Caselli: «Ecco le mie priorità per l'ortofrutta europea»

Intervista all'assessore dell'Emilia Romagna e neopresidente di Areflh

Caselli: «Ecco le mie priorità per l'ortofrutta europea»
Il 22 di giugno, a Bruxelles, l'assessore all’agricoltura della Regione Emilia-Romagna, Simona Caselli (nella foto di Fabrizio Dell'Aquila), è stato eletto presidente dell’Areflh, Assemblea delle regioni frutticole, orticole e floricole europee. In un’ottica di continuità tutta al femminile, Caselli succede a Serret i Aleu, ministro dell’Agricoltura della Catalogna.

Assessore Caselli, innanzitutto, come pensa di affrontare questi tre anni alla presidenza di Areflh?
La sfida del prossimo triennio di presidenza dell'associazione è senz'altro complessa. L'ortofrutta in Europa rappresenta un comparto produttivo strategico non solo per il valore economico e l’impatto occupazionale, ma anche per il presidio del territorio.
Allo stesso tempo, siamo di fronte a un comparto che deve fare i conti con momenti, anche ripetuti e prolungati, di crisi. Le cause sono note: produzioni eccedentarie, sovrapposizioni stagionali, calo di consumi, embargo russo. Né vanno dimenticate le emergenze sanitarie, come in passato è stato l’Escherichia coli.

In questo quadro Areflh dovrà muoversi a sostegno delle imprese ortofrutticole delle regioni aderenti. Questo attraverso: il dialogo diretto con gli associati (Regioni e produttori) per avere una conoscenza puntuale e circostanziata delle diverse situazioni che caratterizzano i territori; un presidio permanente a Bruxelles; la collaborazione con le altre Reti europee (Arepo, Arev, Eriaff, Ifoam) per la condivisione di iniziative comuni.

Quali i punti salienti del suo mandato? Come si distinguerà dai suoi predecessori?
Uno degli impegni che mi pongo come presidente è allargare la base sociale di Areflh, in particolare ricercando l’adesione di altre Regioni ortofrutticole, a partire da quelle italiane. Areflh deve poi ritrovare quella che è stata la sua forza, ovvero il lavoro congiunto fra le due componenti: il collegio delle Regioni e quello dei produttori. Questa sinergia ha portato, nel recente passato, a importanti risultati come la definizione delle misure di prevenzione e gestione delle crisi previste dall'Ocm ortofrutticola. In questa prospettiva, al centro del mio mandato ci sono tre temi che giudico fondamentali: l'Ocm Ortofrutta, soprattutto in questo momento delicato in cui l'atto delegato e quello di indirizzo sono di prossima emanazione; l’accelerazione sulla ricerca perché motore dell'innovazione, sempre più indispensabile per la distintività e la competitività delle nostre produzioni; la promozione, chiave di volta per sostenere i consumi e raggiungere nuovi mercati

Il tema della nuova Ocm e quello della ricerca e innovazione sono due dei suoi cavalli di battaglia.
Uno dei due pilastri dell'associazione è rappresentato dai produttori nelle forme aggregate delle Op e Aop, che sono i beneficiari delle risorse prevista dal regime di aiuto dell'Ocm del settore ortofrutticolo. L’attenzione dovrà essere massima, sia sollecitando da parte della Commissione normative più semplici nell'attuazione e più efficaci nella ricaduta, che  invitando le Op e Aop a giocare un vero ruolo di "attore protagonista" nella definizione di programmi operativi più rispondenti alle necessità delle imprese

La ricerca e l’innovazione, poi, rappresentano il supporto fondamentale per accompagnare e indirizzare le scelte strategiche dei produttori. Diventa necessario che Areflh mantenga la sua presenza all'interno di quelle reti che si occupano di ricerca e, al contempo, svolga un'attività di analisi, a favore dei soci, delle opportunità che il regolamento europeo in materia offre.

Nell'ultimo periodo, qualcuno ha lamentato un certo "scollamento" in Areflh tra produttori e Regioni. Cosa ne pensa?
Come anticipato, il punto di forza di Areflh è la presenza delle due anime che la costituiscono, il mondo pubblico (le Regioni) e quello privato (i rappresentanti dei produttori). Diventa essenziale favorire la collaborazione e l’assunzione di decisioni comuni sulle tematiche di più stretta attualità per il settore. Per fare questo occorre un modello di governance collegiale, partecipativo, inclusivo con indirizzi operativi chiari e condivisi. Un esempio: diverse Op e Aop associate ad Areflh aggregano imprese produttrici di pomodoro da industria (l'Italia, la Spagna e il Portogallo sono i maggiori produttori mondiali dopo la California) che, nell'ambito dell'Ocm, trovano sempre meno azioni e attività finanziabili. E' possibile individuare nuove misure finanziabili, magari tese alla sostenibilità produttiva o al ricorso dell'agricoltura di precisione?
 
Riguardo i consumi, si può tentare di invertire la tendenza calante degli ultimi anni? Come presidente di Areflh pensa di intervenire proponendo azioni particolari?
L'associazione da sola non ha le forze economiche per effettuare interventi mirati a contenere il calo dei consumi. Anche per questo obiettivo è necessaria la sinergia con altri attori, quali Freshfel e Cogeca, per sviluppare idonee attività in partenariato diretto o tramite i soci (Regioni e produttori).

Un'opportunità potrebbe essere rappresentata dal programma comunitario "Frutta e verdura nelle scuole", che prevede misure di accompagnamento per diffondere la conoscenza dei prodotti e il loro consumo consapevole.

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