Russia-Grecia, patto di ferro e fine dell'embargo?

Ieri Tsipras a Mosca, che potrebbe "riabilitare" anche Ungheria e Cipro. Salvi: bene, primo passo

Russia-Grecia, patto di ferro e fine dell'embargo?
Vladimir Putin ha ricevuto ieri la visita di Alexis Tsipras, primo premier europeo a recarsi a Mosca dopo l’omicidio del membro dell’opposizione Boris Nemtsov. Uno degli argomenti più importanti sul tavolo è stato l’embargo russo contro i prodotti agro-alimentari europei: le esportazioni della Grecia verso la Russia valgono 125 milioni di euro annui e sono di importanza fondamentale per l’economia delle regioni elleniche settentrionali.

Salvi: «Fine embargo sarebbe una buona notizia»

Atene non nasconde il malcontento nei confronti dell'Unione Europea e a Putin non dispiacerebbe dimostrare a Bruxelles la sua capacità di attirare nella propria area di influenza i leader europei. Non è un caso se ieri il ministro russo dell'Agricoltura ha rivelato che Mosca potrebbe escludere Grecia, Ungheria e Cipro dal divieto deciso dopo le sanzioni comminate da Bruxelles. Fonti citate da Bloomberg assicurano la disponibilità di Mosca a discutere delle misure restrittive sui prodotti agricoli e un portavoce dell'agenzia per la sicurezza degli alimenti Rosselkhoznadzor ha anticipato l'avvio, per il 20 di questo mese, dei controlli necessari per riavviare le importazioni di prodotti agricoli.

Il presidente di Fruitimprese Marco Salvi commenta in maniera positiva: "E' un primo passo; andare verso l'estinzione graduale, o per Paese, dell'embargo - secondo un percorso peraltro già nell'aria da parecchie settimane vista anche la situazione di tensione tra Grecia e Unione Europa - sarebbe importante alla vigilia dell'imminente campagna estiva di pesche e nettarine perché alleggerirebbe la pressione in un importante mercato produttore con benefici per tutti i competitor".

Per Salvi però non basta: "La diplomazia comunitaria deve lavorare affinché si sblocchi la situazione in tutti i Paesi comunitari: l'Unione Europea l'abbiamo costruita per avere pari opportunità e pari condizioni di mercato, cosa che raramente avviene...". 

Fragole, pesche e kiwi

La visita di Tsipras in Russia, che fa storcere il naso a Bruxelles - e prosegue oggi con il faccia a faccia con il premierm Medvedev - era in realtà prevista per maggio, ma le impellenti questioni economico-finanziarie hanno suggerito ad Atene di anticipare. In un’analisi apparsa  su Moscow Times e ripresa da Panorama, si sottolinea che la via apparentemente più facile e immediata per ottenere benefici reciproci è legata proprio all’ortofrutta: dato che prima dell’embargo russo la Grecia era uno dei maggiori fornitori di frutta (la Russia importava dalla Grecia il 40% delle fragole e il 25% delle pesche oltre a ingenti quantitativi di kiwi), Putin potrebbe decidere di ridare il via libera ad Atene.

Molti esperti di mercato - scriveva ieri La Stampa - temono che senza la frutta greca - soprattutto fragole - non si riuscirà a riempire gli scaffali dei supermercati russi. L’interscambio tra Mosca e Atene - 33simo partner commerciale russo - nel 2014 è stato di 4,2 miliardi di dollari, il 40% in meno rispetto al 2013. E nella situazione critica della Grecia riaprire le esportazioni potrebbe ridare fiato almeno a un segmento del settore agroalimentare che, secondo alcune stime, ha perso dalle controsanzioni russe qualcosa come 30-35 milioni di euro.

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