccupante in quanto c’è stata una diminuzione del 75% da un anno all’altro.

Guardando i dati aggregati per categoria, il principale “colpevole” di questa debacle commerciale sono gli ortaggi che mostrano un aumento dei volumi importati rispetto al 2021 del 13% e, soprattutto, un incremento di ben il 50% se ragioniamo a valore. In sostanza, abbiamo importato più ortaggi a prezzi decisamente alti, tanto che è stata superata l’inflazione media del settore, prossima al 10% nel 2022. Al contrario, se si guardano i dati di esportazione, sempre riferiti agli ortaggi, notiamo invece performance negative sia a volume (-0.4%) sia a valore (-2%). È evidente come il settore orticolo abbia pagato più del dovuto le bizze meteo che hanno fortemente alterato la capacità produttiva nazionale.

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Proseguendo nell’analisi dei dati di importazione, c’è poco da sorridere anche per il settore agrumicolo che evidenzia incrementi a doppia cifra tanto a volume (+16%), quanto a valore (+11%), a fronte di un netto calo dei volumi esportati (-20%).

Quantomeno “regge il colpo” la frutta fresca, con i volumi importati che sono sostanzialmente i medesimi da un anno all’altro e il valore è cresciuto di solo il 3% (dato più basso fra le principali categorie). Anche per quanto riguarda l’export si è perso solo il 2% a volume e si sono guadagnati 4 punti percentuali in termini monetari.

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Per concludere, il dato complessivo dell’export tricolore non è particolarmente incoraggiante in quanto, da un anno all’altro, si è perso sia a volume (-3,1 %) sia a valore (-2,6 %). Ovviamente, per stilare un bilancio definitivo occorrono i dati dell’ultimo bimestre che potrebbero almeno in parte controbilanciare la situazione fin qui esaminata, in quanto ritroveremo in piena campagna alcuni dei prodotti più importanti per il nostro export, come kiwi e mele, ma fino ad ora i dati sono impietosi ed occorre che il settore trovi il modo per invertire la rotta.

Ha collaborato Giorgia Cifarelli