Via libera a pesche, fragole e arance greche in Russia?

Via libera a pesche, fragole e arance greche in Russia?
Gli alti funzionari di Mosca stanno prendendo in considerazione l'idea di dispensare la frutta greca dal divieto russo di importazione di cibo imposto lo scorso anno ai Paesi dell'Unione europea in rappresaglia contro le sanzioni occidentali, e questa mossa potrebbe sottolineare il tentativo da parte del Cremlino di rafforzare i legami con Atene influendo nello stesso tempo sulle politiche di Bruxelles. Il settore agricolo ellenico è stato duramente colpito dal divieto di importazione imposto dalla Russia a partire da agosto, ma adesso Atene chiede una deroga per le sue pesche, fragole e arance.

Oltre che da antichi rapporti economici i due Paesi sono legati dalla comune fede ortodossa e la drammatica situazione debitoria di Atene ha fatto in modo che negli ultimi mesi si verificasse un certo riavvicinamento con Mosca, soprattutto dopo l'elezione di Alexis Tsipras. La Grecia è ancora alla ricerca di nuovo credito finanziario, e nello stesso tempo è in grado di bloccare con il veto eventuali nuove sanzioni UE contro la Russia per la vicenda ucraina. Il presidente russo Vladimir Putin ha invitato il suo omologo greco, Alexis Tsipras, a Mosca nel mese di maggio. "La Grecia è tradizionalmente fedele alla Russia, per ragioni storiche, culturali e religiose , e inoltre costituisce un ottimo strumento per cercare di influenzare la politica dell'Unione europea", rileva Fyodor Lukyanov, direttore dell'edizione russa di "Global Affairs".

Anche il vice ministro greco delle politiche agricole, Panagiotis Sgouridis, ha detto ai giornalisti che la frutta ellenica potrebbe essere tolta dall' elenco delle merci vietate a seguito di un incontro con i funzionari di vigilanza sulla sicurezza alimentare della Russia. In apparenza la Russia ha reagito favorevolmente alla richiesta: il portavoce di Putin, Dmitry Peskov, ha detto che la Russia potrebbe consentire l'importazione di frutta greca se questa fosse destinata ad essere trasformati in Russia.

Atene fino ad oggi non ha rivolto a Mosca alcuna richiesta ufficiale ma la mossa potrebbe compiersi in questa settimana, dice la portavoce del Rosselkhoznadzor Yulia Trofimova: "Quando la richiesta ci sarà pervenuta la trasmetteremo al governo, che prenderà una decisione", ha aggiunto. I funzionari russi avvertono tuttavia che nessuna eccezione può essere decisa "tout court" per la Grecia a causa degli obblighi assunti dalla Russia con l'adesione all'Organizzazione mondiale del commercio.

Il ministro dello Sviluppo economico, Alexei Ulyukayev, teme che l'OMC potrebbe ostacolare qualsiasi spinta per aiutare i produttori di frutta greci: "Abbiamo bisogno di trovare una soluzione che non contraddica le norme dell'OMC perché la semplice esenzione di un singolo Paese è impossibile".

Il portavoce Peskov pensa che destinare le importazioni ad un'attività di trasformazione in territorio russo potrebbe essere un modo per aggirare il problema. "In questo caso si potrebbe elaborare un processo di consegna indiretta di materie prime non trasformate ai nostri impianti di trasformazione alimentare", suggerisce, anche se gli esperti legali mettono in dubbio l'applicabilità delle regole dell'OMC in questo caso.

Anche alcuni Stati membri dell'UE, tra cui la Polonia, hanno detto che divieto di importazione di cibo di Russia viola le norme dell'OMC , ma nello stesso tempo la Commissione europea non ha presentato una denuncia contro la Russia dinanzi all'organo del commercio globale.
Peraltro, ragioni di opportunità dicono anche che la Grecia non può essere l'unico paese dell'Unione europea ad ottenere la dispensa russa. Ulyukayev ammette infatti che una richiesta verbale per un allentamento dell'embargo sui generi alimentari è stata avanzata anche dall'Ungheria. Il primo ministro ungherese, Viktor Orban, si è espresso con chiarezza contro l'isolamento economico della Russia e all'inizio di questo mese ha ospitato Putin a Budapest, dove i due leader hanno firmato un accordo per la fornitura di gas. Durante la visita, Putin ha detto inoltre che le sanzioni non dovrebbero impedire ai due Paesi di cooperare nel settore agricolo. "Il lavoro congiunto per la creazione di società miste nel settore agricolo potrebbe aiutarci a uscire da questa situazione, legata alle sanzioni di rappresaglia", prevede il capo del Cremlino.

Atene esporta in Russia circa 20 mila tonnellate di fragole e tra 45 e le 60 mila tonnellate di pesche all'anno, che rappresentano il 40 per cento del totale delle importazioni russe di fragole e il 25 per cento di quelle di pesche.

Secondo Irina Kozy, direttore di "FruitNews", qualsiasi accordo di compromesso, come quello lanciato da Peskov con l'idea della trasformazione in Russia, è di difficile realizzazione a causa degli elevati costi di trasporto e di trasformazione: "Il prodotto sarebbe troppo costoso per essere considerato dal mercato".

Come si è già detto, i rapporti tra Mosca e Atene sono tradizionalmente buoni anche per via di una religione condivisa. Atene inoltre si è spesso schierata con Mosca nelle controversie internazionali: la Grecia non ha mai riconosciuto il Kosovo indipendente ed anzi condanna la sua nascita sostenuta dagli USA. Inoltre, in Russia vivono circa 190.000 greci etnici e greci del Ponto e sulla costa del Mar Nero, oltre che nella regione di Stavropol a Nord del Caucaso, sono insediate da secoli popolazioni di origine greca. Anche gli investimenti russi in Grecia negli ultimi anni sono cresciuti, passando da 33 milioni di dollari del 2007 a 98 milioni dollari nel 2013, secondo i dati della Banca centrale.

Fonte: The Moscow Times