Danni ai noccioleti, nuova strategia in Sicilia

Danni ai noccioleti, nuova strategia in Sicilia
L’assessore regionale all’agricoltura della Regione Sicilia, Antonello Cracolici, ha incontrato i rappresentanti del Comitato nocciolo patrimonio da tutelare, per affrontare il tema connesso ai notevoli danni economici alla produzione del nocciolo in provincia di Messina, causati dall’infestazione di cimici del nocciolo e dalla proliferazione della popolazione di ghiri.

“Abbiamo individuato una strategia complessiva di intervento su tre azioni fondamentali: pulizia dei noccioleti e tecniche di cattura delle cimici, lanci di un insetto antagonista e mitigazione della popolazione di ghiri, che saranno oggetto di confronto all’interno di un tavolo tecnico con tutti i soggetti interessati –  afferma l’assessore regionale all’Agricoltura – Nell’immediato gli uffici tecnici regionali divulgheranno le linee guida sulle corrette pratiche agronomiche che potranno contrastare  la diffusione delle cimici, attraverso la regolare pulizia delle aree di coltivazione e l’applicazione di nidi trappola per la cattura e l’allontanamento dei parassiti”.

“Parallelamente, replicando quanto sperimentato con successo nel contrasto al cinipide del castagno - continua Cracolici - con l’Università di Palermo e con la Biofabbrica di Ramacca gestita dall’Esa, sarà avviato un percorso per l’allevamento degli antagonisti già individuati, da liberare nei noccioleti infestati”.

“L’individuazione delle strategie possibili per mitigare la proliferazione dei ghiri (specie protetta), da definire con l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale),  potrà essere compiutamente affrontata non appena sanno acquisiti gli esiti del programma di monitoraggio della specie già finanziato dalla Regione all’Università di Palermo”.

“Un ulteriore sostegno al recupero dei noccioleti incolti sarà possibile grazie alla misura 44D del Psr - conclude Cracolici - dedicata agli investimenti non produttivi finalizzati al contenimento dei fenomeni di erosione, di dissesto idrogeologico e di recupero del paesaggio tradizionale.”

Fonte: Sicilia Agricoltura