Kenya, Uganda e Rwanda nella prossima missione di Omnibus

Kenya, Uganda e Rwanda nella prossima missione di Omnibus
Sarà una missione esplorativa ma anche operativa, in cui, accanto agli aspetti conoscitivi, si svilupperanno selezionati incontri business, quella che Omnibus sta preparando per la fine di novembre con focus su tre mercati dell'Africa Orientale sub-sahariana: Kenya, Uganda e Rwanda.

I contatti con gli operatori africani sono in fase avanzata e una pre-missione che toccherà Mombasa, Nairobi, Kampala e Kigali, programmata per questa settimana, definirà tutti i dettagli. Entro il 26 ottobre sarà diffuso il programma del viaggio, riservato a importatori-esportatori di ortofrutta, ma anche ad operatori interessati ad investimenti nell'agricoltura dei Paesi target.

Kenya, Uganda e Rwanda sono i tre Paesi più interessanti della East African Community, formata anche da Tanzania, Burundi e Sud Sudan, con una popolazione complessiva di 150 milioni di abitanti non più divisa da barriere doganali interne e con una moneta unica entro i prossimi cinque anni. Questo traguardo metterà l'intera macro-area in una nuova prospettiva e il fatto che ciò sia un'opportunità a livello internazionale è indubbio come testimoniano le presenze crescenti di Cina e India e, tra gli europei, dell'Olanda. Il Kenya è il perno di quest'area e il Rwanda può diventare il suo gioiello. Ora il primo partner commerciale del Kenya è l'India, l'Italia è oltre la decima posizione. Dal Sudafrica e dal mondo arabo entra in questi Paesi la distribuzione moderna con tutti i suoi meccanismi paragonabili a quelli europei; dall'Olanda arrivano sementi, da mezzo mondo, Cina in testa, arrivano nuovi investitori. Ecco un profilo dei tre Paesi.

Kenya
Dopo una crescita economica pari al 5,3% nel 2014, il Kenya, la più grande economia dell'Africa orientale, ha fatto registrare nel 2015 un tasso di crescita del 6,9%. Le opere infrastrutturali completate e in programma sostengono la crescita in ogni settore. La produzione agricola, cresciuta del 5,2% nel 2013 e del 3,5% nel 2014, dovrebbe aver superato di nuovo il 5% nel 2015. Le esportazioni di prodotti freschi (frutta e verdura), thè, caffè e prodotti tessili hanno rappresentato poco più della metà del totale dei proventi delle esportazioni del Paese lo scorso anno. L'agricoltura in Kenya è il settore economico più importante nonostante meno del 20% delle terre siano adatte alla coltivazione. Il Kenya è uno dei principali produttori di thè e caffè e un buon esportatore di ortofrutta. Tra le più importanti coltivazioni del Paese si annoverano patate, banane, fagioli e piselli. Negli ultimi anni è cresciuta la produzione di mango sulla spinta delle richieste provenienti dal mercato internazionale: l'export è cresciuto del 400% nelle ultime 5 stagioni, del 30% solo nell'ultima campagna. La maggior parte delle esportazioni è destinata agli Emirati Arabi Uniti (il 56% delle spedizioni totali), seguiti da Arabia Saudita, Bahrain e Qatar; segnali più che positivi, dovuti a una decisa crescita della domanda, arrivano anche da Regno Unito, Francia e Germania. Anche il comparto dell'avocado sta registrando ottime performance tanto che il Kenya punta a diventare uno dei principali Paesi esportatori verso l'Ue. A breve le nuove infrastrutture del porto di Mombasa saranno in grado di accogliere grosse navi che potranno raggiungere direttamente i principali porti europei e competere così con i prodotti provenienti dall'America Latina. Il Paese importa ortofrutta europea, soprattutto da Spagna e Olanda, ma anche dall'Italia. C'è interesse per mele, uva da tavola e kiwi.

Rwanda
Noto al turismo d'élite come il paradiso degli ultimi gorilla, ha un'economia e una qualità di vita superiore alla media dei Paesi Eac. La popolazione gode dell'aspettativa di vita più lunga dell'Africa Orientale, del reddito pro-capite più alto, del tasso di inflazione più basso di tutte le economie dell'area. L'agricoltura è in trasformazione e sta alimentando la ripresa economica del Rwanda. Tuttavia, ancora oggi, come per altri Paesi dell'Africa Sub-Sahariana, l'agricoltura ruandese si serve di tecniche semplici e rudimentali ed è in gran parte soggetta ai capricci della natura; la siccità o le abbondanti precipitazioni possono portare pesanti conseguenze sul raccolto, erodere i terreni e provocare danni alle terrazze costruite a mano. Nonostante il suolo molto fertile, dunque, la produzione locale spesso non riesce a soddisfare la domanda interna di una popolazione in crescita e con crescente potere di acquisto. E' prevista una crescita del PIL del 6,3% nel 2016. Senza sbocchi al mare, il Paese dipende per le importazioni principalmente dal Kenya.

Uganda
E' il primo tra i Paesi africani in termini di produzione ed esportazione di prodotti biologici. Il valore delle esportazioni di prodotti bio è passato da 4 milioni di dollari nel 2003 a 44 milioni nel 2013 (ultimi dati disponibili), con un incremento del 1.000%. L'Unione Europea è il maggiore mercato di riferimento dei prodotti freschi ugandesi e genera un fatturato annuo di oltre 800 milioni di dollari. L'agricoltura è fondamentale per l'economia dell'Uganda con oltre l'85% della popolazione che vive in zone rurali. L'Uganda è il quinto Paese al mondo per qualità dell'alimentazione secondo una ricerca dell'Università di Cambridge pubblicata da Lancet Global Health. I consumi di ortofrutta di importazione sono modesti ma in crescita, in particolare nella capitale Kampala, che ospita una nutrita comunità internazionale e dove cresce la classe media che fa acquisti in supermercati e centri commerciali.

Fonte: Omnibus Comunicazione