Attualità
Quarant'anni di Conserve Italia con Renzi e Martina
“Quella di Conserve Italia è una storia di persone che, fin dall’inizio, hanno saputo costruire un’azienda di successo, una cooperativa vera, capace di interpretare, già dai primi giorni della sua attività, la mission di valorizzare i prodotti agricoli in modo completo, dalla coltivazione alla tavola del consumatore, con un proprio marchio, Valfrutta”. Con queste parole, il presidente Maurizio Gardini ha aperto la conferenza stampa di presentazione del libro “Il bisogno e il sogno. Conserve Italia: una bella storia di cooperazione”, che racconta origini, crescita e sviluppo del consorzio di San Lazzaro di Savena (Bologna), azienda leader in Europa nel settore agroalimentare, che quest’anno festeggia il suo quarantennale (1976-2016), peraltro contemporaneamente ai 70 anni del marchio Yoga, rilevato da Conserve Italia nel 1994, con l’acquisizione della Massalombarda Colombani, e i 160 del marchio Cirio, simbolo del “made in Italy” nel mondo, acquisito nel 2004.
Autori della “bella storia di cooperazione” sono Giuliano Vecchi, uno dei padri della moderna cooperazione italiana, e il giornalista Elio Pezzi, che raccontano i primi 40 anni di Conserve Italia attraverso le scelte imprenditoriali e l’impegno cooperativo, nonché le testimonianze e gli aneddoti dei suoi protagonisti. Vecchi, che ha realizzato la prima parte (1976-2000) della pubblicazione, ha sottolineato, tra le altre cose, che “il percorso di allora ancora oggi testimonia come sia possibile conservare valori, metodo e modelli gestionali rigorosamente cooperativi e mutualistici, pur perseguendo le dimensioni necessarie per competere sui mercati mondiali in modo efficace" e senza dimenticare “la visione che ha sostenuto quel periodo e le esperienze e i diversi ruoli che vi sono confluiti". Pezzi, che ha scritto la seconda parte (2000-2016), ha invece rimarcato come quel “sogno si sia sviluppato, compiendo scelte strategiche fondamentali, dal piano industriale a quello di ristrutturazione, dalla costruzione dello stabilimento di Pomposa – il più grande d’Europa – all’acquisizione di altre imprese europee, la Cirio su tutte, che rischiava di finire in mani straniere, affrontando altresì situazioni drammatiche come l’alluvione che aveva seriamente danneggiato lo stabilimento di Albinia e la crisi che ancora oggi colpisce l’Italia".
Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia, nel suo intervento si è concentrato soprattutto sul futuro dell’impresa, che passa dallo "sviluppo del made in Italy attraverso l’incremento di progetti di filiera che consentono di estendere le produzioni presso i soci dell'azienda, come sta avvenendo per i legumi e per la frutta mediante progetti dedicati all’industria, nonché per il pomodoro con lo studio e lo sviluppo di varietà più idonee all’uso industriale”. “Innovazione e nuovi prodotti – ha aggiunto Rosetti – permettono, infatti, più margini, più valore aggiunto e più capacità di entrare nei nuovi mercati, oltre a offrire importanti alternative ai soci in questi anni così difficili per la nostra agricoltura".
Ma “senza dimenticare la presenza sui mercati internazionali con una sempre più mirata politica di marchio, – ha concluso Gardini – portata avanti con i nostri grandi brand, quali appunto Cirio, Yoga e Valfrutta, e nella fedeltà al metodo cooperativo che ha salvato e incrementato un patrimonio che appartiene all’Italia e al made in Italy, e che ha nel settore agroalimentare uno dei ‘giocatori’ di maggior prestigio. Italia, infatti, vuol dire sole, natura, uniti ad una capacità produttiva e innovativa uniche”.
Autori della “bella storia di cooperazione” sono Giuliano Vecchi, uno dei padri della moderna cooperazione italiana, e il giornalista Elio Pezzi, che raccontano i primi 40 anni di Conserve Italia attraverso le scelte imprenditoriali e l’impegno cooperativo, nonché le testimonianze e gli aneddoti dei suoi protagonisti. Vecchi, che ha realizzato la prima parte (1976-2000) della pubblicazione, ha sottolineato, tra le altre cose, che “il percorso di allora ancora oggi testimonia come sia possibile conservare valori, metodo e modelli gestionali rigorosamente cooperativi e mutualistici, pur perseguendo le dimensioni necessarie per competere sui mercati mondiali in modo efficace" e senza dimenticare “la visione che ha sostenuto quel periodo e le esperienze e i diversi ruoli che vi sono confluiti". Pezzi, che ha scritto la seconda parte (2000-2016), ha invece rimarcato come quel “sogno si sia sviluppato, compiendo scelte strategiche fondamentali, dal piano industriale a quello di ristrutturazione, dalla costruzione dello stabilimento di Pomposa – il più grande d’Europa – all’acquisizione di altre imprese europee, la Cirio su tutte, che rischiava di finire in mani straniere, affrontando altresì situazioni drammatiche come l’alluvione che aveva seriamente danneggiato lo stabilimento di Albinia e la crisi che ancora oggi colpisce l’Italia".
Pier Paolo Rosetti, direttore generale di Conserve Italia, nel suo intervento si è concentrato soprattutto sul futuro dell’impresa, che passa dallo "sviluppo del made in Italy attraverso l’incremento di progetti di filiera che consentono di estendere le produzioni presso i soci dell'azienda, come sta avvenendo per i legumi e per la frutta mediante progetti dedicati all’industria, nonché per il pomodoro con lo studio e lo sviluppo di varietà più idonee all’uso industriale”. “Innovazione e nuovi prodotti – ha aggiunto Rosetti – permettono, infatti, più margini, più valore aggiunto e più capacità di entrare nei nuovi mercati, oltre a offrire importanti alternative ai soci in questi anni così difficili per la nostra agricoltura".
Ma “senza dimenticare la presenza sui mercati internazionali con una sempre più mirata politica di marchio, – ha concluso Gardini – portata avanti con i nostri grandi brand, quali appunto Cirio, Yoga e Valfrutta, e nella fedeltà al metodo cooperativo che ha salvato e incrementato un patrimonio che appartiene all’Italia e al made in Italy, e che ha nel settore agroalimentare uno dei ‘giocatori’ di maggior prestigio. Italia, infatti, vuol dire sole, natura, uniti ad una capacità produttiva e innovativa uniche”.
All'evento sono intervenuti anche il Premier Matteo Renzi e il ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina: “Grazie dell’impegno per il terremoto” ha dichiarato Renzi sul palco di Conserve Italia. “Voi rappresentate una storia grande per l’Italia: un miliardo di euro partendo dai piccoli. Se l’Italia riesce a capire quanto è grande la potenzialità dell’agroalimentare e smette di fare divisione e inizia a fare squadra, conquista il mondo. Noi semplifichiamo, e vi dico che per una volta l’Italia deve smettere di dividersi e continuare a fare qualità".
"Un pezzo di storia italiana che va oltre l’utopia - ha sottolineato Martina - è che è stata possibile grazie a un progetto comune che ha tenuto salde in Italia Massalombarda e Cirio, vera testimonianza del l’ideale cooperativo".