Campane a lutto e luci spente per le pesche

Succede a Volpedo (Alessandria), dove si è perso il 70% del raccolto

Campane a lutto e luci spente per le pesche
"E' grigia" la peschicoltura a Volpedo. Nel Comune dell'Alessandrino, dove le pesche sono uno dei frutti più caratteristici, quest'anno si è scelto di non organizzare la festa delle pesche. La causa è spiegata in un manifesto apparso nelle vie del paese: "La scelta - si legge - nasce dai gravi danni causati alle coltivazioni dalle gelate dei mesi scorsi e dall'attuale siccità".

La sera in cui si sarebbe dovuta svolgere la manifestazione, venerdì scorso, tutte le luci pubbliche sono state spente e le campane della chiesa hanno suonato a lutto. Un gesto emblematico per sensibilizzare l'opinione pubblica e per esprimere solidarietà nei confronti delle aziende agricole.

La produzione delle pesche locali si è ridotta del 70% quest'anno. Lo ha spiegato il sindaco Giancarlo Caldone: "Non avevamo mai assistito a una situazione del genere. Speriamo che ci si renda conto della drammaticità del momento. Adesso vogliamo maggiore attenzione verso il mondo agricolo".

In questi giorni, una riunione comunale con i privati e le organizzazioni agricole definirà se ci sono le condizioni per presentare la richiesta di stato di calamità naturale al ministero delle Politiche agricole.

"Il 70% del raccolto - dichiara a La Stampa Gianpiero Chiapparoli, responsabile commerciale della cooperativa Volpedo Frutta - ha subito danni e il 30% che è rimasto sulle piante è di piccola pezzatura e quindi di più basso valore. I nostri soci perderanno 800 mila euro di fatturato". Ma la situazione è drammatica anche per le mele: "L'80% del prodotto è caduto - sottolinea Chiapparoli - Un risultato che si sta rivelando molto peggiore di quanto si potesse immaginare a fine aprile".

Nella foto: il manifesto che illustra una pesca dai colori sbiaditi e grigi, sullo sfondo un terreno siccitoso.

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