E-commerce alimentare, un business da 850 milioni di euro

Crescita del 43% in un anno ma soddisfazione bassa. Gasbarrino: spesa troppo lenta sul web

E-commerce alimentare, un business da 850 milioni di euro
Vale ormai 849 milioni di euro l’e-commerce legato al settore food in Italia, il 4% del volume totale del commercio digitale italiano. Imponente il tasso di crescita annuo, con un roboante +43% nel 2017 rispetto ai volumi del 2016. L'e-commerce alimentare - come è emerso venerdì al convegno Netcomm Focus Food, in collaborazione con Fiera Milano, in un percorso di avvicinamento alla prossima edizione di Tuttofood del maggio 2019 - si sta dunque affermando nello stile di vita dei consumatori italiani, offrendo grandi opportunità ai player del settore che si dimostreranno più ricettivi nei confronti di nuovi canali e strumenti. La percentuale di e-shopper italiani che acquistano prodotti alimentari è in continua crescita: a marzo 2017, stando all’osservatorio NetRetail, erano il 24%.

Secondo le rilevazioni presentate al convegno, il valore del food & beverage in Europa ammontava lo scorso anno a 10 miliardi di dollari, con previsioni di crescita annue del 13%: si prevede che nel 2021 il valore dell'e-commerce alimentare in Europa possa raggiungere i 18 miliardi di dollari. Valori simili si riscontrano negli Stati Uniti, mentre la Cina sperimenterà una vera e propria esplosione passando dai 10,9 miliardi di dollari del 2016 a 30,3 miliardi di dollari nel 2021, con un tasso annuo medio di crescita del 23%. 
 
I compratori digitali però non intendono abbandonare i punti vendita fisici, ma si aspettano l’integrazione dei diversi canali. Lo studio NetRetail 2017 evidenzia che per il 33,7% dei consumatori "omnicanale" lo smartphone gioca un ruolo fondamentale nell’orientare i comportamenti di consumo in negozio, dall'acquisto al pagamento veloce e senza code. Ecco allora che proliferano nuovi modelli di business in cui i confini tra commercio fisico e digitale sono estremamente sfumati.



Ma c’è ancora molto da fare: una ricerca di Netcomm in collaborazione con Eumetra dimostra infatti che il grado di soddisfazione dei consumatori per le soluzioni di e-commerce food esistenti è modesto: il 30% di chi ha acquistato cibo confezionato online e il 32% di chi ha acquistato piatti pronti dichiara di non essere propenso a ripetere l’esperienza; nel caso di chi ha comprato prodotti freschi, la percentuale di insoddisfatti sale addirittura al 53%. Il prossimo passo per le aziende sarà quindi capire come migliorare ulteriormente la customer experience.

Nel suo intervento al convegno di venerdì, Mario Gasbarrino ha detto che “con il futuro non si può combattere perché vince sempre: meglio conoscerlo da vicino. In ogni caso, i fattori critici di successo di fisico e online saranno sempre gli stessi”. Per l’Ad di Unes, il problema dell'online oggi è “il processo troppo lento nel fare la spesa, che deve migliorare”. “Lo scaffale virtuale e il modo di fare la spesa online - ha aggiunto - sono ancora da sistemare”. 

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