Fitosanitari, ecco perché l'Italia è il Paese più sicuro al mondo

In 20 anni crollo dei principi attivi; difesa integrata volontaria, una peculiarità italiana

Fitosanitari, ecco perché l'Italia è il Paese più sicuro al mondo
Nel recente rapporto sulla (scarsa, ndr) competitività del settore ortofrutticolo nazionale, redatto da Nomisma in collaborazione con Unaproa emergono diversi aspetti interessanti. Indubbiamente la normativa sui prodotti fitosanitari è uno di quelli che, alla luce degli ultimi scandali mediatici, merita un approfondimento.

In vent'anni più che dimezzati i principi attivi

In primo luogo occorre evidenziare come negli ultimi venti anni ci sia stata una riduzione dei principi attivi utilizzabili, dagli oltre 1.000 del 1993 agli attuali 300. Quindi si sfata un mito diffuso nell'opinione pubblica: oggigiorno si utilizzano molte meno sostanze chimiche rispetto al passato, e non viceversa.

Inoltre non si è agito solo sulla riduzione delle molecole, che fra l'altro sono sempre più eco-compatibili, ma anche sull'utilizzo sostenibile delle stesse. In quest'ottica si inserisce il Pan, il Piano d'azione nazionale sull'uso sostenibile degli agrofarmaci. Questo documento redatto da ogni nazione europea, regola le modalità di difesa delle colture agrarie italiane dal 2014 fino al 2018-2019.

Il documento italiano è particolarmente complesso, e conta 50 pagine di norme e 40 pagine di allegati, dovuti sia alla vastità del sistema agricolo italiano, sia al fatto che gli italiani (strano ma vero) sono fra i più evoluti al mondo in questo settore.
Non a caso in Italia sono possibili tre tipologie di difesa:
  • Difesa integrata obbligatoria;
  • Difesa integrata volontaria;
  • Lotta Biologica.

Difesa integrata volontaria: peculiarità tutta Italiana

La Difesa integrata obbligatoria e la Lotta Biologica, sono le stesse in tutta l'U.E. mentre la Difesa integrata volontaria è una peculiarità italiana, regolata dalle "Linee guida nazionali (LGN) di Produzione integrata" stilato da un apposito organismi tecnico scientifico nazionale; tutto ciò è ramificato a livello regionale, e quindi si avranno 22 "organismi tecnico scientifici" (uno per regione) che diramano 23 disciplinari di produzione integrata..

Tutto ciò ha portato alla realizzazione del "SQNPI" Sistema di qualità Nazionale di Produzione Integrata con tanto di creazione del "Gruppo Tecnico Qualità" di un "Comitato Produzione Integrata" e di un "Marchio Nazionale".
Per  cercare di "esemplificare" in Italia potrebbero essere commercializzate quattro tipologie di pesche:
  • Pesca biologica;
  • Pesca prodotta con tecnica di produzione integrata avanzata (Volontaria);
  • Pesca prodotta con tecnica di produzione integrata obbligatoria;
  • Pesca extracomunitaria.
Il prodotto ottenuto tramite la lotta integrata avanzata/volontaria, riduce oltremodo i principi attivi utilizzabili di circa il 40% rispetto alle U.E. complicando ulteriormente la difesa, ed obbligando il produttore ad adottare tutte le tipologie di lotta più ecosostenibili ed avanzate che il mondo della ricerca può esprimere. Non a caso è previsto un incentivo economico ad ettaro, per bilanciare l'aggravio di spese sostenute.

Italia: il paese ortofrutticolo più sicuro e salubre del mondo

Perché complicarsi così tanto la vita? Perché come scritto all'inizio, l'Italia è all'avanguardia della lotta Integrata. In particolare alcune regioni come Emilia Romagna e Trentino-Alto Adige utilizzano da tempo dei disciplinari di produzione integrata, e non a caso l'ortofrutta Italiana è la più sicura al mondo. E non siamo noi a dirlo, ma l'EFSA, che nel suo rapporto annuale 2013 sui residui di pesticidi negli alimenti, evidenzia come l'Italia abbia registrato il minor numero di prodotti agroalimentari con residui chimici oltre il limite (0.3%) inferiori di ben 5 volte alla media europea e di oltre 26 volte alla media extra-comunitaria; inoltre nel Bel Paese si ricercano il maggior numero di sostanze attive possibili (274 circa).

Queste considerazioni spazzano via qualsiasi dubbio sulla salubrità del prodotto italiano, come invece troppo spesso accade nei mass-media. Tuttavia, questo non è comunicabile al consumatore, in quanto sono concetti troppo complicati, e che paradossalmente potrebbero creare ulteriore confusione. Non ci ci credete? Provate a spiegare che cos'è l'agricoltura integrata in tre semplici parole...

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