Fiere di settore, l’Italia cala il tris. Servirà?

Nel 2015 ci saranno tre eventi espositivi: scopriamo cosa ne pensano all’estero

Fiere di settore, l’Italia cala il tris. Servirà?
Il termine inglese per "occupato", nel senso di "indaffarato", è "busy". Questo è ciò che rende "business" un termine così straordinario. Quando è usato per descrivere un'attività – il commercio di frutta e verdura ad esempio – o una singola azienda, implica lavoro, coinvolgimento, movimento, dinamica: essere "busy" (occupati) in un business è un'ottima cosa, perché significa che non si sta seduti alla scrivania aspettando che il telefono suoni, osservando una cartella di posta in arrivo vuota. Gli inglesi amano essere "busy as a bee" (occupati come un'ape) perché significa che il nettare ambrato dell'industria si convertirà presto nel miele delle vendite.

Ma il termine "busy" ha un lato oscuro, perché essere "occupato" può significare anche non essere disponibile, forse anche non intenzionato ad essere coinvolto: è il "segnale di occupato" quando qualcuno sta cercando di chiamarti, è l'e-mail non consegnata che torna indietro non letta.

Nel corso dei prossimi 12 mesi, i membri del business internazionale di frutta e verdura avranno l'opportunità senza precedenti di partecipare a tre fiere di settore in Italia: Macfrut, Fruit Innovation e Fruit Gourmet Expo. Ognuna di queste sta gareggiando per essere il principale punto di riferimento del settore ortofrutticolo nazionale, una finestra attraverso la quale il mondo intero possa vedere ciò che l'Italia ha da offrire in termini di prodotti ortofrutticoli. Fruit Innovation e Fruit Gourmet Expo avranno entrambe luogo nel mese di maggio, mentre le date di Macfrut sono confermate alla fine di settembre. Per i visitatori internazionali tutte e tre le fiere richiedono almeno un pernottamento, più il tempo necessario al viaggio di andata e ritorno per raggiungere il luogo dell'evento. Sarà un periodo "busy" ma non necessariamente in senso positivo.


Visitatori al Macfrut, che nel 2015 debutterà alla Fiera di Rimini dal 23 al 25 Settembre prossimi.

Al giorno d'oggi siamo tutti molto indaffarati, e spesso occupati nell'inseguire nuovi affari. Il tempo è poco, il denaro ancora meno, e mentre l'idea di promuovere la propria attività alle folle delle fiere o fare networking tra esse è davvero ottima, per la maggior parte degli operatori del comparto ortofrutticolo semplicemente non ci sono abbastanza giorni nel calendario per garantire la partecipazione a più di una manciata di fiere di settore. La recessione globale ha reso essenziale per molte aziende dover diversificare per poter sopravvivere. Di conseguenza, questa è un'epoca nella quale alla maggioranza delle persone nel comparto è richiesto di sviluppare, o quantomeno tenere d'occhio, un numero di mercati nettamente più ampio, cercando prospettive non solo lungo i tradizionali itinerari di settore ma anche in vie commerciali emergenti, per permettere al proprio "business" individuale di progredire senza problemi. Pertanto il "business" in senso collettivo necessariamente acquista una posizione di secondo piano.

Aggiungiamo poi a questo il fatto che ci sono oggi molti più eventi di settore di quanti ce ne siano mai stati, molti dei quali proprio in quei mercati nuovi ed emergenti di cui sopra. Per il trio delle fiere italiane questo è un problema. In passato, all'interno dei confini di quel che era un mercato europeo piuttosto chiuso, una fiera di settore in Italia ricopriva il proprio posto legittimo nel calendario insieme agli altri eventi in Spagna, Germania, Francia e Regno Unito. Ma con il passare degli anni, mentre l'Italia ha continuato a puntare fortemente i riflettori su prodotto ed export, tutte le altre location fieristiche, inclusa la Spagna, hanno fatto diventare un proprio "must" anche il fatto di evidenziare le opportunità di import nelle proprie rispettive regioni.

L'effetto sull'Italia è stato drammatico. Ormai da molti anni, la singola nazione con il più alto numero di espositori a Fruit Logistica di Berlino non è la Germania e nemmeno l'Olanda o la Spagna, ma l'Italia. Esporre a Berlino per gli esportatori italiani è diventato un imperativo, non un'alternativa. Quindi tutto questo in quale situazione pone Macfrut, Fruit Innovation e Fruit Gourmet Expo? Le lascia a dover dimostrare un chiaro valore al mercato internazionale. Ma qual è questo valore?  Se è solo l'occasione per "guardare le vetrine" del paniere ortofrutticolo italiano, in cosa è diverso da Berlino?

Nell'interesse di una chiara divulgazione, ritengo opportuno segnalare che Market Intelligence, la casa editrice di Eurofruit, ha uno stretto legame commerciale con l'organizzatore di Fruit Logistica: Messe Berlin, incluso uno stretto coinvolgimento nella joint venture che organizza Asia Fruit Logistica a Hong Kong. Devo anche chiarire che NCX, l'azienda che vende in Italia la pubblicità e le sponsorizzazioni di Market Intelligence, è un co-organizzatore di Fruit Gourmet Expo.
Il legame di Eurofruit con Fruit Logistica ci porta dunque a suggerire che sia l'unica fiera da frequentare? Assolutamente no. Messe Berlin è ben sicura del valore del proprio prodotto per ricorrere a questo tipo di approccio, e ad ogni modo la sua aspirazione per Fruit Logistica è di essere la migliore e non solo la più grande. Inoltre, il fatto che gli operatori prendano parte ad altri eventi significa che possano dunque avere dei termini di paragone.


