SANT'ORSOLA, VOLANO LE ESPORTAZIONI

SANT'ORSOLA, VOLANO LE ESPORTAZIONI
A fronte di uno scenario mondiale e nazionale caratterizzato da un generale rallentamento dell'economia e da una conseguente flessione del potere di acquisto e dei consumi, il settore "piccoli frutti" registra una tendenza inversa. Le caratteristiche di salubrità e la praticità di consumo di questi prodotti, riconosciute ad apprezzate dai consumatori, fanno sì che la domanda si attesti su buoni livelli.
La strategia commerciale adottata è volta a rafforzare la presenza sui mercati internazionali, con una attenzione particolare a quelli emergenti. I numeri parlano chiaro: diversificare i mercati è fondamentale per valorizzare i prodotti conferiti dai quasi 1200 soci che fanno parte della Sant'Orsola, realtà leader in Italia nella produzione e vendita di piccoli frutti, fragole e ciliegie tardive.
Cresce in maniera esponenziale l'attività di esportazione verso la Russia, che diviene così il secondo mercato estero di sbocco per fragole, piccoli frutti e ciliegie firmati Sant'Orsola.
Anche negli Emirati Arabi Uniti, in particolare a Dubai, si apprezzano le delizie della Cooperativa di Pergine Valsugana: i consumatori mediorientali riconoscono il valore del "Made in Italy" e gradiscono il buon sapore che contraddistingue questi prodotti.



Proseguono i rapporti commerciali anche con i Paesi del Nord Europa, Olanda e Scandinavia in particolare, e del Centro Europa, come la Spagna. La Germania rimane il mercato principale di destinazione di fragole e piccoli frutti, con un fatturato che si prevede supererà i 3 milioni di euro.
"Siamo molto soddisfatti del lavoro che stiamo facendo - dichiara il Direttore della Cooperativa, Matteo Bortolini - abbiamo fatto anche un test con un mercato particolarmente interessante, la Cina, dove abbiamo spedito i primi 100 quintali di ribes rosso".
Riorganizzazione aziendale, presidio del marcato nazionale e internazionale: questi i fattori su cui punta Sant'Orsola per ripagare il socio - in maniera adeguata - della fatica del coltivare. La consapevolezza è che solo le aziende agricole sufficientemente gratificate continueranno ad abitare il territorio di montagna, mantenendo curato l'ambiente e vivace la vita economica e sociale di queste zone.

Fonte: Ufficio Stampa Sant'Orsola