Le forniture di frutta a Mosca? Una roulette russa

Fresh Intelligence Consulting analizza gli effetti commerciali dell'embargo sui singoli prodotti

Le forniture di frutta a Mosca? Una roulette russa
Con l'estensione dell'embargo per un altro anno annunciata dal Presidente Putin, il tessuto dei flussi commerciali di frutta fresca in Russia è destinato a cambiare definitivamente. Lo segnala uno studio pubblicato su Eurofruit e Asiafruit di Wayne Prowse, analista di mercato della Fresh Intelligence Consulting.

Gli importatori russi saranno ora costretti a stabilire nuove relazioni di lungo termine con i fornitori extra Ue e, parallelamente, dovranno sapere accogliere i forti cambiamenti della domanda.

Prima di agosto 2014, data dell'entrata in vigore dell'embargo ai prodotti agricoli, la Russia importava 6,1 milioni di tonnellate di frutta fresca all'anno, per un totale di 184 milioni di rubli, equivalenti oggi a 3,2 milioni di dollari americani. Il Paese aveva acquistato dall'Europa circa 1,4 milioni di tonnellate pari ad una quota del 21%, mentre il peso di altri Paesi banditi come Usa e Australia era estremamente limitato (meno dell'1% ciascuno).

Nei dodici mesi precedenti ad aprile 2015, quindi considerando 9 mesi di embargo, l'importazione russa di frutta fresca è scesa del 18% a 4,9 milioni di tonnellate, anche se con il rublo in deprezzamento la spesa è salita del 5% a 194 milioni di rubli (3,4 milioni di dollari americani). Nel medesimo periodo, il valore in euro è sceso del 23% a 3,4 milioni.

Il crollo dell'importazione di 1,2 milioni di tonnellate non è facile da analizzare, in quanto il deprezzamento del rublo ha contribuito ad attenuare i volumi in entrata provenienti da fuori Europa. Ad esempio, l'importazione di frutta cinese, che si pensava potesse registrare un forte aumento, è cresciuta di solo il 2% da agosto 2014, portandosi a 93mila tonnellate.




I prodotti più colpiti dall'embargo sono stati le mele e le pere visto che, prima di agosto 2014, le produzioni europee pesavano il 53% delle importazioni totali di mele e pere.
Nel 2014 l'importazione di mele e pere è stata inferiore di circa 445mila tonnellate (-38%) rispetto all'anno precedente.

La banana, al contrario, è stato il prodotto meno colpito dall'embargo: quasi tutte le importazioni riguardavano e riguardano tutt'ora prodotti provenienti da Ecuador, Costa Rica e Filippine; tuttavia il commercio bananicolo ha perso circa 100mila tonnellate (-11%) a fronte della svalutazione del rublo.

Lo studio di Fresh Intelligence Consulting segnala un impatto limitato dell'embargo anche per gli agrumi. I flussi in entrata di agrumi sono infatti scesi del 7% a causa di fattori extra europei, dal momento che l'Unione europea nel 2014 ha pesato solo il 6% dell'importazione totale di agrumi (100mila tonnellate). Gli agrumi del Marocco, nel frattempo, hanno dimezzato la loro presenza in Russia (-50% dell'import, a 148mila tonnellate) e la loro quota è stata compensata con l'aumento degli scambi con Turchia ed Egitto.

I flussi commerciali di uve si sono ridotti di 333mila tonnellate (-12%) nei 12 mesi precedenti ad aprile 2015 e, ancora una volta, il quadro di mercato è stato influenzato da fattori extra europei visto che le importazioni di uve europee nel 2014 sono state pari a 33mila tonnellate (9% dell'import).

Lo studio di Wayne Prowse è disponibile integralmente sui magazine Eurofruit e Asiafruit.

Traduzione ed adattamento a cura di Italiafruit News. Tutti i diritti riservati.