«Sos Frutta», il grido dei produttori

Blitz Coldiretti a Torino, ecco il documento per il Governo

«Sos Frutta», il grido dei produttori

Hanno lasciato le campagne per un giorno per protestare contro il malfunzionamento del sistema. Ieri (martedì 22 novembre) sono stati un centinaio – secondo la nota stampa di Coldiretti – i produttori che si sono ritrovati in piazza Castello a Torino per alzare la voce contro la speculazione sulla frutta, al grido di “Sos Frutta”.

L’oggetto della protesta è lo stesso che da anni affligge il settore, ovvero prezzi inadeguati alla produzione ed eccessivamente alti al punto vendita. Una situazione che si è aggravata ancor di più con i costi di produzione sempre più alti a carico degli agricoltori. “Il risultato – ha spiegato l’analisi Coldiretti – è che i prezzi al dettaglio della frutta sono saliti di oltre il +6,5%, ad ottobre secondo l’Istat mentre è crisi profonda nei campi dove bisogna vendere 4 chili di mele per comperare un caffè. L’associazione ha inoltre evidenziato come i costi di produzione delle mele in campagna siano aumentati quest’anno di oltre 20 centesimi al chilo. Una situazione che esaspera gli agricoltori che piuttosto che svendere la frutta sottocosto preferiscono regalarla alle famiglie in grave difficoltà economica”.
Durante l’appuntamento, è stato allestito anche un ‘tavolo delle verità per far conoscere ai cittadini le distorsioni lungo la filiera” e nella piazza campeggiava un grande SOS realizzato con i cassoni della frutta da donare ai consumatori in fila.

Tra gli obiettivi dell’appuntamento c’era quello di sottolineare il ruolo dei produttori e le conseguenze economiche che può determinare la situazione attuale. “Per effetto delle difficoltà economiche e del caro prezzi nel carrello della spesa, gli italiani hanno tagliato gli acquisti di frutta e verdura che crollano nel 2022 del 9% in quantità rispetto allo scorso anno, ai minimi da inizio secolo”. Così specifica l’analisi della Coldiretti sulla base dei dati Cso Italy/Gfk Italia relativi ai primi otto mesi dell’anno.

Sono troppe le difficoltà che pesano sui conti delle aziende del settore: “Da un lato si registra l’aumento dei prezzi al dettaglio – evidenzia Coldiretti - dall’altro i valori riconosciuti agli agricoltori non coprono neppure i costi di produzione dei raccolti già falcidiati da maltempo, grandine e siccità. Infatti oltre ai danni provocati dai cambiamenti climatici, i bilanci delle aziende sono messi a rischio da rincari di ogni tipo, dal riscaldamento delle serre ai carburanti per la movimentazione dei macchinari, dalle materie prime ai fertilizzanti, con spese più che raddoppiate, fino agli imballaggi, con gli incrementi che colpiscono dalla plastica per le vaschette, le retine e le buste (+70%), alla carta per bollini ed etichette (+35%) fino al cartone ondulato per le cassette (+60%), stesso trend di rincari per le cassette in legno (+60%), mentre si allungano anche i tempi di consegna. In difficoltà è però l’intera filiera che si è trovata a fronteggiare aumenti unilaterali da parte dei fornitori di imballaggi come il vetro che costa oltre il 30% in più rispetto allo scorso anno ma si registra un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica”.

Il periodo non è dei migliori neanche per l’export ortofrutticolo nell’est europeo, in Oriente e nel sud del Mediterraneo, considerate le complicazioni derivate da guerra e crisi economica: il risultato è che troppi prodotti di altri Paesi si sono riversati sul mercato UE ed italiano. Coldiretti chiede un aumento dei controlli sanitari sui prodotti di importazione e più verifiche dell’origine riportata su etichette per il confezionato e sui cartelli per lo sfuso, con prodotti che troppo spesso vengono spacciati per italiani. Coldiretti chiede di fermare le speculazioni ed incentivare la produzione ed il consumo made in Italy.

Al termine dell'appuntamento - come riporta l'Ansa - il presidente della regione Piemonte Alberto Cirio e il presidente regionale della Coldiretti Roberto Moncalvo hanno firmato un documento della Coldiretti da sottoporre al governo per la tutela del comparto frutticolo.

Entrando nei dettagli, la proposta Coldiretti di intesa rappresenta un aiuto concreto per:
• attivare una collaborazione con Ismea per certificare in modo ufficiale e oggettivo i costi di produzione della frutta piemontese, compresi i costi di condizionamento; 
• richiedere al Governo un impegno affinché nei primi provvedimenti utili sia inserita una misura per la decontribuzione del costo del lavoro per le imprese frutticole; 
• farsi promotori a livello nazionale di una nuova disposizione normativa che, al pari di quanto già avviene su molte altre filiere agroalimentari, preveda l’obbligo di origine in etichetta dell’ortofrutta nei prodotti trasformati come conserve, marmellate, succhi di frutta; 
• inserire nei futuri bandi dei fondi europei e regionali a sostegno dell’agroindustria, il rispetto del Decreto Legislativo 198/2021 come condizione di ammissibilità alla presentazione della domanda.

Al termine della mattinata oltre 2.500 Kg di mele sono state devolute al Sermig e al Banco Alimentare di Torino.