Caat, Guala lascia la vicepresidenza e polemizza

Caat, Guala lascia la vicepresidenza e polemizza
Dal primo gennaio, con lettera inviata all'indirizzo del presidente Giuliano Manolino, Ottavio Guala ha rassegnato le dimissioni dalla vicepresidenza del Caat, il Centro Agroalimentare di Torino, carica che rivestiva da quasi 15 anni dopo essere stato l'amministratore di Caat durante il trasferimento del Mercato da Torino a Grugliasco.

All'origine delle dimissioni, come si evince dal testo della lettera, il crescente disagio per l'atteggiamento assunto dallo stesso presidente e dal direttore Massimo Busi nei confronti dei grossisti e della loro associazione di categoria, la Apgo Torino, di cui lo stesso Guala è il presidente in carica e per conto della quale è stato ‘da sempre' il rappresentante in seno al consiglio di amministrazione di Caat.

"Ho lavorato sempre nella convinzione - si legge nel documento - che gli interessi del Caat e quelli degli operatori grossisti che vi operano potessero e dovessero coincidere per il bene di entrambi. Questa è stata la natura stessa di un impegno che mi ha mosso ad accettare incarichi di responsabilità in lunghi anni di lavoro a livello nazionale e a Torino, e di svolgere un ruolo, diciamo non proprio secondario, nella  nascita di Caat, di cui sono stato il primo amministratore, quindici anni fa, e successivamente una presenza costante nel consiglio di amministrazione rappresentando Apgo Torino al meglio delle mie possibilità senza mai perdere di vista lo sviluppo del Mercato come premessa indispensabile allo sviluppo della categoria di cui sono stato e sono espressione".

"Ora questo mio impegno - si legge ancora - è chiaramente e pesantemente condizionato da una gestione di Caat che va in una direzione diversa, rompendo un equilibrio su cui si era fondata la storia stessa di Caat e finisce per penalizzare la categoria per la quale il Mercato è stato realizzato e sul cui apporto economico ha vissuto fino ad oggi. Sono per me, quelle attuali, situazioni non sostenibili ed inaccettabili".

Guala fa quindi riferimento a una lettera di Manolino del 19 ottobre 2016 i cui contenuti l'avrebbero deciso, dopo una serie di altre situazioni deludenti, ad interrompere qualsiasi collaborazione con l'attuale gestione di Caat. La decisione delle dimissioni è scaturita anche dalle dichiarazioni rilasciate in una successiva audizione alle Commissioni consiliari del Comune di Torino da presidente e direttore in cui, in sintesi, si fanno ricadere i problemi gestionali sui grossisti. "Per carità di patria stendo un velo pietoso sulle dichiarazioni" scrive Guala, che subito però dopo denuncia: "L'aria al Caat è cambiata. L'incapacità gestionale si traduce non soltanto in un aumento costante dei problemi, ma anche in una escalation che dalla delegittimazione strisciante è ormai giunta alla aperta diffamazione verso singole persone e intere categorie". 

E più sotto precisa: "Il punto è che tutto ha funzionato bene fin quando ci sono state le condizioni per un rapporto funzionale tra Caat e operatori: un rapporto garantito dalla funzione di sintesi e di riequilibrio proprio di Apgo, che si è sempre posta come 'camera di compensazione' tra le esigenze dell'ente gestore e quelle degli operatori, adoperandosi nella costruzione di un dialogo che ha sempre portato a individuare punti di incontro realistici, equi e funzionali ad un risultato soddisfacente per tutti". Purtroppo, "in un momento di grande impegno e tensione nei rapporti, i vertici di Caat, nelle figure del presidente e del direttore, hanno pensato bene di assumere iniziative unilaterali che hanno rotto questo legame, dedicandosi alla delegittimazione dell'associazione, alle strumentalizzazioni delle posizioni dei dirigenti, fino alla già citata demonizzazione, in sede comunale, della categoria. Il risultato è la distruzione del sistema che aveva consentito il pressoché perfetto funzionamento del Centro agroalimentare, sistema che oggi è sostituito da una sequenza ininterrotta di conflitti tuttora alimentati da piccoli e grandi comportamenti quotidiani".

"Da vicepresidente di Caat - conclude Guala – non intendo sottrarmi alla mia parte di responsabilità relativamente al lavoro dell'ultimo anno. In queste circostanze tuttavia, non intendo nemmeno andar oltre: stante la situazione descritta, dal primo gennaio 2017, con grande amarezza, non proseguirò il mio impegno in un Consiglio di Amministrazione del Centro Agroalimentare di Torino in cui non mi posso più riconoscere".

In sintesi, i contrasti in seno al Caat sono riconducibili alla gestione economica e alla trasparenza dei bilanci ma prima ancora all'incapacità gestionale emersa sempre più chiaramente da parte di un'amministrazione che va poco oltre la funzione di esattore dei canoni di affitto. Apgo chiede che si arrivi ad un equilibrio della gestione finanziaria attraverso un'attenta analisi dei costi, nuove iniziative che apportino risorse e non solo attraverso una richiesta di aumento delle contribuzioni da parte dei grossisti che già pagano canoni fuori mercato. Allo stesso vicepresidente dimissionario sarebbe stata negata la possibilità di ottenere chiarimenti su alcune voci del bilancio del Caat relativo all'anno 2015. Una tappa verso la clamorosa rottura in seno al cda del Mercato, evidenziata da queste dimissioni di Guala, era stata anche il tentativo, nel 2015, del presidente Manolino di condurre il consiglio a sfiduciare il vicepresidente quale delegato per la Rete di Imprese Italmercati (Roma, Milano, Torino, Firenze, Verona, Genova, Napoli, Bologna, Cagliari) - una iniziativa di cui il vicepresidente stesso era stato l'ispiratore a livello nazionale e uno dei principali promotori - tentativo conclusosi con un voto di consiglio che esprimeva completo e pieno appoggio al vicepresidente, sconfessando il presidente.

Nei prossimi giorni, Apgo si presenterà a sua volta davanti alle Commissioni consiliari del Comune di Torino per fare sentire la propria voce e le proprie ragioni circa una gestione del Caat ritenuta inaccettabile.

Fonte: Apgo Torino