Pesche piatte, il boom dell'offerta deprime i prezzi

La Spagna amplia le superfici, le quotazioni si abbassano. Anche in Italia

Pesche piatte, il boom dell'offerta deprime i prezzi
Giugno molto difficile per le pesche italiane: le quotazioni in campagna appaiono nettamente inferiori a quelle dello stesso periodo del 2013 (si parla mediamente di un 40% in meno, grandi difficoltà soprattutto per i calibri piccoli), mentre la concorrenza spagnola si aggiunge all'offerta italiana e deprime un mercato dove i consumi, complice la crisi e il clima instabile, non ne vogliono sapere di decollare.

Non fanno eccezione al trend attuale le "pesche piatte", complice il "gigantismo produttivo" della Penisola iberica: negli ultimi cinque anni, la produzione di Murcia è passata da 10.000 tonnellate all'anno a quasi 50.000 tonnellate, mentre quella di Lerida ha raggiunto le 100.000 tonnellate. E l'exploit non accenna a fermarsi.


Pesche piatte spagnole in vendita in un Pdv italiano a prezzo più basso delle altre varietà

"Negli ultimi anni - spiega Marco Eleuteri, direttore commerciale di Aop Armonia -  la Spagna ha investito pesantemente sulle paraguayos che rappresentano circa l'11% del totale-pesche: solo a Lerida nel 2009-2010 sono stati piantati quasi 2.000 ettari cui se ne sono aggiunti altri 1.200 nel 2011. In questa area saranno complessivamente disponibili, entro il 2015, 5.000 ettari aggiuntivi; in totale si stima saranno circa 9.000 gli ettari in più in produzione in tutta la Spagna entro il prossimo anno, quando in Italia la superficie complessiva dedicata alla platicarpa non supera i 500 ettari...".

Inevitabili gli effetti sul prodotto "commodity", non differenziato: flessione dei prezzi, percepibile già quest'anno sui mercati, come hanno confermato nei giorni scorsi a Italiafruit News alcuni operatori del Centro agroalimentare di Padova.

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