«Fico, 80 milioni di fatturato e 6 milioni di visitatori l'anno». Ma quando apre?

Farinetti: seconda metà 2016 o inizio 2017. Pizzoli tra le 40 aziende che gestiranno le aree

«Fico, 80 milioni di fatturato e 6 milioni di visitatori l'anno». Ma quando apre?
La data è incerta ma i contenuti, assicurano i promotori del progetto, non mancheranno e saranno di elevata qualità: ieri mattina, all’Expo, è stata presentata la Fabbrica Italiana Contadina-Eataly World, “che - come si leggeva nell’invito - si candida a raccogliere l’eredità dell’Esposizione universale per la valorizzazione del grande patrimonio del cibo italiano e delle sue filiere”.
 
Qualificato il tavolo dei relatori: da Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali a Paolo De Castro, relatore per l’Expo della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, da Oscar Farinetti, fondatore di Eataly ad Andrea Segrè, presidente del Caab, da Tiziana Primori, amministratore delegato di Fico Eataly World, a Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, a Virginio Merola, primo cittadino di Bologna, città che ne accoglierà la struttura al Centro agroalimentare.

Per Farinetti "l’Expo che sta per chiudere è stato fantastico e l'Italia dovrà portarne con sé il più possibile; io credo che gran parte di questa esperienza potrà trovare casa a Fico". Ma quando aprirà? “Seconda metà del 2016 o primi mesi del 2017. Ma l'importante sono i contenuti, l’importante è che sia un luogo unico, inimitabile”. 
Sulla stessa lunghezza d’onda Segrè: "Stiamo correndo moltissimo: l'importante è che aprirà. E sarà bellissimo”. A differenza di Expo, Fico sarà di lunga durata: "almeno 40 anni", è stato detto.

Tiziana Primori, numero due di Coop Adriatica e vicepresidente di Eataly stima che il fatturato annuo potrà aggirarsi intorno agli 80 milioni di euro tra ingressi e vendite al dettaglio.



Eataly World, è stato evidenziato, sarà un luogo di educazione alimentare e ambientale, che fornirà ai giovani, ma non solo, l’opportunità di conoscere il patrimonio del Paese, facendosi ambasciatore della storia e della cultura italiana agroalimentare. Un luogo di studio e di esperienza diretta, in cui poter toccare con mano ogni singola fase della filiera produttiva.

Ospiterà centinaia di piccole e medie imprese italiane che mostreranno in diretta la loro arte manifatturiera per narrare il percorso delle eccellenze agroalimentari dalla nascita nella terra madre fino all'arrivo nel piatto e nel bicchiere. 

Vi troveranno posto 10 aule didattiche, 40 laboratori di trasformazione della materia prima, 20 ristoranti, 4.000 metri quadri di centro congressi, 9.800 metri quadri di mercato e botteghe con spazi dedicati al biologico, 10.000 metri quadri di campi dimostrativi e allevamenti. 

Nelle aree esterne sarà possibile visitare campi che rappresentano le principali cultivar dell’agricoltura italiana. Nel mercato saranno in vendita prodotti alimentari, mentre nelle botteghe gastronomiche si potranno degustare le produzioni delle Fabbriche contadine, cioè i laboratori di produzione dal vivo. Nelle aree temporanee si alterneranno operatori con offerte territoriali e stagionali; alcuni spazi saranno dedicati a prodotti non alimentari correlati alla natura, alla cucina e allo stile italiano. Negli spazi del parco si potrà circolare anche in bicicletta.

Fico, nato per iniziativa del Caab e promosso dal Comune di Bologna, sarà gestito da Eataly World, società costituita da Eataly e Coop, e verrà realizzato grazie al Fondo Pai-Parchi Agroalimentari Italiani di Prelios Sgr nel quale hanno investito, fra gli altri, Enpam e altre Casse previdenziali italiane, Coop Adriatica, Banca Imi, Unindustria Bologna, Camera di Commercio di Bologna. 



Fondamentale sarà il ruolo delle 40 aziende dell’agroalimentare italiano che gestiranno le aree, i ristoranti e i laboratori: nell’elenco, presentato ieri, anche realtà del settore ortofrutticolo, come Pizzoli, ai vertici per le patate. Ci sono poi Adriatic Sea International, Alfa Laval, Amarelli, Antica Ardenga, Balocco, Bianchi, Birra Baladin, Carpigiani, Mambelli, Parmigiano Reggiano, Mortadella Bologna, Grana Padano, Il Mercante di Spezie, Gruppo Eurovo, Fallani, Granarolo, Grandi Riso, Cevico, Ifi, Il Forno di Calzolari, Il Raccolto Soc Coop Agricola, Il Campofilone, Amerigo 1934, Las Granda, Lavazza, Ipa, Macelleria Zivieri, Madeo, Mg, Roi, Palazzolo Partisani, Pastificio Di Martino, Roboqbo, Ruliano, Savigni, Casillo, Sfogliamo, Mielizia, Conapi, Travaglini, Urbani Tartufi, Venchi William Di Carlo.

“Ci aspettiamo 6 milioni di visitatori l'anno, un terzo dei quali dall'estero”, ha detto il sindaco di Bologna. “Fico sarà un secondo centro della città”.
Ottimista Martina: "Ci sono tutte le condizioni perché il progetto di Bologna erediti la storia narrativa di Expo in una regione, l'Emilia Romagna, che è la spina dorsale della nostra economia". Per De Castro, infine, "Fico può diventare una piattaforma educativa a livello europeo sull'alimentazione nelle scuole".