«Primofiore, vendite dinamiche all'estero»

Op Cai fa il punto sulla campagna del limone biologico

«Primofiore, vendite dinamiche all'estero»

Il limone primofiore sta per entrare nel pieno della sua campagna nel nord est della Sicilia, una campagna che accompagnerà produttori e consumatori fino a maggio. I consumi in Italia al momento non reggono però le aspettative di Cai, la Cooperativa agricoltori ionici, che coltiva limoni per il 70% biologici. 

Le vendite sono invece più stabili all’estero, dove le referenze bio viaggiano ad un ritmo nettamente superiore. “Da quando è iniziata la campagna a novembre, stiamo iniziando ad avere i primi volumi interessanti - spiegano a IFN Antonio Lo Conte, responsabile controllo di gestione, e Salvatore Scarcella, presidente dell’Op di Furci Siculo -. Sul fronte consumi l’inizio è stato pesante perché anche sul limone, soprattutto biologico, si è visto un calo degli ordini per la situazione di crisi economica che si respirava. In Italia la situazione è cambiata di poco e, anche adesso, stiamo lavorando molto specialmente con chi apprezza particolarmente il biologico, quindi l’estero, mercato che ogni anno rappresenta un 30-35% del nostro fatturato”.

Il prodotto quest’anno si presenta bene e attualmente in questo periodo non si registrano evidenti problematiche di mal secco sulle piante. Per questa malattia il Governo ha previsto un fondo di tre milioni in tre anni a partire da quest’anno per finanziare le attività di ricerca finalizzate al suo contenimento.  “La qualità della buccia del primofiore è buona, così come lo sono il succo e la pezzatura – spiegano dalla Cai -. L’unico neo è nel prezzo che, tra costi di lavorazione e packaging in aumento, non ci accontenta appieno. Bisognerebbe trovare un giusto compromesso, difficile però da individuare per ora”. 

I soci della Cai sono attualmente 201, per un totale di 600 ettari coltivati a limoni e altri 550 di arance, per un totale di 1150 ettari che a breve potrebbero diventare di più. L’Op messinese, infatti, sta lavorando per ampliare di altri due mila metri quadri il magazzino di lavorazione di Furci Siculo. Un investimento importante possibile anche grazie ai finanziamenti della Comunità Europea.  

“I lavori partiti lo scorso luglio termineranno per l’inizio della campagna 2023/24 e riguardano, oltre all’ampliamento della struttura, anche il rinnovo di alcuni macchinari, come una calibratrice nuova. Vi sono poi investimenti da parte delle aziende agricole socie che stanno realizzando nuovi agrumeti. La nostra intenzione – concludono Lo Conte e Scarcella - è infatti quella di aumentare l’offerta in base alle esigenze del mercato ma concentrandoci sempre sugli agrumi”.