Mercati, la tattica dell'attesa e il rischio «colonizzazione»

Ortofrutta acquistata dopo giorni per far scendere il prezzo. E la qualità?

Mercati, la tattica dell'attesa e il rischio «colonizzazione»
Qualcuno la chiama “tattica dell’avvoltoio”: girano attorno alla merce, guardano i prezzi, si informano tra loro al cellulare. E aspettano a comprare, fino al momento in cui le quotazioni sono scese a sufficienza. Il che avviene dopo qualche giorno, quando frutta e verdura, reduci dal magazzino, sono meno fresche e hanno perso in qualità. Il risvolto della crisi in cui si stanno dibattendo molti Mercati italiani è anche questo: chi compra all’ingrosso spesso e volentieri "gioca al ribasso" e porta sui banchi dei mercati ambulanti, e in certi casi anche dei piccoli negozi, prodotti che hanno lasciato per strada molto del loro valore, nell’accezione più ampia del termine. “Il 60% circa dei clienti dell’Ortomercato di Milano è di origine straniera, perlopiù araba e cingalese, e punta sul prezzo", la testimonianza, a nome degli operatori della piattaforma lombarda, del presidente Ago-Fedagro Fausto Vasta. "Il prodotto staziona nei magazzini e va via solo quando i listini sono ai minimi termini”. 

“La Gdo ha da tempo bypassato la nostra struttura - aggiunge Vasta - e i referenti con i quali quotidianamente ci troviamo a trattare sono, con tutto il rispetto, di profilo basso. Aspettano il momento giusto per comprare e ripuliscono i magazzini. In un certo senso fanno cartello, comunicano e si muovono solo quando parte la svendita". E' la conseguenza, e anche lo specchio, di una crisi economica che a Milano ha lasciato un solco profondo: "lo vediamo soprattutto il sabato, quando in Mercato possono accedere i privati, che si accapigliano per comprare frutta e verdura a un euro a cassetta”, dice ancora Vasta. 



L’operatore milanese recita anche il mea culpa: “Forse, come grossisti, ci siamo troppo adagiati, non abbiamo adeguatamente informato i clienti, cercando di incidere di più nel processo di vendita, parlando di qualità. Fatto sta che oggi domina il fattore prezzo e il giro del magazzino è molto più lento: se una volta riuscivamo a vendere i meloni in un giorno, ora ce ne voglio tre”. “Alla luce di questa situazione - conclude Vasta - rischiamo un futuro analogo a quello della Germania, dove la vendita di ortofrutta extra Gdo è in mano agli stranieri, in primis i turchi: le persone interessate alle licenze nostre e a quelle dei dettaglianti, ambulanti ma non solo, sono del resto quasi esclusivamente straniere”.

Il fenomeno non riguarda solo l’Ortomercato di Milano: “Anche a Salerno, dove il prodotto di qualità ha comunque il suo mercato, la tattica dell'attesa per fare abbassare i prezzi la fa da padrona”, spiega Gianluca Squillante, operatore del Centro Agro-alimentare campano e consigliere del Consorzio Qs (Qualità Salerno). “Tra l altro stiamo assistendo in questi giorni al deprezzamento delle drupacee a causa della presenza di varietà qualitativamente meno pregiate che saturano i mercati e, di conseguenza, fanno scendere i listini di quelle migliori”.

Copyright 2018 Italiafruit News