Verona: Perbellini si dimette, scambio d'accuse con il Cda

L'ex presidente: immobilismo e opacità al Mercato. Maccini: colpa sua, non ha voluto confronto

Verona: Perbellini si dimette, scambio d'accuse con il Cda
Con una lettera indirizzata al sindaco Flavio Tosi, ai soci, ai consiglieri del Cda e alla stampa, Erminia Perbellini ha comunicato ieri di aver rassegnato le dimissioni dalla presidenza di Veronamercato. Il mandato sarebbe scaduto tra breve, ad aprile. "Immobilismo e opacità: ecco perché lascio la Presidenza", l'esplicito titolo della lunga missiva, che suona come un pesante j'accuse e sottolinea in particolare una mancanza di visione strategica per rendere più al passo con i tempi il Centro agroalimentare, ed il conflitto tra la categoria dei grossisti e la direzione.

"Sono dimissioni irrevocabili", spiega a Italiafruit News Perbellini, recentemente nominata al vertice di Mercati Associati. Mentre il Cda, per bocca del consigliere Maccini, fa valere le sue ragioni (leggere sotto) e i grossisti della Fedagro preannunciano un comunicato stampa per oggi.

Ecco il testo completo della lettera della ormai ex-presidente della realtà scaligera:

La lettera

"Caro sindaco,
considerati i gravissimi problemi che stanno attanagliando la Veronamercato, sollecitata dall'acceso dibattito politico e dalle polemiche rimbalzate sulle cronache cittadine circa le sorti dell'Ente che presiedo, sento l'obbligo di indirizzare non solo a te, ai Soci, ai Componenti del CDA e a quelli del Collegio Sindacale, ma all'intera Cittadinanza, attraverso gli Organi di stampa, questa lettera per esporre le mie considerazioni e conseguenti decisioni. La schizofrenica situazione in cui versa il Consiglio di Amministrazione, in cui Consiglieri nominati dal Socio di maggioranza - il Comune di Verona - disattendono le sue indicazioni, credo sia un segnale impossibile da ignorare.

Ho accettato la responsabilità dell'incarico assegnatomi nel 2012 - credo in segno di stima -, sentendomi onorata di presiedere il Consiglio di Amministrazione di una realtà di riconosciuto valore e di vitale interesse per l'economia cittadina, una realtà che affonda le sue radici nella storia stessa di Verona. Nell'assumere il mio incarico ho sentito anche la mia forte responsabilità nei confronti dei dipendenti e delle loro famiglie e di tutti gli Operatori che animano il mercato.

Ho svolto il mio impegno secondo il mandato affidatomi e ho costantemente informato il Comune, Socio di maggioranza, coinvolgendo di volta in volta gli interlocutori di competenza, condividendo la valutazione di ogni situazione emergente e le decisioni in merito.
Ho vissuto il Mercato. Non mi sono accontentata di occupare l'ufficio di presidenza, ma mi sono recata in Galleria di primissimo mattino, per capire dai diretti protagonisti tutti gli aspetti dell'attività che vi si svolge, movimentando 365mila tonnellate di merci l'anno.

Ho colto problemi e opportunità che la crisi ha posto in primo piano e che richiedono risposte competenti e decisioni razionali e soprattutto rapide. Ho capito che il mercato di Verona non può adagiarsi sugli allori del suo glorioso passato. Deve trovare nuovi sbocchi per l'export, recuperare le posizioni aggredite dagli agguerriti competitor stranieri, specie sul mercato tedesco, valorizzare tipicità e qualità dei prodotti del nostro territorio e imporli, coinvolgendo in un nuovo rapporto anche i consumatori.



Sulla base di queste a altre considerazioni mi sono recata più volte all'estero per visitare i principali mercati europei e quelli dell'Est e ho allacciato una forte sinergia strategica con il mercato di Padova e con quello di Treviso, sinergia che ha favorito il sostegno della Regione alla nostra partecipazione alle Fiere di Madrid e Mosca.

Sono riuscita a condividere con il Cda un'iniziativa innovativa in Italia come "Veronamercato Network, rete d'impresa costituita per promuovere sia le relazioni con la Grande Distribuzione Organizzata sia i contatti con i mercati esteri, sostenendo tutti gli operatori, anche i piccoli. Ma è stato un unicum.

