Consumi annacquati, qualità altalenante: frutta estiva ko nei Mercati

Ribassi da Nord a Sud. «Troppe contestazioni, stop all'export»

Consumi annacquati, qualità altalenante: frutta estiva ko nei Mercati
Prezzi in calo e qualità mediamente bassa per la frutta estiva nei Centri agroalimentari italiani. E’ quanto emerge dalle rilevazioni Infomercati aggiornate a lunedì 13 e dalle dichiarazioni di alcuni operatori grossisti interpellati da Italiafruit News. 

In sensibile calo, rispetto alla settimana precedente, le quotazioni di albicocche, ciliegie, nettarine e pesche, con flessioni in doppia cifra percentuale che non risparmiano neppure segmenti interessanti come le “Saturnine”. Segno meno anche per angurie e mini-angurie, mentre non vanno meglio meloni lisci e retati. Il ridimensionamento, dati alla mano, è più significativo al Centro Sud, ma anche a Nord la situazione non è rosea, con flessioni generalizzate e in certi casi pesanti: i meloni lisci, ad esempio, cedono oltre il 20% con un range da 1,39 a 1,70 euro, i retati lasciano sul terreno tra il 12 e il 15% (vengono venduti a 0,80 euro al Nord e a 1,11 al Centro sud), le angurie, mediamente, superano di poco i 50 centesimi il chilo, le nettarine a pasta gialla perdono tra il 10 e il  30% e si attestano intorno a 1,30 euro il chilo. E ancora, le pesche cedono quasi il 2% al Nord e l’11% al Centro Sud con la “Saturnina” che flette, rispettivamente, del 16 e del 23% (tra 1,37 e 1,76 euro). Scivolano pesantemente anche ciliegie ed uva, mentre le fragole, in controtendenza, sono in terreno positivo.

Colpa del clima incerto e poco estivo in gran parte della Penisola? Fino a un certo punto: Marco Marrapese, grossista al Centro agroalimentare di Verona parla senza mezzi termini di “qualità bassa, in certi casi quasi disastrosa, per molte referenze”. E spiega: “In questa fase si fa fatica a trovare partite impeccabili, sia per le drupacee del Centro-Sud che per alcuni frutti del Nord, come le ciliegie veronesi. Il prodotto apparentemente è bello ma in realtà è compromesso dalla troppa acqua o dalle grandine: non c’è tenuta, non c’è durata. Solo le poche partite “integre” spuntano quotazioni elevate. E questo spiega anche l’ampia forbice di quotazione tra frutti della stessa pezzatura e categoria che, a seconda delle caratteristiche, si differenziano anche di 70-80 centesimi il chilo”.

La scarsa qualità di pesche, nettarine e soprattutto delle albicocche, definite acquose e poco saporite, viene "denunciata" anche dai grossisti del Caab di Bologna, preoccupati per il prosieguo della campagna.

Tendenza al ribasso anche al Car di Roma: i dati aggiornati al 10 giugno indicano contrazioni di 50 centesimi per le ciliegie e livelli di prezzo medio-bassi per le pesche, con la produzione italiana di calibro A su 1,50-1,70  euro il chilo e le nettarine della stessa fascia, in flessione, a 1,40 euro. 

Performance sottotono per frutta estiva e ortaggi, a partire dai pomodori, anche al Mercato di Fondi. In attesa che l'auspicato arrivo del caldo (stabile) contribuisca a raddrizzare le sorti dell’ingrosso italiano.

Copyright 2016 Italiafruit News