Gli offrono 20 centesimi al chilo per i kaki, decide di venderli per beneficenza

L'iniziativa di un giovane agricoltore romagnolo: «Tanti colleghi si sono complimentati»

Gli offrono 20 centesimi al chilo per i kaki, decide di venderli per beneficenza
"Questa mattina siamo stati in vari magazzini della frutta per conferire i nostri kaki. Ovunque la risposta è stata la stessa: quest'anno ce ne sono tanti quindi prendiamo solo quelli grossi e dal colore omogeneo. Per 20 centesimi al chilo. Tante volte abbiamo sentito storie del genere di sfruttamento del lavoro altrui per poi ricavarne guadagni di almeno 10 volte tanto il valore di acquisto. La Terra dei Kaki ha deciso quindi che i nostri frutti saranno disponibili a 20 centesimi al chilo al dettaglio per chiunque voglia prendersene una cassettina da consumare e il ricavato sarà devoluto per la ricerca contro il cancro. Quindi se volete combattere con noi per questa causa chiamateci e fateci sapere quando volete passare a prenderne un po'". 

E' il messaggio apparso nella pagina facebook dell'Agriturismo La Terra dei Kaki di Calisese (Forlì-Cesena) lo scorso 17 ottobre, quando gli imprenditori Alessio Rovereti, 33 anni e la fidanzata Greta Rani, stanchi di sentirsi proporre una miseria in cambio dei frutti, hanno deciso di "buttarla" in beneficenza.



Decine di "like" e "condivisioni" sul social hanno evidenziato il gradimento della proposta, che si è subito guadagnata spazio sui media "tradizionali" (ieri ne ha scritto il "Carlino" di Cesena in un articolo a firma Maicol Mercuriali); un'iniziativa che - spiega Rovereti a Italiafruit News - vuole rappresentare anche una simbolica battaglia contro gli squilibri di filiera. "I kaki a dispetto del nome dell'azienda non sono il nostro core business, facciamo principalmente attività agrituristica e orticoltura biologica, ne abbiamo non più di una dozzina di quintali; lo scorso anno però al magazzino ci avevano dato 30 centesimi, quest'anno sono scesi a 20 cents… E sì che al supermercato costano più di due euro al chilo. Se devo pagare tre giornate di lavoro per la raccolta e poi un 46% di tasse, cosa mi rimane? Così abbiamo pensato di venderli direttamente e i due soldi che ricaveremo li devolveremo all'Irst di Meldola, per combattere la malattia che si è recentemente portata via mio padre…”. 

L'iniziativa, nel suo piccolo, ha colto nel segno ("ci hanno chiamato in tanti, abbiamo già venduto molte cassette e ricevuto un sacco di congratulazioni da agricoltori della zona che faticano a tirare avanti con quanto gli viene pagata la frutta") e si coniuga a un'attività "didattica": “Ci piace far scoprire l'agricoltura, da noi vengono famiglie con bambini per raccogliere dagli alberi. E dopo quel post su facebook le richieste si sono moltiplicate. Ma noi speriamo soprattutto di riuscire a collocare tutti i kaki per contribuire il più possibile alla causa...".

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