Roma brulica di turisti ma l’ortofrutta sta a guardare

Al Car le vendite restano fiacche

Roma brulica di turisti ma l’ortofrutta sta a guardare

Vacanze romane per migliaia di turisti italiani e stranieri, che per le festività natalizie prendono d’assalto la Città Eterna e i suoi siti d’interesse. Ovviamente a beneficiarne è tutto l’indotto cittadino che gode di ristoranti sold-out e strutture ricettive piene a tappo. In tutto questo fermento cosa fa l’ortofrutta? Resta a guardare…questo quanto traspare dalle parole dell’imprenditore romano Riccardo Lucci de La Fruttiera, operante al Car di Roma. “Da romano sono felicissimo – precisa Lucci – del flusso turistico che ha invaso la città ma purtroppo per le vendite di ortofrutta poco è cambiato. La situazione è molto stazionaria e anche referenze come carciofi e puntarelle, tipiche delle festività, non hanno avuto grandi margini di vendita”.

“Il periodo a ridosso dei giorni di festa – racconta il titolare de La Fruttiera – mi ha deluso, particolarmente, in mercato le vendite sono state blande e nessun tipo di referenza ha avuto dei trend positivi. Solo dopo il giorno dell’Epifania, inaspettatamente, qualcosa si è svegliato e le richieste si sono vivacizzate”.
Il turismo non fa ingranare la marcia all’ortofrutta e il caldo complica le cose. “Queste temperature record – puntualizza il grossista – stanno creando sovrapproduzione e tanta merce resta in pedana perché la domanda è limitata. Soprattutto per gli ortaggi di provenienza siciliana le quantità sono state eccessive in particolar modo con il pomodoro”.

Lucci descrive a IFN l’andamento delle singole referenze. “La soddisfazione più grande è per le fragole, finalmente abbiamo compreso che, anche, a gennaio si possono mangiare dei frutti di grande qualità. I carciofi romaneschi viaggiano su quotazioni tra 0,60 e 0,70 centesimi a capolino e non stanno vivendo un gran momento, come per le puntarelle, che dopo le festività abbandonano per un po' le abitudini alimentari dei consumatori”.

Sul fronte agrumi si cerca il piccolo calibro. “Non possiamo lamentarci degli agrumi – continua l’imprenditore – il tarocco va discretamente e abbiamo notato che c’è richiesta di calibro piccolo per avere un prodotto da spremuta. Le clementine stanno zoppicando – spiega Lucci – a causa della qualità non eccelsa, si vedono frutti con una buccia molto spessa e una polpa acquosa”. Il turismo snobba l’ortofrutta, verrebbe da dire, o forse hanno preferito il panettone.