Frutta nelle scuole, intesa tra Governo e Regioni

Frutta nelle scuole, intesa tra Governo e Regioni
Giovedì, come ha scritto Il Sole 24 Ore, le Regioni e il Governo hanno raggiunto l'intesa sulla proposta di revisione del programma «Strategia nazionale - Frutta e verdura nelle scuole», per l'anno scolastico 2016-2017, che punta ad aumentare il consumo di frutta e verdura da parte dei bambini attraverso la distribuzione di prodotti ortofrutticoli nelle scuole primarie e secondarie.

Il piano messo a punto dal Ministero delle Politiche agricole replica obiettivi e strumenti degli anni passati di questo programma nato per impulso dell'Unione europea per incentivare il consumo di frutta e verdura tra i bambini compresi tra i sei e gli undici anni di età. Il programma punta anche a realizzare un più stretto rapporto tra il “produttore-fornitore” e il consumatore utilizza una serie di strumenti. Tra gli altri la distribuzione diretta di prodotti ortofrutticoli; con finanziamenti Ue e nazionali, nelle scuole e una campagna di informazione sulle caratteristiche dei prodotti ortofrutticoli.

La distribuzione del prodotto non dovrà avvenire in associazione all'erogazione dei pasti scolastici, diventando così un momento di “formazione e informazione” autonomo.
La distribuzione dovrà essere assistita da chi vincerà come negli anni passati i bandi di gara.
Il programma di distribuzione prevede, inoltre, che ogni bambino consumi prodotti ortofrutticoli almeno 20 volte durante il programma, consumi almeno quattro specie di frutto-ortaggio differenti e sia destinatario di specifica attività informativa o educativa.

"L’obiettivo - spiega l’assessore all'agricoltura della Puglia Leonardo Di Gioia, coordinatore della Commissione Agricoltura della Conferenza delle Regioni - è partire con il prossimo anno scolastico avendo fin dall’inizio la possibilità di fornire la frutta nelle varie scuole in modo da poter offrire tutto il ciclo dei prodotti. È un tema su cui le Regioni hanno grande attenzione - ha continuato - E, compatibilmente con il codice degli appalti, si spinge sull’utilizzo di prodotti tipici e a km zero".

Fonte: Il Sole 24 Ore