Logistica, frode milionaria a Cesena: sequestri e denunce

Logistica, frode milionaria a Cesena: sequestri e denunce
La Guardia di Finanza di Cesena ha acceso i fari sul mondo della logistica al servizio dell'ortofrutta scoprendo una presunta frode da 50 milioni di euro. Le Fiamme Gialle, su disposizione del Gip Camillo Poilucci, ha eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni per oltre 8 milioni e 280mila euro. Il provvedimento è stato deciso al termine di un’articolata indagine economico-finanziaria condotta dai sostituti procuratori Michela Guidi e Sara Posa poi, che hanno permesso di accertare una frode fiscale da 52 milioni di euro.

Dal 2009 al 2015 gli inquirenti hanno scoperto fatture false per oltre 23 milioni di euro, redditi non dichiarati o costi indeducibili per oltre 40 milioni di euro ed oltre 12 milioni di Iva evasa. L'inchiesta si è conclusa con sei denunce per utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. La Finanza ha provveduto a sequestrare conti correnti, titoli, beni mobili e immobili e quote societarie nei confronti dell’utilizzatore delle fatture false e gonfiate, per un totale di 8,3 milioni di euro.

Nel mirino delle Fiamme Gialle sono finite dieci società operanti nel settore del trasporto merci su strada con sede legale a Cesena, Roma, Milano e nel Sud Italia (Calabria e Sicilia), ma tutte operanti nell’area cesenate: queste gestivano il trasporto di frutta, verdura e relativi imballaggi, destinate alla grande distribuzione organizzata e ai supermercati di tutta Italia.

Le attività ispettive sono iniziate nel 2015 nei confronti di piccole imprese di autotrasporti che, oltre a non aver presentato le dichiarazioni dei redditi ed Iva, non avevano nemmeno conservato la documentazione contabile e i registri obbligatori. In tale contesto sono emersi i primi dubbi in merito alla veridicità delle attività di trasporto documentate in ragione delle ridotte capacità operative dei “padroncini”. Sulla base delle preliminari risultanze la Procura di Forlì ha disposto ulteriori approfondimenti che hanno consentito di smascherare un collaudato sistema di frode (che andava avanti dal 2009) che prevedeva che lo stesso viaggio venisse fatturato sia dai padroncini, attraverso false fatture mensili cumulative e generiche, che da altri operatori del settore che avevano effettivamente eseguito il servizio, ovviamente con la finalità di aumentare i costi e, conseguentemente, di ridurre le imposte dovute all’Erario.

Inoltre, sono state individuate fatture per operazioni inesistenti afferenti ai cosidetti “altri servizi” ossia per attività di facchinaggio, carico/scarico merce, vendita di pedane, pallettizzazione delle merci, che sarebbero stati fatturati dai “padroncini” nonostante l’assenza di uomini e mezzi idonei ad eseguire tali prestazioni, al fine di consentire alle tre società cesenati di far figurare costi inesistenti per diversi milioni di euro.

Fonte: CesenaToday