Plastic tax, per Orogel un salasso da 2 milioni all'anno

Piraccini: "Una proposta sconvolgente". Unionplast: "Aumento del costo del 110%"

Plastic tax, per Orogel un salasso da 2 milioni all'anno
La plastic tax può avere un impatto pesante sulla filiera agroalimentare. Prendiamo Orogel, il gruppo romagnolo specializzato nei vegetali surgelati: la nuova tassa potrebbe pesare per circa 2 milioni di euro sul bilancio aziendale. Lo ha spiegato all'Ansa l'amministratore delegato Bruno Piraccini.

"La plastic tax si aggiunge alla tassa che già corrispondiamo al Conai e che tra l'altro ci è stata quasi raddoppiata - sottolinea Piraccini - Abbiamo quindi già una tassa sulle plastiche che corrispondiamo alla fabbrica che ci fornisce plastica e l'aggiunta di un'altra tassa come quella proposta è sconvolgente perché ci aumenta i costi in maniera notevole".

Tra l'aumento richiesto dal Conai e quello ipotizzato con la 'plastic tax', stima l'ad di Orogel, "parliamo solo per noi di un aumento di oltre 2 milioni di euro con un'incidenza sul nostro fatturato dell'1%".

La misura, come rileva in una nota Unionplast, "non ha finalità ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti, e rappresenta unicamente un’imposizione diretta a recuperare risorse ponendo ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese".



Ecco perché, come ammonisce Piraccini, il rischio è di avere una guerra tra interlocutori, tra produttore e distributore. "Cercheranno ciascuno di trasferire sull'altro l'onere - continua il manager romagnolo - e l'aumento si scaricherà alla fine sul consumatore. Da trent'anni abbiamo scelto la via della plastica riciclabile per i nostri imballaggi e questa tassa che colpisce indistintamente tutta la plastica, anche quella che non può essere riciclata, non è corretta. Non si può scaricare sulle imprese e sul consumatore l'inefficienza del sistema pubblico e semipubblico della raccolta non differenziata".

C'è poi il tema delle alternative, non sempre possibili alla plastica. "La plastic tax andrebbe a punire un’industria che sta facendo grandi sforzi nella direzione della sostenibilità drenando peraltro importanti risorse per investimenti per innovazioni - ancora Unionplast - Al momento, peraltro, la plastica non è comunque sostituibile in numerosi mercati e prodotti, confermandosi la migliore soluzione per l‘ambiente".



Unionplast spiega che oggi 1 chilogrammo di plastica (come materiale in input dei processi produttivi) ha un costo medio di 0,90 euro, al quale va aggiunto il valore medio del Cac (contributo ambientale Conai) pari 0,33 euro il kg, per un totale di 1,2 euro il kg. "A questo ammontare andrebbe sommata la plastic tax del valore di 1 euro il kg che farebbe lievitare del doppio il costo (2,20 euro il kg), il tutto da maggiorare di Iva. In altri termini, la tassazione determinerebbe un aumento del 110% del costo per l’intera filiera della plastica".

Una filiera che lo scorso anno ha sviluppato 12 miliardi di euro, in crescita dell'1,2% rispetto all’anno precedente. Sotto il profilo dei volumi, il 2018 ha registrato un andamento piatto, pari a 3,11 milioni di tonnellate, determinato dalla flessione dell’impiego di polimeri vergini bilanciata da un incremento dell’impiego di riciclati (aggregato pre e post consumo), che hanno vissuto una crescita di oltre il +6% rispetto all’anno precedente. L'effetto della plastic tax sulle famiglie, infine, viene valutata in circa 110 euro all'anno.

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