Indagine sul mercato italiano del «sampling»

Indagine sul mercato italiano del «sampling»
La ricerca audiSample è partita nella seconda metà di luglio di quest'anno e si è conclusa il 30 settembre con l'obiettivo di ottenere una prima panoramica degli indicatori principali del mercato del sampling: quali sono i settori che lo utilizzano, che budget vengono destinati, le tipologie di monitoraggio, il grado di soddisfazione, dove rimandano le "call to action", qual è il costo per contatto che le aziende sono disposte a sostenere, la stagionalità e così via. La partecipazione era anonima ed aperta a tutti i professionisti interessati.

I risultati si riferiscono solamente al totale dei partecipanti e non sono rapportati all'intero mercato delle aziende italiane.

Dalla ricerca emerge che nell'ultimo anno sono stati veicolati tra i 200 e i 500 milioni di sample, per un investimento complessivo, dato dal budget destinato alla veicolazione e i costi interni per la produzione, tra i 40 e i 75 milioni di euro.

Il sampling rientra nelle strategie della maggior parte delle aziende italiane a partire dal settore alimentare 19,4%, seguito dalla cura della persona 16,8%, e il settore farmaceutico 10,6%. Solo il 10% delle aziende fa sampling una sola volta all'anno. I risultati confermano che si tratta di un'attività continuativa. La maggior parte, il 50,9%, gestisce tra due e cinque di campagne/anno, mentre il 21,9% ne gestisce più di dieci.

Organizzare questo tipo di attività comporta uno sforzo costante in termini di investimenti, processi aziendali coinvolti, procedure da rispettare per la gestione, movimentazione della merce e molto altro ancora.

Le tecniche più utilizzate per veicolare i sample sono: gli eventi outdoor, la veicolazione in-store, la distribuzione indoor, mentre ultimo nella classifica delle tecniche ad oggi più utilizzate, ma non per questo meno importante, è la veicolazione dei sample tramite i box e-commerce, un canale innovativo che segue il trend crescente dello shopping online.
 
Sembra però che alla quantità non corrisponda la qualità. Anche se il 60% è soddisfatto delle attività di sampling, il restante 40% esprime un giudizio "tiepido" correlato dalla consapevolezza della presenza in ogni attività di un grado di dispersione del target ingaggiato, senza però poterla calcolare. Questa "consapevolezza" è confermata dall'87,1%.

Anche il monitoraggio presenta aree di miglioramento; una azienda su quattro non effettua controlli. Solo una piccola percentuale del 9,6% investe in un sistema di monitoraggio ‘'certificato da un ente terzo''.

In ultimo il 30% delle aziende, partecipanti a questa prima indagine, dichiara di veicolare il sample senza associare alcuna "call to action" con conseguente difficoltà nel calcolare il ritorno sull'investimento.

Per scaricare gratuitamente la ricerca completa o per avere maggiori informazioni visitare il sito www.audisample.com.

Fonte: AudiSample