Pesche e nettarine di Romagna, campagna in chiaroscuro

Paolo Pari: «Attendiamo urgentemente le modifiche al disciplinare»

Pesche e nettarine di Romagna, campagna in chiaroscuro

La campagna delle drupacee estive è alle battute finali e lo stesso vale per la pesca e nettarina di Romagna Igp, 442 ettari coltivati tra le aree vocate delle province di Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Ravenna. Paolo Pari, presidente del Consorzio, fa un bilancio della stagione, concentrandosi sul disciplinare, che al momento tiene ancora conto delle vecchie varietà non più in produzione perché non incontrano più il gusto dei consumatori, ma non delle nuove. Il presidente torna quindi a sollecitare una risposta da parte degli organi preposti a Bruxelles. 


Pari, qual è il bilancio della stagione appena conclusa?


L’andamento è stato segnato da alti e bassi. Nella prima fase c’è stato un certo interesse, poi è calato sul prodotto tardivo. Da un punto di vista commerciale i nostri soci sono concordi nel fatto che la sufficienza sia stata risicata.
 

A livello produttivo?


I calibri sono stati leggermente inferiori, conseguenza della prolungata siccità, ma la qualità non he ha risentito.

 
Sono in aumento gli associati al consorzio?


Sì, soprattutto aumentano le domande per ottenere la certificazione di Indicazione geografica protetta. Tra i nostri soci ci sono già i principali produttori di pesche e nettarine di Romagna, ma l’interesse aumenta sempre di più anche negli altri. 

Invece i clienti premiamo l’Igp?


Chi sceglie una pesca Igp inevitabilmente ha uno sguardo attento al prodotto locale e anche la Gdo rinnova ogni anno il suo interesse per valorizzare il prodotto romagnolo, come anche le industrie di trasformazione che impiegano questo ingrediente ci tengono a mettere in risalto la componente Igp. Ancora però non possiamo esprimerci al meglio perché il parco varietale attuale non è incluso nel disciplinare che stiamo adottando ma su cui abbiamo avanzato delle modifiche.
 

La conferma definitiva per l’adozione era attesa ancora un paio di anni fa. Ora a che punto siete?


Questa estate abbiamo risposto all’ultima richiesta di chiarimenti da parte dell’ufficio preposto della Commissione Europea, ma ancora siamo in attesa di risposta. Ministero e Regione hanno già avallato la nostra proposta, ma manca l’ok dall’Ue. Finché applichiamo il disciplinare vecchio rimaniamo limitati, non possiamo esprimere al massimo le nostre potenzialità e non possiamo crescere.
 

Le superfici peschicole negli anni in Romagna sono drasticamente calate. È possibile invertire il trend? Il modello UNAPera può essere una soluzione?


La crisi della peschicoltura è un elemento da cavalcare e non escluderei un modello in stile UNAPera (società consortile che raggruppa 13 Op e 12 non Op con l’obiettivo di aumentare l’offerta pericola, riconquistare consumatori e dare maggiore redditività ai produttori, ndr). Per realizzare qualcosa di simile però la palla passa nelle mani delle aziende, che devono riflettere bene e capire se può essere il giusto stimolo per incrementare la produzione.

 

Il Consorzio della Pesca e la Nettarina di Romagna IGP è parte della campagna europea triennale di comunicazione e promozione della frutta e della verdura DOP e IGP “L’Europa Firma i prodotti dei suoi territori”. Il progetto, finanziato con l’aiuto dell’Unione Europea, ha lo scopo di far conoscere e comunicare i prodotti a marchio DOP e IGP con diverse attività quali ufficio stampa, attivazioni e partnership social, eventi e promozioni nei paesi target Francia, Germania e Italia. In quest’ultima nello specifico i consorzi coinvolti sono: Consorzi della Pera dell’Emilia-Romagna, dell’Asparago Verde d’Altedo IGP, della Ciliegia di Vignola IGP, della Pesca e la Nettarina di Romagna IGP, dell’Insalata di Lusia IGP, del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Variegato di Castelfranco IGP e del Radicchio di Chioggia IGP.