A venti anni dalla sua nascita
Il Viaggiator Goloso si prepara a sbarcare
all'estero. Il marchio premium di
Unes Supermercati, lo ricordiamo, dal 2015 è anche un format, un'insegna con quattro punti vendita nel Milanese che, come ha spiegato
Mario Gasbarrino (amministratore delegato della catena) al quotidiano ItaliaOggi, potrebbe presto valicare i confini nazionali. E così prodotti come il
Tarocco Ippolito a marchio Viaggiator Goloso potrebbero trovare nuovi sbocchi commerciali e farsi conoscere all'estero.
Dal 2010 ad oggi Il Viaggiator Goloso ha registrato una crescita continua: se
nove anni fa il
brand valeva l'1% delle vendite grocery di Unes,
nel 2018 ha toccato quota
15,3%. Ma il trend continua:
da gennaio ad aprile di quest'anno l'incidenza è arrivata al
16,8% e l'obiettivo di
fine anno è il
17,5%. Una progressione importante che ha aiutato l'azienda nel centrare importanti risultati. Quando nel 2006 Gasbarrino si è seduto al vertice della società il
fatturato era di 539 milioni di euro, lo scorso anno ha sfondato quota
un miliardo. 
"Il marchio Viaggiator Goloso esisteva già - ha raccontato il manager al quotidiano economico - ma era molto di nicchia, avevi prezzi alti e non vendeva granché. Poi è cambiato qualche cosa in ciò che cercava la gente". Un cambiamento che l'insegna ha provato a intercettare con la formula
every day low price: convenienza tutti i giorni
senza ricorrere alle
promozioni. Convenienza ma anche gratificazione, ecco la risposta del Viaggiator Goloso che nel 2010 fatturava 8 milioni, oggi arrivati a
150.
"Abbiamo dato al brand una veste grafica nuova, abbassato il prezzo pur mantenendo la qualità, l'abbiamo fatto diventare un
premium accessibile e introdotto altre categorie, non solo prodotti di nicchia. Così la nostra quota di mercato è almeno cinque volte la media nazionale".

Il Viaggiator Goloso, come detto, è diventato format di vendita. "Ci stiamo convincendo che può vivere di vita propria con
concept nuovi - dice ancora Gasbarrino - Vorremmo provare a esportare quello che facciamo. Vendiamo soltanto a una piccola catena russa, ma giusto per non essere antipatici e dire di no. Il nostro obiettivo è offrire
prodotti autenticamente italiani, fatti nel rispetto di un disciplinare, con cura degli ingredienti. Andare all'estero avrebbe un doppio vantaggio: offriremmo un
luogo e un marchio di garanzia dei prodotti italiani genuini e a prezzi accessibili, combattendo così l'italian sounding. E il secondo vantaggio è che riusciremmo a portarci dietro
200 piccoli fornitori che altrimenti dovrebbero attrezzarsi da sé per esportare".
Nel frattempo la catena ha avviato un primo
test a Berna con la catena di grandi magazzini svizzeri
Manor. Ma il progetto guarda ancora più lontano.