Attualità
Ticchiolatura e carpocapsa del melo al centro del progetto BioFruitNet
Anche il centro di sperimentazione Laimburg tra i partner
L’Europa è leader mondiale nella produzione di frutta biologica. La gestione del suolo, la fertilizzazione e la protezione delle colture sono aspetti spesso sfidanti dell'agricoltura biologica, per i quali molti agricoltori in Europa adottano diverse strategie e la comunità scientifica si adopera nella ricerca. Tuttavia, queste conoscenze sono spesso poco diffuse e le barriere linguistiche e geografiche limitano lo scambio tra le aziende agricole biologiche dell'Unione Europea e tra la scienza e la prassi.
Nel progetto europeo "BioFruitNet", 16 organizzazioni di 12 Paesi europei hanno lavorato insieme con l’obiettivo di condividere soluzioni collaudate alle sfide della frutticoltura biologica adottate nei diversi Paesi, di costruire una rete e rafforzare così l'agricoltura biologica in tutta Europa. Hanno raccolto conoscenze pratiche e scientifiche e le hanno diffuse tramite e-learning, podcast, video e articoli.
"Anche il Centro di Sperimentazione Laimburg è stato partner di questo progetto e ha condiviso le sue conoscenze su malattie e parassiti come la ticchiolatura del melo e l’insetto invasivo carpocapsa, ma anche su molti altri aspetti. Abbiamo quindi messo a disposizione queste informazioni pubblicandole su diversi canali. Grazie a questo progetto si sono diffuse a livello transfrontaliero importanti strategie e approcci, di quali ora possono beneficiare altri frutticoltori biologici. Inoltre, si è creata una solida rete di innovazione a livello europeo per la frutticoltura biologica", spiega Markus Kelderer, responsabile del gruppo di lavoro Agricoltura Biologica del Centro di Sperimentazione Laimburg. Il progetto è stato coordinato dall’associazione Naturland (Germania).
Nell'ambito del progetto "BioFruitNet", sono state raccolte, analizzate e condivise informazioni sulla coltivazione biologica di pomacee e drupacee, nonché sulla coltivazione degli agrumi nell'Europa settentrionale, centrale e meridionale. I risultati sono riassunti in vari materiali: 30 video di corsi, numerose sintesi pratiche, cinque podcast e tre corsi di e-learning. Questi sono disponibili in diverse lingue sul sito web del progetto www.biofruitnet.eu . A lungo termine, questa nuova rete europea di conoscenze contribuirà a sostenere la strategia "Farm to Fork" dell'Unione Europea, che mira a raggiungere il 25% di coltivazione biologica dei terreni agricoli nell'UE entro il 2030.
Strategie di contrasto alla ticchiolatura e alla carpocapsa del melo
“Nell'ambito del progetto “BioFruitNet”, ci siamo concentrati su due temi rilevanti per la melicoltura biologica: la malattia fungina della ticchiolatura e la carpocapsa del melo”, spiega Josef Telfser del gruppo di lavoro Agricoltura Biologica del Centro di Sperimentazione Laimburg.
La ticchiolatura è la malattia fungina più importante nella coltivazione del melo poiché provoca macchie sui frutti e sulle foglie. Alcune varietà di mele sono più suscettibili, mentre altre sono resistenti. In autunno è necessario rimuovere le foglie cadute, poiché il fungo vi sverna. Misure di controllo efficaci, che vengono applicate in primavera sono i preparati di rame, e quelli di zolfo e calce. “Il monitoraggio del volo delle spore in primavera e in estate è fondamentale per una corretta applicazione dei prodotti fitosanitari. La combinazione di varietà resistenti e misure agronomiche riduce la necessità dell'impiego di questi preparati. Inoltre, stiamo studiando soluzioni alternative come, ad esempio, le coperture antipioggia”, afferma Telfser.
Per controllare la carpocapsa del melo, invece, vengono utilizzate diverse strategie: le misure preventive comprendono la rimozione dalla pianta di nascondigli come rami di bambù e cassette di legno. Le trappole ormonali sono utilizzate da anni in Alto Adige e ostacolano la riproduzione dell'insetto. Un ulteriore approccio utile sono i prodotti fitosanitari biologici e le barriere fisiche, come le reti sui singoli filari.
Foto in apertura: Reti antigrandine e antinsetto installate presso i campi sperimentali a Laimburg ©Laimburg Research Centre/ivo corrà
Fonte: Ufficio stampa Centro Laimburg