Ho trovato un Ente privo di visione, una struttura rigida, ancorata a schemi di gestione superati, impietrita sulla tradizione di Ente gestore di spazi in concessione, una logica oggi superata e inadatta a rispondere alle richieste degli Operatori che a voce sempre più alta denunciano a ragione la nostra insufficienza . Ho verificato un grave e consolidato disagio nei rapporti fra Operatori e Direzione, disagio che, in presenza della crisi in atto, si è tramutato in un insanabile contrasto.

Come era mio dovere, ho chiesto e preteso dalla Direzione trasparenza ed efficacia di gestione. Mi sono imbattuta nel muro della burocrazia e nell'opacità di comportamenti che ho segnalato ai Soci.

Quando sono emerse le condizioni per un deciso cambiamento di rotta, non mi è stato consentito di portare a termine la mia azione. Avrei voluto condividere con il Cda una visione imprenditoriale dell'oggi, una visione prospettica che avrebbe portato Veronamercato a trasformarsi in un moderno centro servizi, in grado di supportare efficacemente le attività e il business che vi svolgono. Avrei voluto che Veronamercato smettesse di essere soltanto un gestore passivo di spazi, un semplice spettatore, ma adottasse le opportune dinamiche di cambiamento per trasformarsi in un vero partner per gli operatori che oggi questo chiedono.
Gli ultimi sei mesi, al contrario, hanno visto un Cda diviso e agonizzante, svilito da una continua e inutile prova di forza muscolare, congelato da ostracismi e faziosità.

Un Cda telecomandato dalla burocrazia, privo di visione al punto da criticare persino la mia nomina a presidente di "Mercati Associati" che chiunque avrebbe letto come una nuova opportunità di visibilità e peso nazionale per tutta la città. Constatata l'irreversibilità della situazione e l'impossibilità di esercitare il mandato assegnatomi, ritengo di aver adempiuto ai miei doveri rappresentando VeronaMercato per l'ultima volta alla Fiera di Berlino.

Sono sinceramente grata a tutti coloro che hanno condiviso il mio impegno, ai Dipendenti della Veronamercato e agli operatori cui auguro di riuscire a incidere nel futuro dell'Ente.
Rassegno pertanto le mie dimissioni, auspicando che il mio gesto dia la misura dell'urgenza di uscire dalla palude dell'immobilismo e dei veti incrociati per assicurare futuro alla Veronamercato".


Le reazioni del Cda: non ha saputo legare, rifiutato il confronto

"Siamo stupiti - dice il consigliere Annunciato Maccini, da sette anni nel Cda di Veronamercato - c'erano state scaramucce e divergenze, ma tutto lasciava pensare che il mandato si sarebbe potuto portare a termine".

La lettera di dimissioni suona come atto d'accusa nei confronti del Cda: cosa ne pensa? "E' lei ad avere precise responsabilità", ribatte Maccini. "Non è riuscita ad amalgamare il Cda e ad amalgamarsi: un presidente che si rispetti con il Cda dovrebbe andare d'accordo o perlomeno dialogare. Se si è arrivati a questo atto estremo, vuol dire che qualcosa è successo".

Cosa? "Su determinate scelte e soprattutto sulla battaglia contro la direzione è andata oltre: in qualunque ente o associazione il presidente dovrebbe cercare un confronto e un dialogo con il direttore, anche alla luce di quanto fatto nei precedenti 18 anni da Paolo Merci, che dalla sua ha risultati concreti e bilanci in attivo. Per rispetto della presidente non le abbiamo chiesto le dimissioni. Ma è un fatto che si sia trovata in disaccordo con i consiglieri espressi dal Comune di Verona, socio di maggioranza, e nonostante ripetute richieste in tal senso, non abbia mai voluto confrontarsi, se non con gli operatori. Operatori che meritano il massimo rispetto ma che, come tutti, devono sottostare alle regole del Mercato".

"Il prossimo aprile il Cda decade, spero che la prossima presidenza porti una guida nuova in grado di tenere alte le sorti di un Mercato strategico come quello veronese, nel rispetto dei ruoli di tutti", conclude Maccini.
 
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