«Biodiversità prerequisito per la sicurezza alimentare»

Santamaria: il progetto BiodiverSo tra recupero di varietà orticole locali e micro-ortaggi

«Biodiversità prerequisito per la sicurezza alimentare»
Il tema dell'alimentazione sostenibile ha tenuto banco in questi mesi grazie ad Expo Milano. Ma c'è chi già da tempo aveva deciso di investire tempo e risorse nella salvaguardia della biodiversità agraria: si tratta del progetto BiodiverSO ("Biodiversità delle specie orticole della Puglia"), teso al recupero ed alla custodia delle varietà orticole pugliesi in via di estinzione di cui Italiafruit News ha già scritto. In una sorta di concomitanza simbolica proprio con la chiusura di Expo, abbiamo chiesto a Pietro Santamaria, responsabile del progetto BiodiverSO e Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Agro-Ambientali e Territoriali dell'Università degli Studi di Bari, quali sono state le tappe più significate per il progetto in questi mesi.

Il progetto BiodiverSO si è reso protagonista fino ad ora di numerose iniziative. Potrebbe darci un rapido aggiornamento di quanto è stato fatto e dei risultati che avete raggiunto?
Abbiamo sviluppato un lavoro imponente nel recupero delle risorse genetiche orticole pugliesi. Avendo ritrovato oltre un centinaio di varietà locali o candidate tali, che abbiamo in gran parte caratterizzato dal punto di vista agronomico, morfologico, molecolare e/o qualitativo, ci è sembrato opportuno condividere con il grande pubblico questo inestimabile patrimonio. Una parte dei risultati di etnobotanica l'abbiamo inserita nel libro Racconti Raccolti (Eco-logica editori, Bari, 2015).


Pietro Santamaria parla dei micro-ortaggi ad Expo

Negli ultimi mesi siete stati protagonisti in tre eventi di massimo rilievo: Expo, Agrilevante ed International Plant Science Conference. Cosa ha significato per il progetto prendervi parte?
Il tema della biodiversità è molto caldo e c'è molto interesse anche per BiodiverSO, che ha puntato molto sugli strumenti di diffusione di massa: app, internet, facebook, twitter, youtube, web gis, ecc. Forse c'è la consapevolezza che la biodiversità è un prerequisito per la sicurezza alimentare.
Siamo stati anche alla Fiera del Levante, a settembre: per la prima volta il padiglione istituzionale della Regione Puglia ha dato spazio all'agricoltura. 


Mostra fotografica sul progetto BiodiverSO tenutasi a fine settembre presso il Fortino Sant'Antonio di Bari

Il progetto sui micro-ortaggi ha suscitato grande interesse a livello nazionale. Di cosa si tratta?
Il progetto Microgreens, che si è appena concluso, aveva l'obiettivo di divulgare l'importanza ed il valore del grande patrimonio di agro-biodiversità della Puglia, svelando come questa ricchezza può essere utilizzata per lo sviluppo di prodotti agroalimentari innovativi e ad alto valore aggiunto come i micro-ortaggi, plantule commestibili. Grazie al Mipaaf, che ha finanziato il Progetto, abbiamo realizzato un libro molto bello e ricco di informazioni (è disponibile anche in formato pdf, su richiesta), un video documentario e un corso di formazione di 30 ore anche in streaming. I micro ortaggi stanno suscitando un grande interesse. Stiamo ricevendo un sacco di richieste.



Quale contributo possono dare i micro-ortaggi all'alimentazione del futuro?
I micro ortaggi assolvono soprattutto alla funzione estetica, per guarnire i piatti, ma in letteratura vengono indicati anche come super alimenti per la loro ricchezza in composti bioattivi ed antiossidanti. Le nostre attività di ricerca dimostrano che possono essere utilizzati anche per particolari fasce di consumatori.



Di recente la Trentino School Management ha segnalato BiodiverSO come Best Practice. Secondo Lei quello di BiodiverSO è un modello agricolo "esportabile" anche per altri contesti geografici produttivi?
L'originalità del progetto BiodiverSO sta nell'aver integrato diversi strumenti di comunicazione che, allo stesso tempo, servono a monitorare lo stato di avanzamento ed il raggiungimento degli indicatori di progetto. Le otto attività sviluppate (ricerca storica, recupero delle risorse genetiche, conservazione ex situ, caratterizzazione, risanamento fitosanitario, banche dati, schede e conservazione in situ) sono essenziali per chi vuole occuparsi di biodiversità. Siamo stati indicati come una buona pratica da seguire. Speriamo di poter continuare il lavoro, perché nel recupero delle risorse genetiche, chi si ferma è perduto.



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