Nei Padiglioni di Veronafiere andrà in scena dal 5 al 7 maggio 2015 la nuova fiera Fruit Gourmet Expo.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, Eurofruit aiuta quindi moltissimi altri eventi di settore ad accentuare i propri punti forti: World Food Moscow, Fruit Attraction, Medfel, Interpoma e Fresh Market (Polonia) solo per nominarne alcuni. Per essere brutalmente onesti però negli ultimi anni è diventato molto più difficile identificare una "unique selling proposition", una caratteristica differenziante e distintiva, per un qualunque evento italiano di settore, quando la più ampia manifestazione al mondo di esportatori italiani ha luogo nella capitale tedesca.

Se riteniamo tuttavia che l'Italia debba avere una fiera di comparto sul territorio domestico, allora c'è un altro argomento da considerare, ovvero la praticità. Con programmi e orari più pieni che mai, il fatto di andare e tornare da un evento deve essere il più semplice e diretto possibile. È necessario che l'aeroporto sia vicino al quartiere fieristico, che gli hotel siano numerosi e variegati in termini di prezzo, che i ristoranti offrano un medesimo range di opzioni ed infine che il centro espositivo stesso non sia niente di meno che avanguardia. Per questa ragione, la mia fiera italiana di settore ideale sarebbe a Bologna o Roma, malgrado la mancanza di un soddisfacente quartiere fieristico nella "Città Eterna". La vedrei però non come una fiera di settore italiana bensì come un evento EMEA, promosso come piazza internazionale destinata ad aiutare i buyer di Europa Meridionale, Africa, Medio Oriente e Asia Centrale a scoprire il meglio del Mediterraneo. So che Cesena Fiera, l'ente organizzatore di Macfrut, ha tentato di muoversi in questa direzione ma credo che non sia ancora riuscito a raggiungere l'obiettivo perché il focus è rimasto troppo incentrato sull'Italia stessa. Forse il fatto che Madrid sia meglio connessa rispetto a Cesena c'entra qualcosa? Se è così, temo allora che Macfrut non abbia forse colto in tempo l'occasione di trasferirsi in una delle principali città italiane e ripristinare la propria precedente gloria. 

Per quanto riguarda i due nuovi pretendenti, Fruit Innovation a Milano ha molto da dimostrare e sicuramente incontrerà difficoltà nel misurarsi con quanto ottenuto da Ifema con Fruit Attraction nonostante la notevole influenza di Fruit Logistica. Fruit Gourmet Expo a Verona sta probabilmente puntando ad un diverso segmento di mercato nell'ambito della ristorazione, ma permane comunque la medesima questione di praticità e rilevanza internazionale. Dal mio punto di vista il pericolo è che, per adottare una metafora legata all'Italia, gli organizzatori dell'evento nazionale perdano tempo mentre Roma brucia. Si può sostenere che un unico evento potrebbe anche offrire l'occasione per scombussolare il mercato e costruire qualcosa di nuovo per l'Italia. Ma tre fiere che puntano fondamentalmente allo stesso target? Non ne sono convinto.


Fruit Innovation 2015 debutterà alla Fiera di Milano dal 20 al 22 maggio 2015

Riflettendoci, arriverei fino a dire che il settore ortofrutticolo italiano non ha bisogno di una fiera nazionale di comparto. Oltre ad essere il paese con il maggior numero di espositori a Fruit Logistica, l'Italia è seconda solo alla Cina ad Asia Fruit Logistica a Hong Kong. Le imprese italiane espongono anche in manifestazioni a Mosca, Madrid, Dubai e USA, rendendo l'Italia una delle fonti di frutta e verdura più proiettate verso l'esterno ed estese al mondo. Perché non abbandonare l'idea di una fiera italiana e dedicare più risorse a promuovere l'ortofrutta nazionale su scala mondiale?

Un pensiero conclusivo. La mia carriera di giornalista nel settore ortofrutticolo non sarebbe mai iniziata se non fosse stato per l'Italia. La lingua che ho studiato all'università mi ha permesso di convincere Chris White a darmi un lavoro orientato alla copertura del mercato italiano. Nelle mie innumerevoli visite, ho imparato molto su come funzionino gli affari e mi sono fatto alcuni buoni amici lungo il percorso. So che molte di quelle persone tengono veramente alle fiere di settore di cui sto discutendo e desiderano che funzionino. Io desidero lo stesso e rispetto pienamente il fatto che probabilmente vedranno le cose diversamente rispetto a me. Spero che potranno apprezzare che il mio intento in questa sede è semplicemente di aiutare offrendo un punto di vista esterno, espresso con lo stesso calore e rispetto che mostro agli straordinari operatori del settore ortofrutticolo italiano quando li incontro faccia a faccia. Auguro loro il meglio e spero che il loro "business" rimanga "busy" nel migliore senso del termine.

* Mike Knowles è editor di Eurofruit Magazine e managing editor di Market Intelligence Ltd

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