Chiusure domenicali, la Gdo si spacca

E tra i retailer scoppia la polemica: Pugliese contro Eurospin

Chiusure domenicali, la Gdo si spacca
Zac e tac… dalla tv a Twitter, ormai si sprecano i botta e risposta con polemiche annesse sulla decisione del ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, di chiudere gli esercizi commerciali la domenica e nei giorni festivi. La notizia è che il mondo della distribuzione, a sorpresa, non si schieri compatto a difesa della liberalizzazione degli orari. E, soprattutto, nello scambio di opinioni, non se le mandi a dire.

Ricapitoliamo. Ieri, in una pagina pubblicitaria de Il Corriere della Sera, Eurospin ha spiegato i motivi della sua posizione a favore della chiusura domenicale. Cosa che ha fatto infuriare Francesco Pugliese, presidente e Ad di Conad: “Cara Eurospin Italia, liberalizzazioni significa potere fare qualcosa, nessuno oggi ti obbliga ad aprire - ha scritto senza mezzi termini su Twitter - Molti negozi anche di Conad sono chiusi la domenica. Chiudi e sii coerente e smetti aste al doppio ribasso (vedi notizia precedente). Sii coerente”.




Ma vediamo cosa c'era scritto nella pagina di Eursopin: “E' giusto tenere aperti i negozi la domenica a beneficio dei clienti e delle vendite, o sarebbe invece più corretto tutelare la vita sociale e la qualità delle relazioni familiari di moltissimi nostri colleghi?”.
E ancora: “L'apertura domenicale risponde a una richiesta di servizio al cliente, ma il sacrificio è secondo noi eccessivo”. Per chiudere con: “Non possiamo permetterci di essere gli unici a chiudere la domenica, ma possiamo far sentire la nostra voce a favore di una legge che valga per tutti”.


Domenica sera a Omnibus, il programma di approfondimento de La7, Pugliese aveva spiegato come siano “19,5 milioni gli italiani che la domenica fanno la spesa. Quindi se guardo nell'orizzonte del cittadino, il bisogno c'era. Solo nella grande distribuzione (450mila dipendenti, il 10% per coprire il turno domenicale) la nuova legge inciderà con il taglio di 45-50mila dipendenti”.

Numeri che, nel dibattito scaturito ieri, sono stati ripresi da più parti: “Stiamo parlando di 3 o 4 volte il numero dei posti salvati da Di Maio all’Ilva di Taranto. Ma questi sono sparpagliati per l’Italia, non li vede nessuno, e sono figli di un Dio Minore”, ha twittato Mario Gasbarrino, presidente e Ad di Unes U2 supermercati. Che, sull'iniziativa di Eurospin, ha aggiunto: “Che tristezza! Parte la corsa ad approfittare delle chiusure domenicali per qualche piccolo tornaconto o rifarsi il look? Non ho visto pagine pubblicitarie in cui si rivendicavano con orgoglio le aste al secondo ribasso (per le quali è stata colpevolizzata ingiustamente tutta la Gdo)”.

Sulla stessa linea di Pugliese anche Giorgio Santambrogio, amministratore delegato del Gruppo VéGé e presidente di Adm, che consiglia l’articolo di Pierluigi Battista sul Corriere: “L'elenco di chi lavora è lungo. Si vuole la disparità?”. Precisando anche che le altre aziende retail sono compatte: “Federdistribuzione e Conad hanno il medesimo punto di vista sul numero di festività da chiudere, mentre Coop pensa a qualche festa in più, ma tutti vogliamo i pdv aperti perché lo vogliono i consumatori”.

Senza dimenticare che la chiusura domenicale avrebbe un unico vincitore: l'ecommerce. In base alle proiezioni del Codacons, infatti, le vendite online - che crescono in Italia a ritmi elevatissimi (+13,6% a luglio) con un giro d’affari nel 2017 pari a 23,6 miliardi - avrebbero come effetto diretto solo nel primo anno un incremento del giro d’affari di 2,7 miliardi.

Dall’altra parte…

Non solo Eurospin. Se Donatella Prampolini Manzini, presidente Fida (Federazione italiana dettaglianti dell’alimentazione di Confcommercio-Imprese per l’Italia), ha ribadito la necessità di regolare le aperture festive degli esercizi commerciali, visto che “la totale deregolamentazione ci ha sempre trovati contrari perché non garantisce il mantenimento della pluralità commerciale”, Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, ha dichiarato a Omnibus: “Da lungo tempo conduciamo una battaglia sulla regolamentazione dell’apertura dei negozi, anche perché la totale liberalizzazione ha determinato condizioni di lavoro molto difficili. E, quindi, credo sia molto importante arrivare a un simile provvedimento”.

Intanto, il vicepremier Di Maio sembra avere aggiustato il tiro: “Ci sarà sempre un posto dove andare a fare la spesa – ha detto, intervistato a L’aria che tira su La7 - Ci sarà un meccanismo di turnazione, per cui resterà aperto il 25% dei negozi, gli altri a turno chiudono. A decidere chi sarà aperto e chi chiuso saranno, come in passato, sindaco e commercianti”. Ma di nuovo Pugliese da Twitter ha tagliato corto: “L’ipotesi di Luigi Di Maio di mantenere aperti a turno il 25% dei negozi non risolve la questione. I cittadini devono poter scegliere come e quando fare la spesa, gli imprenditori quando restare aperti, nel rispetto dei diritti dei lavoratori”.

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