SCUSI FARINETTI, MA SI E' PROPRIO DIMENTICATO DELL'ORTOFRUTTA NELLA SUA MELA TRICOLORE! NON SI PREOCCUPI, NON E' COLPA SUA

SCUSI FARINETTI, MA SI E' PROPRIO DIMENTICATO DELL'ORTOFRUTTA NELLA SUA MELA TRICOLORE! NON SI PREOCCUPI, NON E' COLPA SUA
Venerdì scorso il patron di Eataly Oscar Farinetti ha invitato una selezione di imprenditori del settore nel suo nuovo shop di Roma per presentare insieme a Angelo Gaia la sua nuova creatura per la promozione dell'agroalimentare italiano nel mondo. L'idea è semplice e condivisibile: occorre concentrare la comunicazione su poche cose rilevanti e alzare la diffusione dell'informazione per rendere comprensibili ai consumatori i valori distintivi individuati. Per fare veramente qualcosa di rilevante e distintivo si deve andare oltre gli strumenti di oggi: biologico, integrato, DOP e IGP, sono troppo inflazionati e difficili da spiegare, occorrono nuovi paradigmi. Tre semplici regole: niente diserbanti, niente pesticidi e niente OGM da affiancare a materia prima rigorosamente italiana. Al di là delle implicazioni tecniche che non ho il tempo di approfondire ma che non mi scandalizzano, la cosa che mi ha più lasciato basito sul momento è stata l'assenza di qualsiasi riferimento all'ortofrutta nella comunicazione apparsa sui giornali (vedi sul Corriere del Sera di venerdì scorso); vino, carne, pasta, latticini, olio e salumi ma niente ortofrutta. Ma come, il primo comparto per export dell'alimentare italiano fuori dai prodotti del club della "mela tricolore"? Ma come, si propone un frutto come logo del progetto e non c'è l'ortofrutta fra i testimonial?
Non si preoccupi Farinetti, non ce l'ho con Lei, questa situazione che ha dell'incredibile non è colpa Sua, è il frutto della politica miope condotta dalla nostra ortofrutta, dove tanti piccoli orticelli, la maggior parte mal coltivati ma rigorosamente e orgogliosamente divisi, non hanno mai fatto un giardino di cui accorgersi. Se non ci ha pensato neppure Lei, con il suo fiuto per il business, che le specialità ortofrutticole italiane non hanno niente da invidiare ai migliori vini piemontesi in quanto a emozioni, forse anche Lei non condivide questa mia convinzione o – forse – la condivide ma sa che si dovrebbe fare troppo fatica a renderla un successo commerciale. La ringrazio in ogni caso perché ha confermato quanto qualche mese scrivevo su queste colonne a proposito di Angelo Gaia e della necessità di una figura carismatica come lui per la nostra ortofrutta (cfr Italiafruit News). Sono contento che ci abbia pensato Lei per il suo progetto. Le chiedo solo una cortesia, se ha un po' di tempo dia un'occhiata alla breve nota linkata qui sopra. Chissà, se ne condivide il contenuto, magari ci ripensa e prende a bordo anche l'armata brancaleone dell'ortofrutta. Tenga conto che ormai siamo sotto Natale ...............

Roberto Della Casa