Sainsbury's e Asda, nozze miliardarie

Insieme seconda e terza catena del Regno Unito. «Giù i prezzi del food»

Sainsbury's e Asda, nozze miliardarie
Una maxi-fusione che fa nascere un gruppo da 51 miliardi di sterline di ricavi e 2.800 punti vendita. Sainsbury's e Asda, seconda e terza catena della grande distribuzione del Regno Unito, hanno ufficializzato lunedì l’accordo che crea un vero e proprio colosso della Gdo in grado di superare l'attuale leader, Tesco, reduce dall'acquisizione di Booker Group, il più grande grossista di alimentari della Gran Bretagna. Sainsbury e Asda, infatti, coprono insieme il 31% circa del mercato britannico della Gd, mentre il competitor, tornato in utile di recente, si attesta al 27,6%. L’operazione, da 10 miliardi di sterline, è stata orchestrata da J Sainsbury Plc - società che controlla l’omonimo marchio di supermercati creato a Londra nel 1869, il cui maggiore azionista è ora il fondo sovrano del Qatar, con un 21% di quote - e Walmart, big americano del retail, che nel 1999 ha assorbito Asda. Sainsbury deterrà la quota di maggioranza della nuova società con il 58%

Anche se tecnicamente si parla di una fusione, per alcuni versi si può dire che Sainsbury’s abbia comprato Asda: oltre al 42% delle azioni della nuova società, Walmart riceverà anche 3 miliardi di sterline, circa 3,41 miliardi di euroUna volta che l'operazione sarà completata, la stessa Walmart, cui fanno capo 600 negozi Asda nel Regno Unito, non avrà più del 29,9% dei diritti totali di voto nel gruppo che nascerà dalla fusione.  

Il Ceo di Sainsbury’s Mike Coupe ha promesso che l’accordo non porterà alla chiusura di negozi nè tagli di posti di lavoro. I portavoce delle aziende coinvolte, dove gli inglesi spendono circa un terzo del totale destinato agli acquisti di prodotti alimentari, hanno affermato che a seguito della fusione “i prezzi del food si ridurranno in entrambe le catene”.  



Sainsbury's e Asda rimarranno marchi separati e diversa è anche la vocazione: i negozi Sainsbury si concentrano maggiormente nel sud del Regno Unito e si rivolgono a un segmento di mercato di fascia medio-alta mentre Asda è più concentrata nel nord e offre generi alimentari più "low cost".

La notizia dell'intesa è stata accolta non senza preoccupazione a livello politico: la laburista Rebecca Long-Bailey ha dichiarato alla Bbc di temere l'impatto sui fornitori a seguito “del grande potere d’acquisto della nuova entità”. E Mike Cherry, presidente nazionale della Federazione delle piccole imprese, ha detto che le due aziende dovrebbero "spiegare in che modo intendono fondere le loro catene di approvvigionamento in modo equo e rassicurare che gli annunciati tagli dei costi non saranno a discapito dei piccoli fornitori".

Nelle prossime settimane rappresentanti dell'Autorità garante della concorrenza e dei mercati (Cma), analizzeranno l’operazioneL'Authority, in teoria, potrebbe costringere le due società a dismettere il 15% dei negozi. Sainsbury's e Asda hanno auspicato che l'indagine sia rapida: puntano a completare l'accordo entro l'autunno 2019. Intanto le borse accendono il semaforo verde all’accordo: lunedì Sainsbury’s ha fatto segnare un eloquente +20%.
 
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